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31 dicembre, 2022

Te Deum

 Te Deum

Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni
della tua gloria.
Ti acclama
il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono
nella tua lode;
la santa Chiesa proclama
la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio,
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti
dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto
ai credenti
il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio,
nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo
alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento
col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno
ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome
per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi
la tua misericordia: in te abbiamo sperato.
Pietà di noi,
Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.
Il testo in latino del Te Deum
Te Deum laudamus: te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem, omnis terra veneratur.
Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:
Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae.
Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.
Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.
Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.
Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari.
Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos, et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quemadmodum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.



Santa Caterina Labouré

 Santa Caterina Labouré

Nome: Santa Caterina Labouré
Titolo: Veggente
Nome di battesimo: Zoe Labouré
Nascita: 2 maggio 1806, Fain-les-Moutiers, Borgogna
Morte: 31 dicembre 1876, Parigi, Francia
Ricorrenza: 31 dicembre
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
28 maggio 1933, Roma, papa Pio XI
Canonizzazione:
21 luglio 1947, Roma, papa Pio XII


Zoe Labouré nacque a Fain-les-Moutiers in Borgogna. Era una ricca contadina bretone, non molto istruita, e si prese cura della sua casa e dei suoi dieci fratelli fin dall'infanzia a causa della morte di sua madre. Si trasferì a Châtillon-sur-Seine, per acquisire alcune istruzioni sulla casa di riposo che gestiva una sua cugina Lì un prete lo aiutò a discernere la sua vocazione. Nel 1828, a 22 anni, voleva entrare tra le Figlie della Carità. Suo padre si trasferì a Parigi per distrarsi e la mise a lavorare come domestica e cameriera nel caffè di uno dei suoi figli. Alla fine, due anni dopo, con il permesso di suo padre, entrò come postulante a Châtillon-sur Seiney nel 1830, nel noviziato di Parigi, e nel 1831 emise i voti e prese il nome di Caterina. Nel periodo successivo ebbe le apparizioni del cuore di San Vincenzo de Paoli.

Visione di Santa Caterina Labouré


Il 27 novembre 1830, durante una preghiera con la comunità nella cappella del convento di Parigi e mentre era intenta a contemplare la SS. Vergine quest’ultima abbassò gli occhi verso la suora e una voce si fece intendere con queste parole:

"Questo globo che vedi rappresenta il mondo intero; in particolare la Francia e ogni singola persona"

Caterina non seppe se ridire ciò che provò e ciò che vide, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! E la Vergine aggiunse:

"I raggi sono il simbolo delle grazie che Io spargo sulle persone che me le domandano"

Facendo così comprendere alla Suora quanto è dolce pregare la SS. Vergine e quanto Ella è generosa verso le persone che la pregano, quante grazie Ella accorda alle persone che gliele domandano e quale gioia Ella prova nel concederle. Ed ecco formarsi attorno alla figura della SS. Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla mano sinistra di Maria, si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro:

"O MARIA, CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE."

A questo punto della visione il globo che la Madonna aveva offerto a Dio scomparve; le sue mani, cariche di grazie, si piegano verso il globo sul quale Ella poggiava i piedi, calpestando il capo di un serpente verdastro con chiazze gialle. Improvvisamente il quadro si volta e alla Veggente si presentava il "rovescio della medaglia", cioè il monogramma di Maria sormontato dalla Croce; nel piano inferiore dell'ovale, separati da una sbarra, due Cuori: quello di Gesù coronato di spine, quello di Maria trafitto dalla spada. Attorno, come cornice, una regale corona di 12 stelle. La Veggente, allora, udì una voce che le disse:

"Fa' coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno benedetta, specialmente al collo, e reciteranno la breve preghiera, godranno di una specialissima protezione della Madre di Dio e riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno abbondanti per chi la porterà con fiducia".

Poi tutto disparve come qualcosa che si spegne, e la suora rimase ripiena di gioia e di consolazione. Nel dicembre del 1830 suor Caterina rivide la stessa visione, cioè il disegno della Medaglia dal dritto e dal rovescio, e le fu ripetuto l'ordine di far coniare la Medaglia. La visione si ripeté almeno due volte nel 1831. Al termine, la Vergine prese congedo dalla sua figlia prediletta dicendo:

"Figlia mia, d'ora innanzi non mi vedrai più, ma sentirai la mia voce nelle tue orazioni".

