Chi si sposa, davanti a Dio, non riceve una semplice benedizione, ma riceve il dono dello Spirito Santo, che consacra gli sposi e li rende una sola realtà umana e spirituale.
Meditazione sul Vangelo di Mc 10,2-16
Il nostro Dio ha cura di tutto.
Potremmo dividere il brano odierno in due distinte sezioni: la prima incentrata sulla discussione con i farisei, la seconda sui bambini. Due quadretti che potrebbero rimanere scollegati tra loro, ma che la liturgia ci propone nella stessa domenica. Leggendo con profondità, troviamo un sapiente legame: Gesù ci chiama costantemente all’armonia, a quella pace pensata da Dio alle origini. Così era nel rapporto tra uomo e donna, e così è nel rapporto tra un bimbo e il suo genitore. Proprio quest’ultimo diviene segno della relazione semplice, limpida, filiale tra Dio e l’uomo che il Figlio è venuto a ristabilire.
Con il racconto di oggi, Gesù vuole restituire all’uomo la priorità di Dio. Egli, rispondendo ai farisei che lo avvicinano col chiaro intento di «metterlo alla prova», non risponde in modo freddo e duro, ma sceglie di portarli fuori dai loro cavilli e reindirizzare la loro vita dando a Dio il primo posto. Tutto il suo discorso mira a mostrare questo primato di Dio su tutto: la particolare attenzione al rapporto tra marito e moglie dice proprio il fatto che Dio si dedica a tutto, che Dio desidera entrare nella quotidianità di ogni famiglia costituita dall’unione matrimoniale. Alle origini, l’armonia tra uomo e donna, e tra loro e Dio, era piena. C’era un ordine, un legame innocente, una priorità appunto! Cristo vuole restituire l’uomo a quell’ordine iniziale, superando abbondantemente la legge. Oggi, come i farisei dell’epoca, rischiamo di sciupare continuamente quella bellezza cui siamo chiamati, facendo uscire Dio dalla nostra quotidianità. Allora manteniamo un “Dio della domenica” dissociato dalla nostra ferialità. Questo è lo stesso inganno del legalismo farisaico, dove il legame con Dio resta uno sterile formalismo, privo di cuore, di sapore, di bellezza. Ecco perché il Vangelo termina con la figura dei bambini. Essi ci richiamano le origini, quelle stesse cui ci vuole riportare Gesù. E ci richiamano soprattutto quella sana dipendenza, quella relazione di fiducia e di tenerezza che corre tra un figlio e il proprio padre. Con Dio dobbiamo imparare a comportarci come quei bambini del Vangelo: vivere, cioè, sapendo che Egli ha cura di noi, che è attento ad ogni attimo della nostra giornata, che senza di Lui la nostra vita perde di sapore e cade nella tristezza, che senza di Lui davvero non possiamo fare nulla.
03 Ottobre
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi, e l’amore di lui è perfetto in noi.
(I Giovanni 4,12)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 127)
Rit: Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi, e l’amore di lui è perfetto in noi.
(I Giovanni 4,12)
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