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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Meditazione sul Vangelo di Lc 4,21-30
Il profeta e la sua patria.
Il brano del vangelo di oggi ci mostra come Gesù sia stato respinto e rifiutato dai suoi concittadini di Nazareth, villaggio nel quale era cresciuto, allevato da Maria e Giuseppe. Tutti lo conoscono e proprio per questo presumono di sapere già tutto di Lui. L’unica reazione dei nazareni, incapaci di credere alle parole piene di grazia pronunciate da Gesù, è lo sdegno e l’allontanamento del Profeta.
Come affrontare una missione, quando tutto sembra mettersi contro? Sembrerebbe quasi impossibile, ma il disegno divino non è il disegno degli uomini, l’occhio di Dio, non è l’occhio dell’uomo. Nel caso del profeta Geremia è Dio che accompagna il profeta e gli garantisce la sua protezione, non solo, ma lo rassicura promettendo il trionfo finale: <<… non ti vinceranno perché io sono con te». Gesù, nel vangelo, percorre la stessa strada, ha piena coscienza di questa realtà, i suoi concittadini nazareni si attendono solo uno show taumaturgico. Vogliono assistere ai miracoli e ai prodigi, riducendo così la fede a magia e spettacolo. Gesù, per poter operare i miracoli, richiede la fede e l’amore, lo stesso amore che Paolo raccomandava ai cristiani di Corinto proponendo la carità come “la via migliore”. L’amore è il compimento della fede, dice Paolo, una fede capace di spostare le montagne. Senza l’amore, però, questa fede non vale niente. Per scoprire il mistero di Dio che si fa uomo non c’è altra chiave se non l’umiltà che nasce dal vero amore. Vivere da cristiani altro non è che seguire, con un amore appassionato, Gesù vero Dio e vero uomo. Gli abitanti di Nazaret non riuscivano ad avere quest’umiltà, per poter vedere nel giovane rabbi, loro concittadino, il Messia atteso, l’inviato di Dio che parlava con il linguaggio di Dio. Egli rimaneva ai loro occhi semplicemente “il figlio di Giuseppe”. Anche a noi, che sappiamo che Gesù è Figlio di Dio occorre un continuo sforzo di conversione perché possiamo aprirci al mistero di un Dio che si è fatto uomo per la nostra salvezza. L’umiltà del cuore può davvero aprirci ai grandi doni che la grazia di Dio vuol recarci. Sappiamo accogliere questa Grazia? Sappiamo far posto a Gesù nel nostro cuore, rispondendo con amore al suo amore?
Domenica 30 Gennaio
S. Martina; S. Giacinta Marescotti; B. Sebastiano Vallfrè
4.a del Tempo Ordinario (anno C)
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza
Ger 1,4-5.17-19; Sal 70; 1Cor 12,31 – 13,13; Lc 4,21-30
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
(Luca 4,18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
(Luca 4,18)
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