Nel 1832, padre Aladel, suo confessore (che inizialmente era molto duro e severo con lei) visitò monsignor Quelen, arcivescovo di Parigi, e ottenne il permesso di coniare la medaglia, come aveva detto la Vergine a Caterina. Lo stesso arcivescovo di Parigi fu in grado di controllare più volte i frutti spirituali della medaglia. La medaglia si diffuse molto rapidamente.

La gente definiva la medaglia miracolosa per i molti prodigi. La più famosa fu la conversione dell'ebreo Alfonso de Regensburg che accettò una medaglia della Vergine Miracolosa con la raccomandazione della preghiera quotidiana di "Memorare" di San Bernardo. Costui visitò la chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma e si avvicinò alla cappella di Maria che gli apparve mentre era incisa sulla medaglia. Si inginocchiò e si convertì. Fu battezzato, ordinato sacerdote e convertì molti ebrei fondando l’istituto le Suore di Sion.
Nel frattempo, Catherine viveva in umiltà e anonimato. Si trasferì nel 1835 all'Hospice Enghien di Reuilly, a 5 km da Parigi. Frequentava gli anziani, lavorava in cucina, nel pollaio, in infermeria, in portineria. Soffriva in silenzio la mancanza di comprensione del nuovo confessore. Riuscì ad erigere una statua sull'altare che perpetuava le apparizioni nella cappella dove aveva ricevuto le confidenze di Maria. Caterina morì a Parigi, il 31 dicembre, 46 anni dopo l'apparizione e fino alla sua morte non fu mai rivelato che era stata la veggente di questo grande fatto. Fu canonizzata nel 1947 da Pio XII.

MARTIROLOGIO ROMANO. Parigi in Francia, santa Caterina Labouré, vergine delle Figlie della Carità, che venerò in modo speciale la Madre di Dio Immacolata e rifulse per semplicità, carità e pazienza.

30 dicembre, 2022

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

 Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

autore: Bartolomé Esteban Murillo anno: 1675-1682 titolo: Due Trinità luogo: National Gallery, Londra

Nome: Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Titolo: Esempio santissimo
Ricorrenza: 30 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Balestrate


La festa della Sacra Famiglia fu introdotta nella liturgia cattolica solo localmente nel XVII secolo. Nel 1895 la data fissata per tale festa fu la terza domenica dopo l'Epifania, fu soltanto nel 1921 che grazie a papa Benedetto XV la celebrazione fu estesa a tutta la Chiesa. Giovanni XXIII modificò ulteriormente la data spostandola alla prima domenica dopo l'epifania. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II infine la festa la Sacra Famiglia la prima domenica dopo Natale e quando il Natale cade di domenica, viene spostata al 30 dicembre.

Il suo significato è molto importante in quanto dopo aver visto la Sacra Famiglia dare alla luce e accudire il neonato Gesù a Nazareth, in questa festività la si può ammirare e ricordare nella vita di tutti i giorni, mentre vede crescere il Cristo. L'eccezionalità di tale famiglia risiede soprattutto nel fatto che i gesti quotidiani che in qualsiasi focolare domestico erano e sono ancora oggi svolti, coincidono allo stesso tempo con il pregare, amare, adorare il proprio Dio, comunicando con suo figlio incarnato in terra. Accudendo Gesù, lavandolo e giocando insieme a lui la Madonna e San Giuseppe mettevano in pratica i dovuti atti di culto, rappresentando il punto d'inizio per ogni famiglia cristiana, del tempo e odierna, che viveva ogni istante della giornata come un sacramento.

