Meditazione sul Vangelo di Lc 14,7-11
Mettiti all’ultimo posto.
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che insegna a dominare l’ambizione, che è di tutti, di mettersi ai primi posti. Quando l’umiltà è sincera, è gradita ed elogiata anche da coloro che non la posseggono.
Gesù racconta una parabola nella quale parla di un banchetto di nozze. Egli agisce come un maestro di sapienza e indica a tutti una via di prudenza e di saggezza umana, rifacendosi a quanto si legge nella Bibbia, precisamente nel libro dei Proverbi: “Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, perché è meglio sentirsi dire: sali quassù, piuttosto che essere umiliato davanti a uno superiore” (25 ,6-7). In pratica è quello che dice Gesù, se le Sue parole sono lette nella loro materialità. Ma osservandole bene, ci accorgiamo che Lui va oltre l’antica norma di saggezza umana. La forza del Suo discorso è tutta sulla relazione invitante-invitato. Per due volte si ripetono le espressioni: “quando sei invitato… venendo colui che ti ha invitato…”. Ciò che conta non è quello che si è in relazione agli altri, ma quello che saremo in relazione a Colui che ci ha invitato, quando questi verrà. Bastano queste indicazioni per capire che qui si tratta del giorno in cui ritornerà il “padrone di casa” o, meglio, il Signore. Di qui nasce una domanda cruciale: come fare perché colui che mi ha invitato, venendo, mi possa dire: “Amico, sali più in alto?”. Gesù risponde subito: “Vai a sederti all’ultimo posto”. Lui ci invita all’umiltà, a metterci tra gli ultimi per essere, quel giorno, tra i primi. Qui si esprime con una frase che i Vangeli riportano anche in altri contesti, ma sempre come risposta ai farisei (Mt 23,12; Le 18,14): “Chi si innalza sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato”. Il testo, quindi, promette il rovesciamento delle situazioni, un modo di valutare che vale più di quello usato dagli uomini. Il banchetto che conta davvero è quello del Regno, e l’essere umili è un requisito fondamentale per entrarvi.
30 Ottobre 2021
Il Signore non respinge il suo popolo
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