Translate

31 ottobre, 2021

Te Deum laudamus, Gregoriano, T. Simplex; SCHOLA GREGORIANA MEDIOLANENSI...

LA NOTTE DEI SANTI 2021 - Il TEDEUM ITALIANO LATINO


LA NOTTE DEI SANTI 2021


Il TEDEUM ITALIANO LATINO
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
TE DEUM
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
incessábili voce proclamant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Filius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Virginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per síngulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in ætérnum.

Preghiera per la festa di tutti i Santi

Halloween?! NO, GRAZIE! SIAMO CRISTIANI!

Halloween?! NO, GRAZIE! SIAMO CRISTIANI!
RIVESTIAMOCI DEL SIGNORE GESÙ!
🌠LASCIAMOCI GUIDARE DALLA LUCE DI DIO E DEI SANTI🌠
“Mio Dio, credo, adoro, spero e T'amo. Domando perdono, per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non T'amano.
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo: «Ti adoro profondamente e t'offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui Egli stesso viene offeso. E per meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria ti domando la conversione dei poveri peccatori». Amen.





Pensiero del 31 ottobre 2021

 Il "prossimo" è chi Gesù, ci mette accanto.

Meditazione sul Vangelo di Mc 12,28b-34

Questo è il primo dei comandamenti.

Vale la pena di accostare questo brano a quello che lo precede nel racconto dell’evangelista Marco, ovvero la disputa tra Gesù e un gruppo di sadducei sulla risurrezione. Perché il contrasto tra i due episodi aiuta a mettere a fuoco il valore e la centralità di questo scambio di battute con uno scriba ‘illuminato’; quanto era stato contorto e fuorviante il tranello posto da coloro che non credono alla risurrezione con il caso della vedova di sette fratelli, tanto è immediato il dialogo con lo scriba. Con quest’ultimo, che Marco ci presenta dicendo che aveva visto come Gesù aveva ben risposto ai sadducei, si arriva subito al cuore della questione, ovvero qual è il primo comandamento. Per rispondere Gesù chiama in causa due diversi brani del Pentateuco, un celebre passo del Deuteronomio (Dt 6,4-5), l’incipit dello Shema, e un inciso del Levitico (Lv 19,18). Proprio dall’affiancamento dei due passaggi ecco che il grande comandamento dell’amore si apre in due direzioni, in verticale ma anche in orizzontale, dunque verso Dio che sta in alto ma anche verso i fratelli che stanno intorno. Ecco la sorpresa. Gesù continua a stupire i suoi interlocutori (non a caso lo scriba è pienamente soddisfatto, tanto da complimentarsi e ribadire il doppio comandamento con parole proprie), perché è pronto ma soprattutto perché è capace di portare all’essenziale e aprire all’assoluto tutte le questioni, quelle più pretestuose così come le grandi domande di senso. L’atteggiamento di Gesù è una provocazione per chi lo ascolta, dunque anche per noi. Se la risposta è così chiara, se la strada è così ben segnata, non ci sono date scuse per non seguirla. Gesù propone un amore a 360 gradi, senza se e senza ma, una conversione così alta e radicale che tutti la possono vedere, e scegliere. Nessuno potrà rifugiarsi dietro a presunte incomprensioni, fraintendimenti, varianti leggere; la strada è lì, a noi la scelta se percorrerla o no. Senza vie di mezzo.

31 Ottobre

Ti amo, Signore, mia forza

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 17)
Rit: Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)


30 ottobre, 2021

Camisasca: “Reggio Emilia ha bisogno di un vescovo giovane”. VIDEO

Camisasca: “Reggio Emilia ha bisogno di un vescovo giovane”. VIDEO 



Venerdì sera a Decoder, alla viglia del 75° compleanno, il vescovo di Reggio e Guastalla ha tracciato un bilancio dei suoi 9 anni di episcopato: “Non è vero che sono stato un vescovo ‘politico’. Nel mio futuro riposo e preghiera”


REGGIO EMILIA – Il vescovo Massimo Camisasca è stato ospite ieri sera del settimanale Decoder. Alla vigilia dei 75 anni, ha tracciato un bilancio del suo episcopato e ha risposto a domande su molti temi di attualità.