Santa Famiglia
autore Juan Simón Gutiérrez anno 1680 titolo Santa Famiglia


La festa ha come obiettivo quello di conferire un esempio a tutte le famiglie cristiane, che avrebbero potuto guardare con orgoglio al nucleo familiare che fu di Cristo il quale, nonostante le particolari condizioni note, era caratterizzato da tutte le normali problematiche che chiunque si trova ad affrontare. Maria seguì lo sposalizio con Giuseppe, seguendo la legge ebraica, ma soprattutto il grande piano del suo Dio, conservando però la propria verginità. In seguito alla Visitazione a Sant'Elisabetta iniziò a sentire i chiari segni di una gravidanza, giungendo infine a dare alla luce il Figlio del Signore. Prima dell'età adulta raggiunta da Gesù, la Madonna viene citata in alcuni Vangeli per un episodio accaduto durante l'adolescenza di Cristo (al tempo dodicenne), che si intrattenne al tempio con i dottori, mentre i suoi genitori penavano ormai da tre giorni nel cercarlo senza sosta.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, esempio santissimo per le famiglie cristiane che ne invocano il necessario aiuto.


✝ Pensiero del 30 dicembre 2022


SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


 Caro Rosario, TU, eri il pilastro, su cui, la tua famiglia, contava e per TE, la TUA FAMIGLIA, ERA SACRA.

Barbara

Versetto del Giorno

Questa è la parola del Signore a Zorobabele: «Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!».

Zaccaria 4:6


Venerdì – ottava di Natale – SANTA FAMIGLIA DI GESÚ, GIUSEPPE E MARIA

La festa della Santa Famiglia prolunga la nostra riflessione, sul mistero e la causa dell’Incarnazione: l’amore di Dio. Riscopriamo la bellezza della semplicità e della normalità con cui la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe visse per tanti anni. Questo è il modello di ogni famiglia cristiana, dove nel nascondimento del lavoro quotidiano, nella preghiera, nella fede, nella comprensione reciproca, nelle gioie e nelle preoccupazioni di ogni giorno, si costruisce efficacemente la Chiesa. Giuseppe e Maria ben rappresentano l’atteggiamento quotidiano del cristiano: entrambi cercano con impegno incessante Gesù, fino a trovarlo. Egli è il centro e il motivo dell’unità familiare. La famiglia vive un’epoca di crisi: a vari livelli e in diversi modi, molte forze cercando di ostacolarla e disgregarla, interferendo nei rapporti tra i suoi componenti. E le conseguenze di questi danni si riverberano sull’intera società. Seguendo l’esempio della Sacra Famiglia, preghiamo con fiducia perché il Signore ci conceda la grazia di superare i momenti di crisi e di difficoltà e di testimoniare nella quotidianità la nostra fede.
Meditazione sul Vangelo di Mt 2,13-15.19-23
La famiglia accoglie Dio.
Oggi Gesù viene esplicitamente considerato nel contesto della sua famiglia umana. Abbiamo visto in azione Maria e poi Giuseppe e, quindi, abbiamo considerato il Bambino nella sua identità. Ora i tre componenti vengono considerati nella loro unità familiare, nella loro dipendenza e funzionalità reciproca. Nella contemplazione della Santa Famiglia di Nazaret riscontriamo una serie di analogie e differenze rispetto alle famiglie umane e in particolare alle famiglie cristiane.
La famiglia di Nazareth, nella sua specifica particolarità, permette di cogliere alcuni degli aspetti che costituiscono ogni famiglia umana. Il Vangelo mette in risalto il sostegno che la famiglia dà al bambino. Il padre Giuseppe e la madre Maria sono chiamati difendere il bambino Gesù, perché continui a vivere, perché cresca e possa svolgere la missione alla quale è stato chiamato. Gesù verrà individuato come il figlio del fabbro-falegname e come fabbro-falegname lui stesso. Padre e madre prolungano e manifestano sulla terra la figura e l’opera di Dio Padre, che dà la vita ai suoi figli e la protegge. Giuseppe rappresenta l’immagine di Dio Padre od almeno “l’ombra del padre, pronto ed attento, vigilante e forte. Per tre volte in questa pagina di Vangelo, Giuseppe viene invitato con decisione a “prendere il bambino e sua madre»: così si evidenzia la sua funzione paterna nei riguardi del figlio, e sponsale nei riguardi della madre, al servizio d'un mistero più grande. Viene fatto risaltare anche il particolare rapporto di Maria con il figlio, poiché il bambino viene sempre riconosciuto nella sua profonda unità con la madre. Qui si ritrova il valore di ogni famiglia umana; la famiglia non vive chiusa in se stessa in maniera autoreferenziale, ma è un luogo aperto nel quale Dio può realizzare il suo disegno, sia in ordine al bene di ciascuna persona, sia in ordine al bene della famiglia, di tutto il popolo e di tutta l’umanità. Nel riconoscimento dell’origine e della dipendenza da Dio si può attingere alla fonte della vita ad accogliere il suo disegno. Da qui prendono rilievo i comandamenti ed i suggerimenti delle altre letture: «Il Siracide che esorta a onorare il padre, e la Lettera ai Colossesi che detta splendide regole di vita ad ogni famiglia ed ad ogni comunità umana».

