Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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31 ottobre, 2021
LA NOTTE DEI SANTI 2021 - Il TEDEUM ITALIANO LATINO
Halloween?! NO, GRAZIE! SIAMO CRISTIANI!
Pensiero del 31 ottobre 2021
Il "prossimo" è chi Gesù, ci mette accanto.
Meditazione sul Vangelo di Mc 12,28b-34
Questo è il primo dei comandamenti.
Vale la pena di accostare questo brano a quello che lo precede nel racconto dell’evangelista Marco, ovvero la disputa tra Gesù e un gruppo di sadducei sulla risurrezione. Perché il contrasto tra i due episodi aiuta a mettere a fuoco il valore e la centralità di questo scambio di battute con uno scriba ‘illuminato’; quanto era stato contorto e fuorviante il tranello posto da coloro che non credono alla risurrezione con il caso della vedova di sette fratelli, tanto è immediato il dialogo con lo scriba. Con quest’ultimo, che Marco ci presenta dicendo che aveva visto come Gesù aveva ben risposto ai sadducei, si arriva subito al cuore della questione, ovvero qual è il primo comandamento. Per rispondere Gesù chiama in causa due diversi brani del Pentateuco, un celebre passo del Deuteronomio (Dt 6,4-5), l’incipit dello Shema, e un inciso del Levitico (Lv 19,18). Proprio dall’affiancamento dei due passaggi ecco che il grande comandamento dell’amore si apre in due direzioni, in verticale ma anche in orizzontale, dunque verso Dio che sta in alto ma anche verso i fratelli che stanno intorno. Ecco la sorpresa. Gesù continua a stupire i suoi interlocutori (non a caso lo scriba è pienamente soddisfatto, tanto da complimentarsi e ribadire il doppio comandamento con parole proprie), perché è pronto ma soprattutto perché è capace di portare all’essenziale e aprire all’assoluto tutte le questioni, quelle più pretestuose così come le grandi domande di senso. L’atteggiamento di Gesù è una provocazione per chi lo ascolta, dunque anche per noi. Se la risposta è così chiara, se la strada è così ben segnata, non ci sono date scuse per non seguirla. Gesù propone un amore a 360 gradi, senza se e senza ma, una conversione così alta e radicale che tutti la possono vedere, e scegliere. Nessuno potrà rifugiarsi dietro a presunte incomprensioni, fraintendimenti, varianti leggere; la strada è lì, a noi la scelta se percorrerla o no. Senza vie di mezzo.
31 Ottobre
Ti amo, Signore, mia forza
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
(Giovanni 14,23)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 17)
Rit: Ti amo, Signore, mia forza.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
(Giovanni 14,23)
30 ottobre, 2021
Camisasca: “Reggio Emilia ha bisogno di un vescovo giovane”. VIDEO
Camisasca: “Reggio Emilia ha bisogno di un vescovo giovane”. VIDEO
Venerdì sera a Decoder, alla viglia del 75° compleanno, il vescovo di Reggio e Guastalla ha tracciato un bilancio dei suoi 9 anni di episcopato: “Non è vero che sono stato un vescovo ‘politico’. Nel mio futuro riposo e preghiera”
REGGIO EMILIA – Il vescovo Massimo Camisasca è stato ospite ieri sera del settimanale Decoder. Alla vigilia dei 75 anni, ha tracciato un bilancio del suo episcopato e ha risposto a domande su molti temi di attualità.
“Sono stati 9 anni avventurosi – ha detto – segnati da tante gioie e anche da qualche sofferenza. Anni in cui ho incontrato tante persone che porterò con me”. Mercoledì 3 novembre il monsignore compirà 75 anni, raggiungendo così il limite di età fissato dal diritto canonico per i vescovi. Scriverà la lettera di rinuncia al ministero, poi sarà Papa Francesco a decidere sui tempi dell’avvicendamento.