“Sono stati 9 anni avventurosi – ha detto – segnati da tante gioie e anche da qualche sofferenza. Anni in cui ho incontrato tante persone che porterò con me”. Mercoledì 3 novembre il monsignore compirà 75 anni, raggiungendo così il limite di età fissato dal diritto canonico per i vescovi. Scriverà la lettera di rinuncia al ministero, poi sarà Papa Francesco a decidere sui tempi dell’avvicendamento.

Uomo di Comunione e Liberazione, vescovo di Reggio e Guastalla dalla fine del 2012, Camisasca dice di essersi trovato nella nostra provincia. Con il suo attivismo anche a livello nazionale, con le sue prese di posizione su temi controversi, con la sua personalità ha lasciato un’impronta. Ma non vuole sentirsi dire di essere stato un vescovo “politico”: “Assolutamente no, perché io non mi sono mai interessato di politica. Mi sono interessato dell’uomo e dei suoi problemi”. Camisasca dice di non gioire per l’affossamento in Senato del disegno di legge Zan sull’omotransfobia, ma conferma il suo giudizio negativo sul testo: “Mi sembra che ci sia stata una certa cecità e sordità di fronte a coloro, anche la Chiesa italiana, che chiedevano che questo progetto di legge molto pasticciato fosse rivisto e chiarito”.

Nel suo futuro Massimo Camiscasca vede riposo, meditazione e preghiera. E più tempo da dedicare alla lettura e alla scrittura. E per la Chiesa reggiana cosa spera? “Che venga un vescovo giovane che abbia più fede, speranza e carità di me e che possa aiutare questa Chiesa a camminare in avanti”.

Pensiero del 30 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 14,7-11

Mettiti all’ultimo posto.

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che insegna a dominare l’ambizione, che è di tutti, di mettersi ai primi posti. Quando l’umiltà è sincera, è gradita ed elogiata anche da coloro che non la posseggono.

Gesù racconta una parabola nella quale parla di un banchetto di nozze. Egli agisce come un maestro di sapienza e indica a tutti una via di prudenza e di saggezza umana, rifacendosi a quanto si legge nella Bibbia, precisamente nel libro dei Proverbi: “Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, perché è meglio sentirsi dire: sali quassù, piuttosto che essere umiliato davanti a uno superiore” (25 ,6-7). In pratica è quello che dice Gesù, se le Sue parole sono lette nella loro materialità. Ma osservandole bene, ci accorgiamo che Lui va oltre l’antica norma di saggezza umana. La forza del Suo discorso è tutta sulla relazione invitante-invitato. Per due volte si ripetono le espressioni: “quando sei invitato… venendo colui che ti ha invitato…”. Ciò che conta non è quello che si è in relazione agli altri, ma quello che saremo in relazione a Colui che ci ha invitato, quando questi verrà. Bastano queste indicazioni per capire che qui si tratta del giorno in cui ritornerà il “padrone di casa” o, meglio, il Signore. Di qui nasce una domanda cruciale: come fare perché colui che mi ha invitato, venendo, mi possa dire: “Amico, sali più in alto?”. Gesù risponde subito: “Vai a sederti all’ultimo posto”. Lui ci invita all’umiltà, a metterci tra gli ultimi per essere, quel giorno, tra i primi. Qui si esprime con una frase che i Vangeli riportano anche in altri contesti, ma sempre come risposta ai farisei (Mt 23,12; Le 18,14): “Chi si innalza sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato”. Il testo, quindi, promette il rovesciamento delle situazioni, un modo di valutare che vale più di quello usato dagli uomini. Il banchetto che conta davvero è quello del Regno, e l’essere umili è un requisito fondamentale per entrarvi.

30 Ottobre 2021

Il Signore non respinge il suo popolo

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, ed imparate da me, che sono mite e umile di cuore.

(Matteo 11,29)

Salmo Responsoriale Dal Salmo 93 (94)
Il Signore non respinge il suo popolo.
Beato l'uomo che tu castighi, Signore,
ed a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.
Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.
Se il Signore non fosse stato il mio aiuto,
in breve avrei abitato nel regno del silenzio.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, ed imparate da me, che sono mite e umile di cuore.