Venerdì 30 Dicembre 2022                                        

SANTA FAMIGLIA (f) (anno A) 

S. Felice I; S. Giocondo; S. Eugenio vescovo; S. Ruggero

Sir 3,2-6.12-14; Sal 127; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie

La pace di Cristo regni nei vostri cuori; la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

(Colossesi 3,15.16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 127)
Rit: Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

La pace di Cristo regni nei vostri cuori; la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

(Colossesi 3,15.16)

29 dicembre, 2022

Verso la beatificazione della piccola Antonietta di Gesù

 La Congregazione delle cause dei santi ha infatti fissato ai primi del prossimo ottobre la data per la consulta dei teologi. A questa tappa, dopo la riunione dei cardinali, seguirà a breve la proclamazione delle virtù eroiche e Antonietta sarà dichiarata venerabile. Anche il processo super miro, istruito nella diocesi di Dallas in Texas, per il miracolo di una guarigione straordinaria attribuita all’intercessione di Antonietta di Gesù, è giunto a buon punto. Si attende per la primavera del prossimo anno la beatificazione. Se tutto si svolgerà speditamente Antonietta Meo diverrà presto la più giovane beata non martire elevata agli onori degli altari, la più piccola nella storia della cristianità.

Nella foto, Antonietta Meo (di Gesù), in vacanza a Montopoli abbraccia la croce. ha vissuto la sua personale Passione sui passi di Gesù, offrendo la propria sofferenza per la salvezza del mondo.



28 dicembre, 2022

Nella Memoria del Battesimo, della piccola Venerabile Antonietta Meo detta anche Antonietta di Gesù

 Nella Memoria del Battesimo, della piccola Venerabile Antonietta Meo detta anche Antonietta di Gesù


Nel 1930 Antonietta Meo Il 28 dicembre, come oggi, riceve il battesimo.

Santi Innocenti

 Santi Innocenti

autore: Pieter Paul Rubens anno: 1618 titolo: S. Vergine col Bambino circondata dalla corona dei SS. Innocenti

Nome: Santi Innocenti
Titolo: Martiri Cristiani
Ricorrenza: 28 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa
Protettore:
bambini


I Santi Innocenti sono quei bambini che furono trucidati in Betlemme e nei dintorni, quando il crudele Erode volle mettere a morte Gesù Cristo. Essi, non con la confessione della voce, ma con l'effusione del loro sangue divennero le prime vittime della fede, le primizie dei Martiri che la terra inviò al cielo dopo la nascita del Salvatore.

Ed ecco quello che racconta il Vangelo riguardo alla strage degli Innocenti.

Adorazione dei Magi
autore Girolamo da Santacroce anno sec. XVI titolo Adorazione dei Magi


Nato Gesù in Betlemme di Giuda al tempo del re Erode, ecco arrivare a Gerusalemme dei Magi dall'Oriente, e domandare: « Dov'è nato il re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo ». Udito questo, Erode, uomo sospettoso e crudele, rimase turbato e pensò subito di togliere dal mondo questo nuovo re.

Non avendo capito le Sacre Scritture, temeva che Gesù, sovrano del cielo e della terra, venuto al mondo per stabilire un regno spirituale nel cuore degli uomini, lo privasse di quel misero regno temporale ch'egli possedeva.