Uomo di Comunione e Liberazione, vescovo di Reggio e Guastalla dalla fine del 2012, Camisasca dice di essersi trovato nella nostra provincia. Con il suo attivismo anche a livello nazionale, con le sue prese di posizione su temi controversi, con la sua personalità ha lasciato un’impronta. Ma non vuole sentirsi dire di essere stato un vescovo “politico”: “Assolutamente no, perché io non mi sono mai interessato di politica. Mi sono interessato dell’uomo e dei suoi problemi”. Camisasca dice di non gioire per l’affossamento in Senato del disegno di legge Zan sull’omotransfobia, ma conferma il suo giudizio negativo sul testo: “Mi sembra che ci sia stata una certa cecità e sordità di fronte a coloro, anche la Chiesa italiana, che chiedevano che questo progetto di legge molto pasticciato fosse rivisto e chiarito”.
Nel suo futuro Massimo Camiscasca vede riposo, meditazione e preghiera. E più tempo da dedicare alla lettura e alla scrittura. E per la Chiesa reggiana cosa spera? “Che venga un vescovo giovane che abbia più fede, speranza e carità di me e che possa aiutare questa Chiesa a camminare in avanti”.
Pensiero del 30 ottobre 2021
Meditazione sul Vangelo di Lc 14,7-11
Mettiti all’ultimo posto.
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che insegna a dominare l’ambizione, che è di tutti, di mettersi ai primi posti. Quando l’umiltà è sincera, è gradita ed elogiata anche da coloro che non la posseggono.
Gesù racconta una parabola nella quale parla di un banchetto di nozze. Egli agisce come un maestro di sapienza e indica a tutti una via di prudenza e di saggezza umana, rifacendosi a quanto si legge nella Bibbia, precisamente nel libro dei Proverbi: “Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, perché è meglio sentirsi dire: sali quassù, piuttosto che essere umiliato davanti a uno superiore” (25 ,6-7). In pratica è quello che dice Gesù, se le Sue parole sono lette nella loro materialità. Ma osservandole bene, ci accorgiamo che Lui va oltre l’antica norma di saggezza umana. La forza del Suo discorso è tutta sulla relazione invitante-invitato. Per due volte si ripetono le espressioni: “quando sei invitato… venendo colui che ti ha invitato…”. Ciò che conta non è quello che si è in relazione agli altri, ma quello che saremo in relazione a Colui che ci ha invitato, quando questi verrà. Bastano queste indicazioni per capire che qui si tratta del giorno in cui ritornerà il “padrone di casa” o, meglio, il Signore. Di qui nasce una domanda cruciale: come fare perché colui che mi ha invitato, venendo, mi possa dire: “Amico, sali più in alto?”. Gesù risponde subito: “Vai a sederti all’ultimo posto”. Lui ci invita all’umiltà, a metterci tra gli ultimi per essere, quel giorno, tra i primi. Qui si esprime con una frase che i Vangeli riportano anche in altri contesti, ma sempre come risposta ai farisei (Mt 23,12; Le 18,14): “Chi si innalza sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato”. Il testo, quindi, promette il rovesciamento delle situazioni, un modo di valutare che vale più di quello usato dagli uomini. Il banchetto che conta davvero è quello del Regno, e l’essere umili è un requisito fondamentale per entrarvi.
30 Ottobre 2021
Il Signore non respinge il suo popolo
29 ottobre, 2021
S. T. D. Giudice Rosario Angelo Livatino
S. T. D. Giudice Rosario Angelo Livatino
La sua ricorrenza si celebra il 29 ottobre, giorno in cui nel 1988, a 36 anni, ricevette il sacramento della confermazione, come compimento di un travagliato percorso di fede che abbracciò da adulto con convinzione.