(Matteo 11,29)

29 ottobre, 2021

S. T. D. Giudice Rosario Angelo Livatino

 S. T. D. Giudice Rosario Angelo Livatino

 La sua ricorrenza si celebra il 29 ottobre, giorno in cui nel 1988, a 36 anni, ricevette il sacramento della confermazione, come compimento di un travagliato percorso di fede che abbracciò da adulto con convinzione.

Rosario Angelo Livatino, è il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. Il 21 settembre 1990, muore, ed Il 9 maggio 1993 Papa San Giovanni Paolo II, a colloquio con i genitori dichiarò che lui e gli altri uccisi dalla mafia sono «martiri della giustizia ed indirettamente della fede»; e dopo che Papa Francesco il 21 dicembre 2020 definisce la sua morte come martirio perché il movente ultimo è l'odio contro la fede, Rosario Angelo Livatino, è stato beatificato il 9 maggio 2021



Pensiero del 29 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 14,1-6

Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Il Vangelo presenta, all’interno della cornice del banchetto, il motivo del rapporto tra umiliazione ed esaltazione: nell’ottica di Dio, le categorie vengono rovesciate. Il banchetto è immagine del paradiso, della condizione di pienezza in cui verranno a trovarsi i salvati. Per accedere al banchetto è necessario assumere la prospettiva di Dio, il suo punto di vista. E Dio possiede una prospettiva rovesciata rispetto alla nostra, che è terrena ed effimera: umilia chi si è esaltato, ed esalta chi si è umiliato. Qual è il significato profondo del banchetto? La comunione. Quando mangio, entro in comunione con il creato, con il Creatore, e con le persone che hanno pro curato il cibo e l’hanno trasformato per renderlo commestibile. Il cibo crea comunione. Per la mentalità biblica il condividere il medesimo cibo in un pasto comune, indica che si è parte di un’unica famiglia. Ecco perché il banchetto è il modo migliore per esprimere la realtà del paradiso: il paradiso è comunione. E la forma più alta di  comunione è data dalle nozze. Infatti, nel nostro testo si parla di un banchetto nuziale. Con le nozze mi “nutro”, simbolicamente, dell’altro, lo interiorizzo. Il criterio di accesso al banchetto è dato dall’assumere l’umiltà come atteggiamento fondamentale. Cosa significa essere umile? Perché è così importante? Il termine italiano deriva dal latino humus, terra. L’umile non è chi rinuncia ai propri diritti, alla propria dignità. Umile è chi riconosce da dove viene, dalla terra. Adam, il primo uomo, è colui che è tratto dalla terra, la adamah. La radice del peccato consiste nel non accettare di venire dalla terra, non accettare di essere una creatura limitata, fragile, e voler essere Dio. L’umiltà non è, dunque, una caratteristica opzionale del credente; è la carta di identità del cristiano. Solo l’umile può accogliere la salvezza donatagli gratuitamente da Dio.

29 Ottobre 

Celebra il Signore, Gerusalemme

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

Salmo responsoriale (Salmo 93)

Celebra il Signore, Gerusalemme

Il Signore non respinge il suo popolo.
Beato l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.
Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.
Se il Signore non fosse stato il mio aiuto,
in breve avrei abitato nel regno del silenzio.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

Rino Gaetano canta Berta Filava ad Adesso Musica (1976)


Buon compleanno Rino

28 ottobre, 2021

Mai più la guerra!

 Mai più la guerra!

Dio dei nostri padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza
e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza,
minaccia per le tue creature,
in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili
delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione
e della vendetta,
suggerisci con il tuo spirito soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze
della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra!
San Giovanni Paolo II_Papa



Anne e Margot Frank campo di Auschwitz II-Birkenau. Sono state trasferite al kL Bergen-Belsen

 28 ottobre 1944 | Un trasporto di 1.308 prigioniere ebree lasciò il campo di Auschwitz II-Birkenau. Sono state trasferite al KL Bergen-Belsen. Molto probabilmente tra loro c'erano le sorelle Anne e Margot Frank.



