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25 ottobre, 2021

Pensiero del 25 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 13,10-17

Diciotto anni.

Il Vangelo parla di “figliolanza”: la donna curva da diciotto anni viene definita da Gesù “figlia di Abramo”. L’incontro con Cristo la rende libera e figlia di Dio. Quella donna siamo noi in quanto Chiesa. Curva, cioè prigioniera. La donna viene privata di una parte della sua umanità, non può volgere lo sguardo verso il Cielo. Essa rappresenta l’umanità incurvata su di sé, chiusa nel proprio egoismo, schiava del peccato. Da diciotto anni. Nel libro dei Giudici si racconta che gli Israeliti vengono oppressi due volte per diciotto anni (Gdc 3,14; 10,8). Diciotto risulta dalla moltiplicazione di 6 x 3. Il 6 indica l’imperfezione, è il numero dell’umanità (creata il sesto giorno) segnata dal limite, mentre il 3 è, come il 7, un numero divino. Il diciotto rappresenta l’intervento di Dio all’interno del limite dell’uomo. L’incontro con Cristo doveva accadere il diciottesimo anno. Gesù la raddrizza, cioè la libera. Gesù vede la donna, la chiama e le parla. L’inferma esce dall’anonimato, diviene un soggetto di relazione. Gesù si prende cura di lei personalmente, la eleva al rango di individuo. Il giorno di sabato. La risposta di Gesù presenta un gioco di parole in greco: l’atto dello slegare il bue o l’asino, e la liberazione della donna, vengono espressi con un unico verbo: lyo, che significa “sciogliere”. Israele viene finalmente liberato, slegato, sciolto dalle catene. Gesù restituisce al sabato il suo significato originario: è tempo di liberazione. Lì, Dio agisce per salvare quelli che sperano in lui. La domenica, il giorno del Signore (compimento del sabato), è il tempo segnato dal numero diciotto: l’irruzione del dinamismo di Dio (3) nel limite dell’uomo (6). La Chiesa, figlia di Abramo e discepola di Cristo, sperimenta la grazia della “posizione eretta”. Nessuno è più più curvo, legato, limitato a una prospettiva chiusa, ma tutti siamo abilitati ad alzare lo sguardo, a innalzarci verso l’orizzonte sconfinato di Dio.

25 Ottobre

Il nostro Dio è un Dio che salva

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità.

(Giovanni 17,17)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 67)
Rit: Il nostro Dio è un Dio che salva.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità.

(Giovanni 17,17)

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