Per attuare il suo perverso disegno finse di voler anch'egli riconoscere e adorare questo nuovo re, e inviando i Magi a Betlemme, disse loro: « Informatevi diligentemente su questo bambino, e quando l'avrete trovato fatemelo sapere, acciocché venga io pure ad adorarlo ».

Ma Iddio dissipò lo scellerato progetto di questo principe, facendo in modo che i Magi ritornassero nei loro paesi passando per altra via.

Sogno di San Giuseppe
autore Daniele Crespi anno 1620 titolo Sogno di San Giuseppe


Intanto Erode, vedendosi burlato dai Magi, montò sulle furie, e pieno di rabbia prese la barbara risoluzione di fare uccidere tutti i bambini inferiori alla età di due anni nati in Betlemme e nei luoghi circonvicini, credendo di raggiungere così anche il nato re dei Giudei che egli temeva. Ma questo bambino riuscì a scampare dalle mani dei crudeli, poiché un Angelo aveva detto in sogno a Giuseppe: « Levati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, perché Erode lo cerca per farlo morire ».

Strage degli innocenti
autore Guido Reni anno 1611 titolo Strage degli innocenti


Pertanto Erode inviò dei soldati a Betlemme che, strapparono dal seno delle loro madri quanti bambini trovarono e li uccisero tutti senza risparmiare alcuno. Allora s'adempì ciò che era stato detto per bocca del profeta Geremia: « Un grido si è udito in Rama di gran pianto e lamento: Rachele che piange i figli suoi e non vuol essere consolata perché non sono più ». Queste parole profetiche rappresentano le amare lacrime che le madri sparsero su quei teneri figliuoletti scannati dalla barbarie di un empio.

Ma se piangevano le madri nel vedersi barbaramente trucidati davanti agli occhi i loro bambini, giubilò il cielo che si vide arricchito di innocenti vittime. Si rallegrarono infine gli Innocenti medesimi poiché si videro liberati dai pericoli del secolo e adorni della preziosa stola del martirio che avevano conseguito per i meriti di Gesù Cristo, in odio del quale erano stati fatti morire. La Chiesa li onora col bel titolo di « fiori dei Martiri », per la loro tenera età e per la loro innocenza.

PRATICA. Rispettiamo sempre l'innocenza dei piccoli e non commettiamo nulla che possa offuscarla.

PREGHIERA. Dio, la cui gloria oggi i Martiri Innocenti hanno conseguito non parlando, ma morendo, mortifica in noi tutti i mali e i vizi, affinchè anche la nostra vita confessi nei costumi quella fede che la nostra lingua esalta.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Betlèmme di Giuda il natale dei santi Innocenti Martiri, i quali furono per Cristo uccisi dal Re Eróde.


✝ Pensiero del 28 dicembre 2022

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario, TU, sei stato Martirizzato, per Amore, della tua famiglia e per Amore, della tua Amata Sicilia, per il prossimo, ma TU, eri innocente.


Barbara


Versetto del Giorno

La verità è principio della tua parola, resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.

Salmo 119:160


Nella Memoria, del Battesimo, della piccola Venerabile Antonietta Meo detta anche Antonietta di Gesù