Santi Simone e Giuda

 Santi Simone e Giuda



Nome: Santi Simone e Giuda
Titolo: Apostoli
Ricorrenza: 28 ottobre
Tipologia: Festa




S. Simone fu soprannominato Cananeo o Zelote per distinguerlo da S. Pietro e da S. Simone, che succedette a S. Giacomo il Minore nella sede vescovile di Gerusalemme... continua

S. Giuda, soprannominato Taddeo per non confonderlo col traditore del Signore, era figlio di Cleofa e di Maria, cugina della Beatissima Vergine... continua

PRATICA. A imitazione dei due Apostoli, professiamo e difendiamo la fede cattolica senza rispetto umano.

PREGHIERA. O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o Zelota, e l'altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell'ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

PREGHIERA

 O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.

Preghiera a San Giuda Taddeo
Oggi si venerano San Simone apostolo e San Giuda (Taddeo)
Preghiera per supplicare l’intercessione dell’Apostolo San Giuda per casi difficili e disperati O San Giuda Taddeo, parente di Nostro Signore Gesù Cristo, Apostolo e Martire, magnifico per virtù e miracoli, intercessore fedele per quanti ti onorano e patrono speciale nei casi disperati, io a te mi rivolgo pieno di fiducia. Poiché tu possiedi il privilegio di soccorrere palesemente coloro che hanno quasi perduta ogni speranza, soccorri anche me in questa mia necessità… Dalla quale non è in poter mio di liberarmi. Ti prometto San Giuda Taddeo di non dimenticare per tutta la vita i tuoi benefici, di onorarti ognora come mio particolare patrono, e di far noto a tutti che tu sei veramente potente e pronto aiuto nelle nostre necessità. Cosi sia. Pater, Ave, Gloria.




Pensiero del 28 ottobre 2021

Due uomini, come tanti, chiamati a testimoniare la Risurrezione del Signore in maniera unica ed irripetibile. Ma a ciascun battezzato, è affidata la medesima missione.

Meditazione sul Vangelo di Lc 6,12-19

Uguali per dignità, diversi perché individui.

Il Vangelo presenta la scelta dei Dodici apostoli da parte di Gesù. Il Gesù di Luca viene sorpreso spesso in atteggiamento di preghiera. Lasciamo che la sua Parola risuoni nella nostra memoria, che la sua acqua irrighi i nostri deserti, che il suo sole illumini e riscaldi le nostre zone di ombra, che le sue ali ci forniscano un rifugio sicuro. Forse consideriamo la preghiera una pratica inutile. La preghiera esula dalla logica mercantilistica; è pura relazione, riconoscimento reciproco, dinamismo di amore. Quando il Santo Curato d’Ars chiese al contadino quale fosse la sua preghiera, quello rispose: “Io lo guardo, e lui mi guarda”. Solo la preghiera sostiene l’apostolo. In un certo senso, siamo tutti apostoli (inviati, mandati). Essere apostolo significa riconoscere la propria identità e missione. Perché Gesù opera una selezione? Le persone non sono tutte uguali? Siamo uguali per dignità, ma non in quanto individui. La selezione attuata da Gesù è necessaria perché la Chiesa ha bisogno di vari ministeri. Ci vengono riferiti i nomi dei dodici apostoli. Sono persone concrete, singoli individui, non funzioni intercambiabili. Ognuno di quei nomi rappresenta una storia, una vita, un fascio di speranze, attese, delusioni, sofferenze e gioie. Non siamo tutti uguali di fronte a Dio, non siamo una massa di cloni, un oceano indistinto. Siamo tutti diversi, e tutti amati singolarmente. Possediamo temperamenti e caratteri diversi, storie e esperienze diverse, abilità, capacità, sensibilità diverse, e proprio per questo siamo tutti indispensabili per il Regno. Se mancasse anche un minimo pezzo della nostra intera personalità, il Regno sarebbe più povero. Noi valiamo, in quanto cristiani, non perché ricopriamo dei ruoli, ma perché siamo amati da Dio così come siamo, nella nostra unicità.

28 Ottobre 

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama il coro degli apostoli.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama il coro degli apostoli.


27 ottobre, 2021

Accadde Oggi 27 ottobre 1938 iniziava la prima deportazione di massa degli ebrei

 #AccaddeOggi 27 ottobre 1938 iniziava la prima deportazione di massa degli ebrei dal Reich tedesco. Nel corso di due giorni, i tedeschi arrestarono 17.000 ebrei con cittadinanza polacca che vivevano in Germania (alcuni per la maggior parte della loro vita) e li deportarono con la forza oltre il confine con la Polonia. I deportati ebrei sono stati colti completamente alla sprovvista, la maggior parte non ha avuto assolutamente tempo di prepararsi prima della loro espulsione violenta.

