✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Tre volte Pietro, dirà ti voglio bene per riparare, al triplice rinnegamento.
Meditazione sul Vangelo di Gv 21,15-19
È molto interessante vedere come Cristo chiede a Pietro di prendersi cura dei suoi fratelli come dimostrazione d’amore. Non gli chiede di pregare molto né di dire belle parole – queste poi verranno spontaneamente se l’amore è reale – ma gli chiede di prendersi cura degli altri, avvicinarli a Dio, portare il Vangelo, mostrare la via della salvezza. Ogni cristiano deve sentirsi interpellato da Dio in quel “pasci le mie pecorelle”, che significa “educa i tuoi figli alla fede”, “dai testimonianza di vita cristiana a quelli che conosci, parla come cristiano ovunque tu sia, collabora con la tua parrocchia che è il luogo dove sono le mie pecore. Ecco, Cristo ci chiede amore e lo vuole tradotto in opere, vuole soprattutto che ci prendiamo cura delle sue pecore insegnando loro, con il nostro esempio, a vivere secondo la sua volontà.
In una simpatica commedia teatrale della prima metà del XX secolo, appare un preoccupato marito che chiede alla moglie se lei lo ami. Essa gli risponde: “Da quarant’anni lavo i tuoi calzini, e ancora mi chiedi se ti amo?”. Quando Cristo ci chiede – come ha fatto con Pietro – se lo amiamo, si aspetta da noi una risposta basata su fatti concreti. “Signore, certo che ti amo, per questo ho lasciato le mie cattive abitudini, ho cominciato a compiere con responsabilità i miei doveri, per questo sto dominando i miei malumori, per questo ho cominciato a essere generoso, per questo ho abbandonato la mia pigrizia, per questo dedico il mio tempo ad aiutare gli altri…”. Cristo vuole che “pasciamo le sue pecorelle”, cioè che siamo concreti nel nostro amore e che lo traduciamo in opere, non in parole né in buoni propositi. Pietro ha amato Cristo guidando la sua Chiesa e diffondendo il Vangelo nel mondo per tutta la sua vita. Questo era proprio quello che Dio voleva da lui.
Venerdì 03 Giugno
"Ss.C. Lwanga e c. (m); S. Clotilde; S. Giovanni XXIII
7.a di Pasqua At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19
"Il Signore ha posto il suo trono nei cieli"
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
(Giovanni 14,26)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 102)
Rit: Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
(Giovanni 14,26)
Nessun commento:
Posta un commento