Mercoledì – Ottava di Natale – SANTI MARTIRI INNOCENTI
L’origine di questa festa risale almeno al IV secolo, e con essa la Chiesa onora le vittime della crudeltà del sanguinario Erode, re di Giudea. Queste anime innocenti ci ricordano l’eminente dignità dei bambini: come oggi non fa notizia la soppressione silenziosa e spietata della vita nascente fin dal grembo materno, allora non destò scalpore l’efferata strage con cui, in un piccolo borgo della Giudea – Betlemme, indicato dalla Scrittura quale luogo di nascita del Salvatore d’Israele – vennero massacrate diverse decine di bambini innocenti. L’episodio, infatti, è narrato solo dall’evangelista Matteo, che ne conclude il racconto segnalando come con questo tragico evento si adempì la profezia biblica riportata nel libro del profeta Geremia (cfr. Mt 2,18). Questi bambini costituiscono l’avanguardia dell’interminabile schiera di santi che hanno dato la vita per testimoniare la fede. San Pio V elevò al grado di festa questa celebrazione che così, accanto a santo Stefano e all’evangelista Giovanni, ci presenta le anime di questi piccoli fanciulli, rivestiti delle candide vesti dell’innocenza, come un coro che, intorno alla culla di Gesù Bambino, canta la gloria del Re dei re.
Meditazione sul Vangelo di Mt 2,13-18
Scelti per Cristo.
La terza primizia di questo tempo natalizio ci viene donata dai Santi Innocenti. Nel grido e nel pianto delle madri di Betlemme viene raccolto tutto il dolore innocente, misteriosamente associato al sangue di Cristo e all’offerta della sua vita. I piccoli martiri fanno da paravento al piccolo Gesù, difendendolo dalla morte, e nello stesso tempo ne anticipano il mistero di salvezza che si compirà con l’effusione del suo sangue.
C’è una partecipazione oggettiva al mistero di Cristo; questi bambini sono stati coinvolti dentro la sua vicenda perché vicini a lui, storicamente e geograficamente. In qualche modo, per ogni bambino e per ogni uomo è così: noi apparteniamo all’umanità di Cristo, il quale ha preso la carne e il sangue degli uomini, suoi fratelli. Spesso indugiamo a sottolineare la nostra consapevolezza e la nostra decisione nello stare con Cristo. In realtà è assai più un essere scelti, che non uno scegliere, un essere presi, che non un prendere. Nasciamo in una storia che non è nostra, in un contesto esistenziale che non è stato determinato da noi, veniamo collocati in una umanità in cui il male imperversa e nella quale la salvezza di Cristo è entrata ad operare. Per questo il male non è più semplicemente male, ma diventa l’oggetto sul quale si riversano la misericordia e la redenzione del Signore. Come dice sant’Ambrogio: «Il peccato ci ha giovato di più di quanto ci abbia nociuto, in quanto la nostra redenzione ha trovato la grazia divina» (De istituitone virginia, 104). Il delitto di Erode e il dolore delle vite spezzate, sono inserite nel mistero di Cristo e partecipano alla sua azione redentiva. La Chiesa madre continua a offrire il sacrificio dei suoi figli martiri, bambini, giovani, adulti, rendendo consapevole e attiva la loro offerta oggettiva. Per questo realizzano un’opera intensamente educativa quanti mirano a far riconoscere a chi soffre, particolarmente nel dolore innocente, la partecipazione al sacrificio di Cristo. Tale è stata l’opera di Don Carlo Gnocchi, che consolò il dolore innocente dei bambini mutilati e feriti, non solo con l’opera della medicina e della chirurgia, ma anche insegnando loro a offrire le sofferenze a Gesù crocifisso.

Mercoledì 28 Dicembre                                       

SS. INNOCENTI MARTIRI (f); S. Gaspare del Bufalo

Ottava di Natale

1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

Chi dona la sua vita, risorge nel Signore

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama la candida schiera dei martiri.


SALMO RESPONSORIALE (Salmo 123)
Rit: Chi dona la sua vita risorge nel Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:

«Egli ha fatto cielo e terra».

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama la candida schiera dei martiri.


27 dicembre, 2022

San Giovanni Apostolo Evangelista


San Giovanni Apostolo Evangelista

autore: Carlo Dolci anno: XVII secolo titolo: San Giovanni Evangelista luogo: Palazzo Pitti, Firenze
Nome: San Giovanni
Titolo: Apostolo ed evangelista
Nascita: I secolo , Betsaida
Morte: 104 circa, Efeso
Ricorrenza: 27 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


Figlio di Zebedeo e Maria Salome e fratello di Giacomo il Maggiore, esercitava la professione del pescatore nel lago di Tiberiade, quando Gesù lo chiamò all'apostolato.

Giovanni allora era nel fiore degli anni, purissimo, e per questa sua purità meritò singolari favori dal Signore; udita la voce di Dio, abbandonò le reti e assieme al fratello seguì Gesù.

I due fratelli ricevettero il nome di figli del tuono per la loro impetuosità.

