Gesù, sta preparando, per ognuno di noi una beatitudine eterna...........Noi, saremo presenti, o ci perderemo, per l'eternità il definitivo incontro con Lui?
Meditazione sul Vangelo di Lc 12,35-38
Sempre pronti.
Un giorno eravamo senza Cristo, esclusi dalla storia della salvezza, estranei all’alleanza. Adesso grazie al Suo sangue, la lontananza e l’estraneità sono state superate. Le apparenze non riescono a rendere visibile tutto il mistero che vive nell’intimo di ogni anima cristiana. Il brano evangelico di oggi ci parla dei discepoli del Signore che vivono nell’operosa attesa del Suo ritorno. Si deve sempre essere nell’atteggiamento pasquale di chi aspetta il passaggio di Dio per la liberazione. Non ci si deve assopire neppure per un attimo, con calcoli e rimandi estremamente imprudenti e che potrebbero risultare fatali.
Non è la prima volta che il discepolo è invitato a guardare oltre il concreto oggi e il concreto domani. Di qui nasce un atteggiamento di fondo del discepolo: se vuole “assicurarsi sulla vita”, se vuole dare uno sbocco sicuro e positivo alla sua esistenza ed essere davvero beato, cioè salvo, deve vivere nell’attesa ed essere pronto, con la cintura ai fianchi (come gli antichi ebrei che si apprestavano a lasciare l’Egitto in Es 12,1 1), per andare incontro al Signore che viene. L’allusione al libro dell’Esodo è significativa: quando verrà il Signore andremo con Lui altrove, là dove è il nostro tesoro (12,34), nella casa del Padre, nei cieli. Comunque, Luca non insiste su questo e preferisce mettere l’accento sul fatto che il Signore viene e che osserva l’attesa del discepolo, il modo in cui egli accoglie il suo Signore. Le immagini del testo vanno in questo senso e se ne spiegano i motivi. Le lampade devono stare accese; i servi svegli e pronti al servizio, perché non sanno quando il loro padrone ritornerà: può essere presto, o a mezzanotte, anche più tardi. Certo è, però, che non ci sarà tempo per prepararsi: perché non sappiamo a che ora verrà, così come quando viene il ladro. Può non piacere l’analogia “ladro – Figlio dell’uomo” (Gesù), ma la durezza dell’immagine imprime meglio la verità “non sapete a che ora verrà”. Anche l’immagine “servi-padrone” appare urtante: è l’eco di un tipo di società che oggi vorremmo superata. Gesù però l’addolcisce. Egli non si sente un padrone come gli altri, anzi, quel mettersi il grembiule per servire dice che Gesù non si è comportato con loro da padrone, ma da servo (12,37). Noi, quindi, aspettiamo il Signore che si è fatto nostro servo, per essere da Lui riconosciuti davanti agli angeli di Dio.
19 Ottobre
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
(Luca 21,36)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.
Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
(Luca 21,36)
Nessun commento:
Posta un commento