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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Meditazione sul Vangelo di Lc 11,29-32
I segni della vita vera, sono già tra noi.
Più uno si guarda allo specchio, meno vede gli altri; più si è autocentrati, meno ci accorgiamo delle belle cose che abbiamo attorno: «Delle persone, della natura, delle occasioni, dei fatti decisivi per la vita». Più stringiamo l’orizzonte su di noi, meno ci accorgiamo di quello che di importante capita proprio tra di noi. Sicumera la si chiama questo atteggiamento di sentirci l’ombelico della terra, di aver risolto tutto perché noi siamo bravi, di sentirci autosufficienti e autoreferenziali. Tutto ci è dovuto, tutto è scontato, tutto è scolorito. Erano così anche gli abitanti della Palestina al tempo di Cristo, i suoi stessi compaesani, gli uomini del potere e della religione. Nel loro tessuto di relazioni c’era Gesù, ma non si accorgevano. Lui diceva di sé e del Regno di Dio, ma non gli credevano. Molta gente veniva da ogni parte per ascoltarlo e loro lo davano per scontato. Anzi volevano una prova ogni giorno. Non bastavano le sue parole, i segni della sua forza e della sua bontà. I ciechi che tornavano a vedere, i disperati che tornavano ad avere fiducia nella vita, volevano segni straordinari, eclatanti e inequivocabili. Il giorno dopo ne avrebbero voluto un altro ancora più strepitoso. La verità era che non volevano cambiare. Stavano troppo comodi nella loro routine quotidiana. Se avessero creduto a Gesù, avrebbero dovuto cambiare alla grande, il loro potere sarebbe stato messo in difficoltà. Molta gente ci invidia la nostra fede cristiana, molti cercano la verità, vorrebbero poter dialogare con il Dio di Gesù Cristo, se avessero a disposizione il vangelo sarebbero felici. Noi invece lo buttiamo, la religione la sopportiamo, ci siamo abituati al vangelo. L’abbiamo perfino sbiadito; il nostro modo di credere ha perso nerbo. Forse anche noi vorremmo dei miracoli, per essere confermati, ma il miracolo vero è sempre e solo Gesù, il risorto, colui per il quale i martiri della nostra terra hanno testimoniato con la vita. Sono i nostri avi che hanno costruito queste nostre città, queste chiese, perché erano sicuri della fiducia che avevano posto in Gesù. In lui hanno sempre trovato la speranza.
E noi dove la poniamo questa speranza?
Mercoledì 9 Marzo
S. Francesca Romana; S. Caterina da Bologna; S. Domenico Savio
1.a di Quaresima
Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito ed affranto
Gn 3,1-10; Sal 50; Lc
(Gioele 2,12-13)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito ed affranto.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
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