Ultima Cena
autore Valentin de Boulogne anno 1625-1626 titolo Ultima Cena


Giovanni, assieme a Pietro e Giacomo, fu testimonio della trasfigurazione e, nell'ultima cena potè reclinare il capo sul petto adorabile del Salvatore.

Fu poi vicino a Gesù non solo nel tempo della letizia, ma anche in quello del dolore: nell'orto del Getsemani, e unico degli Apostoli, sul Calvario.

Gesù Cristo Crocifisso, la Vergine Addolorata, Santa Maria Maddalena e San Giovanni
autore Guido Reni anno 1619 titolo Gesù Cristo Crocifisso, la Vergine Addolorata, Santa Maria Maddalena e San Giovanni


Ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecoste, infiammato di ardente amore, annunziò il Vangelo ai Giudei, in compagnia del Principe degli Apostoli.

Fu messo in prigione, flagellato, ma tutto sopportò con allegrezza, contento di essere reputato degno di patire contumelie pel nome di Gesù Cristo.

Passò la maggior parte dei suoi anni in Efeso in compagnia della Madonna: quivi fondò una fiorente comunità religiosa e governò le Chiese circonvicine.

Chiamato da Domiziano, dovette recarsi a Roma, ove fu condannato alla immersione in una caldaia di olio bollente. Il Santo però non ne ricevette alcun danno, anzi usci dal supplizio più vegeto di quanto vi era entrato.

Visione di San Giovanni Evangelista
autore Battista Dossi anno XVI sec titolo Visione di San Giovanni Evangelista


Allora gli fu commutata la pena di morte in quella dell'esilio nell'isola di Patmos, ove scrisse l'Apocalisse. Domiziano mori ed avendo Nerva, suo successore, annullato il di lui operato, Giovanni ritornò ad Efeso riprendendo il governo delle sue Chiese.

Sorsero in quel tempo eresiarchi che spargevano dottrine false contro i dogmi della fede e specie contro la divinità di Gesù Cristo.

Essendo l'unico Apostolo ancora vivente, fu pregato dai fedeli e vescovi di mettere per iscritto la dottrina che predicava: così scrisse il quarto Vangelo che suppone i primi tre e li completa. È il Vangelo della divinità di Cristo.

Lasciò pure in dono alla Chiesa tre lettere canoniche, nelle quali trasfuse tutto l'amore di cui ardeva la sua grand'anima.

Già cadente per gli anni, nè potendosi più reggere, si faceva portare in chiesa per predicare, ma non ripeteva che queste parole: « Figliuolini miei, amatevi l'un l'altro ». Stanchi di udire sempre lo stesso ritornello i fedeli gli fecero rimostranze; ma egli rispose: « È questo il gran precetto del Signore, fate questo e avrete fatto abbastanza ».

Raggiunse l'età di 100 anni e fu l'unico fra gli Apostoli che non suggellò col sangue il suo apostolato.

San Giovanni è sempre raffigurato insieme ad un’aquila perché lui, rispetto agli altri tre evangelisti, nel vangelo ha parlato con una visione più alta e ampia verso l’assoluto.

PRATICA. Impariamo ad amarci l'un l'altro secondo il precétto di Gesù.

PREGHIERA. O Apostolo prediletto, insegnateci ad amare Gesù, come voi lo amaste, insegnateci ad amar Maria colla purità della vita, colla dolcezza e l'affetto del cuore, di cui lasciaste si bell'esempio.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Efeso il natale di san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, il quale, dopo avere scritto il Vangelo, dopo essere stato relegato in esilio e dopo la divina Apocalisse, vivendo fino al tempo del Principe Traiano, fondò e governò le Chiese di tutta l'Asia, e finalmente, consunto dalla vecchiaia, mori nell'anno sessantottesimo dopo la passione del Signore, e fu sepolto presso la detta città.

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✝ Pensiero del 27 dicembre 2022

 

SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario, TU, sei come San Giovanni Evangelista. L’uomo dell’Amore e della carità buona.