Pensiero del 29 ottobre 2021
Meditazione sul Vangelo di Lc 14,1-6
Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Il Vangelo presenta, all’interno della cornice del banchetto, il motivo del rapporto tra umiliazione ed esaltazione: nell’ottica di Dio, le categorie vengono rovesciate. Il banchetto è immagine del paradiso, della condizione di pienezza in cui verranno a trovarsi i salvati. Per accedere al banchetto è necessario assumere la prospettiva di Dio, il suo punto di vista. E Dio possiede una prospettiva rovesciata rispetto alla nostra, che è terrena ed effimera: umilia chi si è esaltato, ed esalta chi si è umiliato. Qual è il significato profondo del banchetto? La comunione. Quando mangio, entro in comunione con il creato, con il Creatore, e con le persone che hanno pro curato il cibo e l’hanno trasformato per renderlo commestibile. Il cibo crea comunione. Per la mentalità biblica il condividere il medesimo cibo in un pasto comune, indica che si è parte di un’unica famiglia. Ecco perché il banchetto è il modo migliore per esprimere la realtà del paradiso: il paradiso è comunione. E la forma più alta di comunione è data dalle nozze. Infatti, nel nostro testo si parla di un banchetto nuziale. Con le nozze mi “nutro”, simbolicamente, dell’altro, lo interiorizzo. Il criterio di accesso al banchetto è dato dall’assumere l’umiltà come atteggiamento fondamentale. Cosa significa essere umile? Perché è così importante? Il termine italiano deriva dal latino humus, terra. L’umile non è chi rinuncia ai propri diritti, alla propria dignità. Umile è chi riconosce da dove viene, dalla terra. Adam, il primo uomo, è colui che è tratto dalla terra, la adamah. La radice del peccato consiste nel non accettare di venire dalla terra, non accettare di essere una creatura limitata, fragile, e voler essere Dio. L’umiltà non è, dunque, una caratteristica opzionale del credente; è la carta di identità del cristiano. Solo l’umile può accogliere la salvezza donatagli gratuitamente da Dio.
29 Ottobre
Celebra il Signore, Gerusalemme
Celebra il Signore, Gerusalemme
28 ottobre, 2021
Mai più la guerra!
Mai più la guerra!
Anne e Margot Frank campo di Auschwitz II-Birkenau. Sono state trasferite al kL Bergen-Belsen
28 ottobre 1944 | Un trasporto di 1.308 prigioniere ebree lasciò il campo di Auschwitz II-Birkenau. Sono state trasferite al KL Bergen-Belsen. Molto probabilmente tra loro c'erano le sorelle Anne e Margot Frank.
Santi Simone e Giuda
Santi Simone e Giuda
S. Simone fu soprannominato Cananeo o Zelote per distinguerlo da S. Pietro e da S. Simone, che succedette a S. Giacomo il Minore nella sede vescovile di Gerusalemme... continua
S. Giuda, soprannominato Taddeo per non confonderlo col traditore del Signore, era figlio di Cleofa e di Maria, cugina della Beatissima Vergine... continua
PRATICA. A imitazione dei due Apostoli, professiamo e difendiamo la fede cattolica senza rispetto umano.
PREGHIERA. O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.
MARTIROLOGIO ROMANO. Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o Zelota, e l'altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell'ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
Pensiero del 28 ottobre 2021
Due uomini, come tanti, chiamati a testimoniare la Risurrezione del Signore in maniera unica ed irripetibile. Ma a ciascun battezzato, è affidata la medesima missione.
Meditazione sul Vangelo di Lc 6,12-19
Uguali per dignità, diversi perché individui.
Il Vangelo presenta la scelta dei Dodici apostoli da parte di Gesù. Il Gesù di Luca viene sorpreso spesso in atteggiamento di preghiera. Lasciamo che la sua Parola risuoni nella nostra memoria, che la sua acqua irrighi i nostri deserti, che il suo sole illumini e riscaldi le nostre zone di ombra, che le sue ali ci forniscano un rifugio sicuro. Forse consideriamo la preghiera una pratica inutile. La preghiera esula dalla logica mercantilistica; è pura relazione, riconoscimento reciproco, dinamismo di amore. Quando il Santo Curato d’Ars chiese al contadino quale fosse la sua preghiera, quello rispose: “Io lo guardo, e lui mi guarda”. Solo la preghiera sostiene l’apostolo. In un certo senso, siamo tutti apostoli (inviati, mandati). Essere apostolo significa riconoscere la propria identità e missione. Perché Gesù opera una selezione? Le persone non sono tutte uguali? Siamo uguali per dignità, ma non in quanto individui. La selezione attuata da Gesù è necessaria perché la Chiesa ha bisogno di vari ministeri. Ci vengono riferiti i nomi dei dodici apostoli. Sono persone concrete, singoli individui, non funzioni intercambiabili. Ognuno di quei nomi rappresenta una storia, una vita, un fascio di speranze, attese, delusioni, sofferenze e gioie. Non siamo tutti uguali di fronte a Dio, non siamo una massa di cloni, un oceano indistinto. Siamo tutti diversi, e tutti amati singolarmente. Possediamo temperamenti e caratteri diversi, storie e esperienze diverse, abilità, capacità, sensibilità diverse, e proprio per questo siamo tutti indispensabili per il Regno. Se mancasse anche un minimo pezzo della nostra intera personalità, il Regno sarebbe più povero. Noi valiamo, in quanto cristiani, non perché ricopriamo dei ruoli, ma perché siamo amati da Dio così come siamo, nella nostra unicità.
