Meditazione sul Vangelo di Lc 10,38-42
Ascoltava la sua Parola.
Il brano evangelico di oggi ci parla della premura di Marta e Maria, immagine dell’amore per Cristo, fatto di opere, e ci insegna come vivere l’ospitalità cristiana, che è un appello a vincere la nostra egoistica pigrizia. Maria, però, ha capito soprattutto il valore dell’Ospite e allora si dedica all’ascolto della sua parola. La sua non è una perdita di tempo: Gesù in persona conta più di ogni altra cosa. Egli si presenta così, nella linea dei profeti che richiamano all’interiorità e alla santità, fuori da ogni ostentazione, che soffoca la vera relazione con Dio. Gesù appare come il tempio nuovo, nel quale si compie la comunione con il Padre.
La familiarità che traspare da questo racconto e le due sorelle, Marta e Maria, come pure la loro caratterizzazione, rimandano al racconto di Giovanni della risurrezione di Lazzaro (Gv 1 1) e alla Cena di Betania (Gv 12,l-8). Il luogo dell’incontro è proprio Betania, che si trova vicino a Gerusalemme, sulla strada per Gerico. Ora Luca ha appena parlato di un uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico e, mentre narrava, si è ricordato di un altro fatto capitato su quella strada: l’incontro di Gesù con Marta e Maria. Lo riporta qui, eliminando ogni connotazione cronologica e locale, perché gli serve per precisare meglio l’immagine del discepolo. Maria che sta seduta ai piedi di Gesù è un’immagine tipica del discepolo, ma lo è anche Marta che, nel suo donarsi, si rende davvero prossimo degli altri. Nessuna delle due, però, è ancora una immagine perfetta. Chi solo ascolta e non mette in pratica e “come colui che ha costruito la sua casa sulla terra senza fondamenta” (6,49), ma neppure chi troppo si distrae nel fare e non si fa attento ascoltatore di Gesù è un vero discepolo. Nel Vangelo di Luca la vera discepola è solo la Madre di Gesù, che accoglie con fede la Parola e va subito a servire (1,38-45). Il problema di Luca, però, è un altro. Dopo aver descritto la necessità di farsi prossimo, vuole che il discepolo capisca che non si può continuare in una attività di donazione senza quelle profonde convinzioni che vengono dall’ascolto della Parola di Gesù. E’ l’obbedienza al Padre che ha reso Gesù nostro prossimo; ed è l’obbedienza alla sua parola che rende noi prossimo degli altri. Di qui la necessità di ascoltare assiduamente, senza distrarsi in altro, come fa Marta; di qui il confronto tra il servizio e l’ascolto.
05 Ottobre
Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
(Luca 11,28)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 129)
Rit: Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
(Luca 11,28)
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