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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Meditazione sul Vangelo di Gv 2,1-11
Fate quello che vi dirà.
L’immagine delle nozze occupa un posto centrale nella liturgia di oggi. Nel vangelo si parla delle nozze di Cana, prefigurando Gesù come Sposo. Gerusalemme non sarà chiamata «Abbandonata» né «Devastata», ma sarà chiamata «Sposata», e la sua terra avrà uno sposo (prima lettura). La comunità cristiana, sposa di Cristo, gode della diversità di carismi che l’unico e medesimo Spirito sparge su di lei per metterli al servizio di tutti, e che costituiscono il dono nuziale di Cristo sposo (seconda lettura).
Nell’Antico Testamento si menziona con frequenza la figura dello sposo per parlare delle relazioni del Signore con il suo popolo, Israele. Dio, in quanto sposo, mostra di essere geloso verso il suo popolo e spesso questa sua gelosia si manifesta come castigo, quando la sposa non corrisponde al suo amore; il castigo purifica la “Sposa-popolo”, rendendola degna di ritornare al primo amore. Dio si rivela anche come sposo fedele che, nonostante tutto, mantiene la sua parola di alleanza, di indissolubilità e di lealtà. Infine, è uno sposo che trabocca di gioia nello stare col suo popolo e nell’accompagnarlo nelle sue vicissitudini. La figura sponsale del Signore, con le tre caratteristiche indicate, prepara la rivelazione di Gesù come sposo della Chiesa nel Nuovo Testamento. Dare e darsi, donare e donarsi, donazione, generosità… sono parole frequenti nel vocabolario dei cristiani. Le ascoltiamo non poche volte nelle omelie, nella catechesi, nella conversazione quotidiana. Grazie a Dio, non sono soltanto parole, ma una vera realtà nella Chiesa. C’è la generosità nel dare parte dei propri beni. C’è la generosità del dare se stessi: quanti missionari e missionarie, quante volontarie e volontari, che danno la loro vita fuori della propria patria, in paesi lontani, in mezzo a grandi difficoltà, mettendo in pericolo la loro stessa vita. C’é la generosità interiore, la generosità del cuore nei confronti di Dio, con il vicino, con il figlio malato di aids o tossicodipendente, con il marito in stato terminale, con la madre anziana che non può più badar a se stessa. Tante persone che forse non danno denaro, o ne danno poco, perché non ne hanno, e non partono nemmeno come missionarie o volontarie verso altri paesi, ma che danno se stesse, offrono il loro affetto, la loro pazienza, la loro disponibilità, il loro tempo, la loro virtù, la loro scienza.
Domenica 16 Gennaio
2.a del Tempo Ordinario (anno C)
S. Marcellino I; S. Tiziano; B. Giuseppe A. Tovinì
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore
Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
(II Tessalonicesi 2.14)
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 95)
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
(II Tessalonicesi 2.14)
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