Se hai incontrato veramente Gesù, e hai sperimentato il Suo Amore, sarà difficile allontanarsi da Lui. Riconoscere una persona vuol dire averla già conosciuta prima.
Meditazione sul Vangelo di Lc 12,8-12
Rendete testimonianza!
Il cristiano è l’uomo che ha fede e spera contro ogni speranza. La fede costa sempre enormemente e contrasta la tendenza naturale che mira ad avere sicurezze evidenti. Il brano evangelico di oggi ci dice che non dobbiamo vergognarci mai di essere testimoni di Gesù; diversamente, Gesù stesso davanti al Padre, nell’ultimo giudizio, non ci riconoscerà. Ma non essere riconosciuti da Cristo significa essere destinati alla perdizione eterna. Del resto la professione cristiana sarà sostenuta dalla forza dello Spirito Santo. Gesù parla anche del peccato contro lo Spirito, che non è perdonabile, in quanto è il rifiuto della salvezza.
Il discepolo è chiamato ad annunziare al mondo Gesù Salvatore e lo deve annunziare senza paura, senza ipocrisia. Da ciò dipende la sua salvezza. Non farlo significa non riconoscere Gesù davanti agli uomini, rinnegarlo, bestemmiare contro lo Spirito Santo. L’ultima espressione è dura in Luca che la rivolge direttamente ai discepoli, a coloro che già hanno riconosciuto Gesù come Messia inviato da Dio e lo hanno accolto nella fede. Gesù, però, prevede che alcuni, sotto l’incalzare della persecuzione, della prova, o perché sollecitati dai piaceri e dal fascino delle ricchezze, verranno meno e negheranno di averlo conosciuto. Così del resto, farà Pietro, preso dalla paura, anche se poi se ne pentirà (22,54-62). In questa luce dobbiamo leggere tutto il brano evangelico di oggi. Il Signore invita a risolvere la situazione presente, pensando a quale sarà la situazione nel giorno in cui Lui, come Figlio dell’uomo glorioso, ritornerà. Sarà una situazione di fedeltà o di infedeltà? Dal modo di parlare di Gesù, secondo Luca, traspare sofferenza. Basti osservare che quando parla del discepolo che lo riconosce davanti agli uomini dice: “Anche il Figlio dell’uomo, cioè anche io, dirò che lo conosco davanti agli angeli di Dio”. Quando invece parla del discepolo che lo ha rinnegato, usa un passivo impersonale: “sarà rinnegato”. Gesù non dice esplicitamente che toccherà a Lui questo compito; Egli non vuole trovarsi in questa situazione. Ci sia dunque nel discepolo il vero timore di Gesù, la paura di dispiacergli, di essere separato da Lui. Di fronte al tribunale di Dio, Gesù vuole essere il nostro avvocato e vuole poter dire davanti al Padre: “Io lo conosco, appartiene a me, è mio discepolo”.
16 Ottobre
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, e anche voi date testimonianza.
(Giovanni 15,26)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, e anche voi date testimonianza.
(Giovanni 15,26)
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