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03 ottobre, 2021

Quel Rosario davvero speciale di Giovanni Paolo I

 Quel Rosario davvero speciale di Giovanni Paolo I 



Quel Rosario davvero speciale di Giovanni Paolo I che dovrebbe farci riflettere. Ne hai uno sempre con te?

Se invitassi, durante un’adunanza di cattolici, signore e signori a mostrare quel che tengono in tasca o nella borsetta? Vedrei certo in quantità pettini, specchietti, tubetti di rossetto, portamonete, accendini, sigarette ed altre cose più o meno utili.

Windthorst, uomo di stato tedesco, fu invitato una volta da alcuni amici non praticanti a mostrare la sua corona. Era uno scherzo: gli avevano prima sottratta la corona dalla tasca sinistra. Windthorst, non avendola trovata nella sinistra, mise la mano nella tasca destra e fece bella figura. Aveva sempre una corona di ricambio!

Cristoforo Gluck, grande musico, durante i ricevimenti alla corte di Vienna, si appartava alcuni minuti per recitare il suo rosario.

Il beato Contardo Ferrini, professore universitario a Pavia, invitava a recitarlo gli amici, nella cui casa eraRosario02 ospite. S. Bernadetta assicurava che, quando la Madonna le apparve, aveva la corona al braccio e le chiese se ella pure l’avesse, invitandola a recitarla.

Perché il rosario da alcuni è contestato. Dicono: è preghiera infantilistica, superstiziosa, non degna di cristiani adulti. Oppure: è preghiera che cade nell’automatismo, riducendosi a una ripetizione frettolosa, monotona e stucchevole di Ave Maria. Oppure: è roba d’altri tempi; oggi c’è di meglio: la lettura dalla Bibbia, per esempio, che sta al rosario come il fior di farina sta alla crusca.

Mi si permetta di dire in proposito qualche impressione di pastore d’anime. Prima impressione: la crisi del rosario viene in secondo tempo. In antecedenza c’è oggi la crisi della preghiera in generale.

La gente è tutta presa dagli interessi materiali; all’anima pensa pochissimo. Il fracasso poi ha invaso la nostra esistenza. Macbeth potrebbe ripetere: ho ucciso il sonno, ho ucciso il silenzio! Per la vita intima, la “dulcis sermocinatio” o dolce colloquio con Dio si fa fatica a trovare qualche briciola di tempo.

È un danno. Diceva Donoso Cortes: “Oggi il mondo va male perché ci sono più battaglie che preghiere”. Si sviluppano le liturgie comunitarie, che sono certo un gran bene: esse però non bastano: occorre anche il colloquio personale con Dio.

(Papa Giovanni Paolo I)



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