28 Ottobre
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama il coro degli apostoli.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama il coro degli apostoli.
27 ottobre, 2021
Accadde Oggi 27 ottobre 1938 iniziava la prima deportazione di massa degli ebrei
#AccaddeOggi 27 ottobre 1938 iniziava la prima deportazione di massa degli ebrei dal Reich tedesco. Nel corso di due giorni, i tedeschi arrestarono 17.000 ebrei con cittadinanza polacca che vivevano in Germania (alcuni per la maggior parte della loro vita) e li deportarono con la forza oltre il confine con la Polonia. I deportati ebrei sono stati colti completamente alla sprovvista, la maggior parte non ha avuto assolutamente tempo di prepararsi prima della loro espulsione violenta.
Pensiero del 27 ottobre 2021
Meditazione sul Vangelo di Lc 13,22-30
La porta e il banchetto.
Nella prima lettura, lo Spirito funge da punto di raccordo tra il cuore dell’uomo e Dio. Dio vuole che tutti siano salvi. Tutti sono chiamati, e tutti sono responsabili della risposta alla chiamata. L’affermazione principale è che “tutto concorre al bene, per coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Il Vangelo parla della difficoltà a entrare nella salvezza definitiva: nessuno è avvantaggiato, ognuno è chiamato a interiorizzare le esigenze del Regno. Chi si salva? Perché l’aver mangiato e bevuto in presenza di Gesù, e l’averne ascoltato la predicazione, non sono motivi sufficienti per entrare nella dimora eterna? Per ben quattro volte i non-salvati vengono chiamati “voi”. Questo ha un impatto fortissimo sulla comunità cristiana riunita in assemblea mentre ascolta il Vangelo. Quegli esclusi possiamo essere “noi”. Quando ci troveremo di fronte al giudizio, il fatto di essere cristiani non sarà un’attenuante, ma un’aggravante: “Pur conoscendo il Vangelo, non lo avete vissuto, mentre altri, pur non conoscendolo, lo hanno vissuto”. Si salvano quelli che praticano la giustizia, che – anche inconsapevolmente – seguono le orme dei Patriarchi e dei profeti di Israele. I salvati vengono da ogni angolo della terra, potremmo dire, da ogni cultura, generazione, religione, modo di pensare. Essi accederanno al banchetto escatologico, compimento del banchetto eucaristico; erano “ultimi”, ora sono “primi”. Questa impostazione non deve farci credere che l’appartenenza alla comunità cristiana sia facoltativa. Al contrario! Le parole di Gesù sono rivolte a noi, credenti, perché non presumiamo una salvezza facile, quasi dovutaci da Dio perché apparteniamo alla sua Chiesa. L’essere battezzati non ci esime dal nostro compito principale: praticare la giustizia. Anzi, proprio il cristiano sa, meglio di altri, cos’è la giustizia. La giustizia è la volontà di Dio manifestata in Cristo. La giustizia consiste, secondo l’impostazione propria di Luca, nel condividere i propri beni con gli altri, nell’edificare una comunità di comunione
27 Ottobre
Nella tua fedeltà ho confidato, Signore
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
(II Tessalonicesi 2,14)
SALMO RESPONSORIALE (Salmi 12)
Rit: Nella tua fedeltà ho confidato, Signore.
Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari se io vacillo.
Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
(II Tessalonicesi 2,14)
27 novembre 2020 - 27 ottobre 2021 undici mesi senza don Antonio Maffucci FSCB
27 novembre 2020 - 27 ottobre 2021 undici mesi senza don Antonio Maffucci FSCB
Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.
(Filippesi 3,8)
REQUIEM
AETERNAM
Réquiem
aetérnam dona eis, Dómine,
et
lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant
in pace. Amen.
L'ETERNO
RIPOSO
L'eterno
riposo dona a don Antonio,
o Signore,
e
splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi
in pace. Amen.