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13 giugno, 2022

✝ Pensiero del 13 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

S. Antonio, da vero discepolo, ha compreso, l'amore come resa incondizionata, al nemico.


NELLA MEMORIA dell'epilogo tragico del Piccolo ALFREDINO RAMPI

NELLA MEMORIA DI PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB

NELLA MEMORIA DI don Antonio Bello, Vescovo_Venerabile

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,38-42

Anch’io posso arrivare alla sanità.

Cos’è che fa sì che un uomo o una donna siano santi, mentre altri restano nell’anonimato? La risposta ci viene offerta da san Paolo, nel suggerimento che dà ai Corinzi: «vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio». Queste parole ci insegnano che occorre approfittare delle grazie che Dio ci concede. In questo senso, celebriamo oggi la memoria di sant’Antonio di Padova, quale modello esemplare ed universalmente noto, per rammentarci che anche noi siamo chiamati alla santità, ciascuno attraverso la sua specifica vocazione.

Si dice che Ignazio di Loyola, dopo il ferimento nell’assedio di Pamplona, durante i lunghi giorni della sua convalescenza, abbia preso a leggere un libro sulle vite dei santi e che, colpito nel vivo dal loro esempio, si sia posto la domanda forse più trascendente della sua vita: «se Francesco, Antonio e Domenico hanno potuto diventare santi e lo sono stati veramente, perché non posso provarci anch’io?». Senza dubbio agiva in lui la grazia di Dio, ma è pur vero che Ignazio seppe accoglierla con cuore nobile e ben disposto ad assecondarla; ed il risultato, lo sappiamo, fu tutt’altro che infruttuoso. E ciò è proprio quel che ci esorta a fare il brano tratto dalla lettera di Paolo: non si devono ricevere invano e restituire infruttifere le innumerevoli grazie che il Signore ci offre nel corso della nostra esistenza. Oggi è il giorno della salvezza, ora è il momento favorevole! Dio non chiede altro che la nostra cooperazione sincera e fedele alla sua grazia; occorre, dunque, vivere ben desti e vigili per non lasciarci catturare dalle preoccupazioni del mondo. Il programma spirituale ce lo indica il Vangelo che, tra le altre, pone quale esigenza concreta quella dell’amore per il prossimo, un amore che va oltre il “non fare il male”, perché può giungere fino alle altezze del perdono magnanimo verso i nemici e della collaborazione disinteressata con chi chiede il nostro aiuto. Nulla di ciò passa inosservato agli occhi di Dio, né quel che Egli ci chiede di compiere è mai al di là delle nostre forze.

Lunedì 13 Giugno    

S. Antonio di Padova (m); S. Cetéo o Pellegrino
11.a del Tempo Ordinario

1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

Sii attento, Signore, al mio lamento

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

(Salmo 118)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 5)
Rit: Sii attento, Signore, al mio lamento.

Oppure:
Ascolta, Signore, il povero che ti invoca.

Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.

Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

(Salmo 118)


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