Le autorità polacche hanno collocato gli ebrei nella città di confine di Zbaszyn e hanno proibito loro di andarsene. La loro speranza era che il gran numero di ebrei vicino al confine avrebbe spinto i tedeschi ad avviare negoziati per consentire loro di rientrare in Germania.
Emanuel Ringelblum, un insegnante e storico ebreo (in seguito fondatore degli archivi Oneg Shabbat nel ghetto di Varsavia) è stato inviato a Zbaszyn per 5 settimane dal Joint Distribution Committee per aiutare i rifugiati. In seguito scrisse:
"Penso che non ci sia mai stata una deportazione così feroce, così pietosa di qualsiasi Comunità ebraica come questa deportazione tedesca. Ho visto una donna che è stata portata via dalla sua casa in Germania mentre era ancora in pigiama... Ho visto una donna di oltre 50 anni che è stata prelevata da casa sua paralizzata; dopo è stata portata fino al confine in poltrona da giovani uomini ebrei... »
Scopri di più su "L'anno fato" del 1938, e sugli effetti della radicalizzazione della politica ebraica nazista >> https://bit.ly/2ZZ57Jy





Pensiero del 27 ottobre 2021

La porta, più stretta l'ha attraversata il Crocifisso, aprendo la via per tutti

Meditazione sul Vangelo di Lc 13,22-30

La porta e il banchetto.

Nella prima lettura, lo Spirito funge da punto di raccordo tra il cuore dell’uomo e Dio. Dio vuole che tutti siano salvi. Tutti sono chiamati, e tutti sono responsabili della risposta alla chiamata. L’affermazione principale è che “tutto concorre al bene, per coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Il Vangelo parla della difficoltà a entrare nella salvezza definitiva: nessuno è avvantaggiato, ognuno è chiamato a interiorizzare le esigenze del Regno. Chi si salva? Perché l’aver mangiato e bevuto in presenza di Gesù, e l’averne ascoltato la predicazione, non sono motivi sufficienti per entrare nella dimora eterna? Per ben quattro volte i non-salvati vengono chiamati “voi”. Questo ha un impatto fortissimo sulla comunità cristiana riunita in assemblea mentre ascolta il Vangelo. Quegli esclusi possiamo essere “noi”. Quando ci troveremo di fronte al giudizio, il fatto di essere cristiani non sarà un’attenuante, ma un’aggravante: “Pur conoscendo il Vangelo, non lo avete vissuto, mentre altri, pur non conoscendolo, lo hanno vissuto”. Si salvano quelli che praticano la giustizia, che – anche inconsapevolmente – seguono le orme dei Patriarchi e dei profeti di Israele. I salvati vengono da ogni angolo della terra, potremmo dire, da ogni cultura, generazione, religione, modo di pensare. Essi accederanno al banchetto escatologico, compimento del banchetto eucaristico; erano “ultimi”, ora sono “primi”. Questa impostazione non deve farci credere che l’appartenenza alla comunità cristiana sia facoltativa. Al contrario! Le parole di Gesù sono rivolte a noi, credenti, perché non presumiamo una salvezza facile, quasi dovutaci da Dio perché apparteniamo alla sua Chiesa. L’essere battezzati non ci esime dal nostro compito principale: praticare la giustizia. Anzi, proprio il cristiano sa, meglio di altri, cos’è la giustizia. La giustizia è la volontà di Dio manifestata in Cristo. La giustizia consiste, secondo l’impostazione propria di Luca, nel condividere i propri beni con gli altri, nell’edificare una comunità di comunione

27 Ottobre

Nella tua fedeltà ho confidato, Signore

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmi 12)
Rit: Nella tua fedeltà ho confidato, Signore.

Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari se io vacillo.

Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

27 novembre 2020 - 27 ottobre 2021 undici mesi senza don Antonio Maffucci FSCB

  27 novembre 2020 - 27 ottobre 2021 undici mesi senza don Antonio Maffucci FSCB



Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

(Filippesi 3,8)

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.