Barbara

Versetto del Giorno
Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
Romani 6:23

Martedì – Ottava di Natale – SAN GIOVANNI APOSTOLO EVANGELISTA
Giovanni era figlio di Zebedeo e Salome, una delle pie donne che seguivano sempre Gesù e i suoi discepoli. Con il padre e il fratello Giacomo, detto il “Maggiore”, faceva il pescatore sul lago di Genezaret. Già discepolo del Battista, quando questi indicò loro in Gesù l’Agnello di Dio, insieme ad Andrea fratello di Simone, andò ad incontrare il Maestro: quel primo incontrò con Gesù fu così importante nella sua vita che, decenni dopo, quando Giovanni mise per iscritto il suo Vangelo, ricordava ancora perfino l’ora in cui era avvenuto: «erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 1,37). Il “discepolo che Gesù amava”, assistette alla Passione accanto alla Vergine e, secondo il comando di Gesù, la accolse come madre e a lei si affidò come figlio. Tre giorni dopo, con Pietro corse al sepolcro e testimonio la Risurrezione di Gesù. Insieme a Maria si trasferì poi ad Efeso. Esiliato in seguito nell’isola di Patmos, Giovanni fu rapito in estasi nel giorno del Signore ed ebbe le visioni che descrisse nell’Apocalisse. Morì a Patmos tra la fine del l e l’inizio del Il secolo.
Meditazione sul Vangelo di Gv 20,2-8
Il discepolo che sapeva amare.
Il Vangelo di Giovanni si caratterizza per la capacità di cogliere l’intera vicenda della vita del Salvatore “a partire dal mistero, dimostrando come questo arrivi fino alla carne e al sangue dell’uomo” (Benedetto XVI). Impariamo ad imitare anche nella nostra vita l’insegnamento del “discepolo amato”, poggiamo il nostro capo sul petto di Gesù e immergiamo il nostro cuore in quello divino, per riaverlo ripieno del suo stesso amore.
Nel Vangelo d'oggi è possibile scorgere una serie di diversi atteggiamenti nella ricerca di Cristo: «c’è l’affetto di Maria, che la conduce al sepolcro in un’ora certamente pericolosa poiché “era ancora buio”, rivelando un amore totalmente dimentico di sé, capace di oltrepassare ogni limite naturale pur di stare con il Signore». C’è la lentezza di Pietro che rivela un cuore ancora timoroso, forse fino a quel momento ancora troppo razionale. Infine, c’è la corsa veloce dell’apostolo Giovanni, il discepolo amato che svela un amore acceso e attento, che ha conosciuto, ha amato e desidera far conoscere il suo Amato! Un amore che “sa vedere”, che “sa riconoscere” Cristo all’interno di una storia segnata dai fallimenti umani e che sembra renderlo sconosciuto; egli è il testimone che sa “far vedere” il Signore risorto, lo indica a chi non è in grado di riconoscerlo, o lo considera un estraneo, perché ama il Signore con un amore che rende il suo sguardo penetrante. Com’è la mia relazione d’amore con il Signore? Con quale delle tre figure offerteci dal Vangelo potrei dire d'identificarmi di più? Giovanni era il discepolo che Gesù amava perché sapeva amare! Perché aveva saputo accogliere l’amore profondo del Maestro, lasciandosi trasformare e modellare con la docilità di chi vuole corrispondere “correndo” con fedeltà e generosità sul cammino della sua Volontà. Nel Vangelo d'oggi questo discepolo resta anonimo: «Si parla di Simon Pietro e di Maria di Magdala, mentre il nome di Giovanni resta inespresso. Sembra quasi un invito per tutti coloro, noi compresi, che desiderano essere discepoli del Maestro: «Ognuno di noi può sostituire “l’altro discepolo” con il proprio nome, ed imitare quella relazione profonda con Gesù che lo caratterizzò». Un amore ricevuto e ricambiato, capace di restare fedele fin sotto la croce e di riconoscere Cristo Risorto anche nelle vicende d'una vita problematica e faticosa, anche lì dove l’umano ragionare s’infrange davanti al mistero».

Martedì 27 Dicembre   

S. GIOVANNI AP. EV. (f); S. Fabiola; S. Teodoro

Ottava di Natale

1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

Gioite, gioite nel Signore


Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.