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S.
T. D. E DELLA B. V. M.
G.
R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Meditazione sul Vangelo di Mt 2,22-35
È verosimile che Maria e Giuseppe non siano stati gli unici genitori a portare il loro maschio primogenito a Gerusalemme. Era una prescrizione, come tale era il sacrificio di una coppia di tortore o di giovani colombi. Ma là, tra tanti genitori, il vecchio Simeone riconosce, tra le braccia di una giovane mamma, il Messia di Dio, colui che Israele aspetta da tanto. Lo prende quindi tra le sue braccia e benedice Dio.
«I miei occhi hanno visto la tua salvezza», sono queste le parole di Simeone che colpiscono di più. Poiché i suoi occhi, ad un’analisi più attenta hanno visto un bimbo di quaranta giorni, primo figlio di gente semplice del nord del Paese. Gesù non aveva segni particolari – almeno nessuno ce ne dà testimonianza – e anche i suoi genitori non erano certamente delle persone appariscenti. Eppure, Simeone vede la salvezza in questo bimbo di pochi giorni. Riconosce in lui non solo “un grande uomo” – dono di profezia, come – forse – poteva dirsi di qualche anziano di paese, ma vi riconosce il Messia. Lui riconosce in quel bimbo la luce per illuminare le genti, e la gloria del popolo di Israele. E con queste parole stupisce anche i genitori stessi di quel piccolino che tiene tra le braccia. Eppure almeno loro due avrebbero dovuto sapere. Forse Simeone è stato solo il primo a prendere con le sue mani, a vedere con i suoi occhi, a stringere a sé la salvezza che Dio ci dona. Eppure – se non altro la domenica – lo facciamo anche noi: teniamo nelle mani per qualche istante la comunione che ci viene distribuita, vediamo con gli occhi Gesù, e così stringiamo più forte a noi la salvezza che ci è stata donata. Anche noi, come Simeone, non vediamo altro che quello che ci mostrano i nostri occhi: un pezzo di pane. Pane qualunque, potremmo pensare, null’altro se non semplice pane. Ma come Dio aveva preparato quel bimbo per la salvezza del suo popolo, la luce per illuminare le genti e la gloria di Israele, così in quel pane Dio ci ha preparato la salvezza, la luce che ci illumina per rendere gloria a Lui. Simeone ha atteso una vita intera per poter vedere, vedere un’unica volta. La sua preghiera riassume la sua fede, che deve diventare anche la nostra. In quel bimbo, come nell’Eucaristia, chi crede vede la salvezza. Basterebbe forse una volta sola, recitando con fede la preghiera di Simeone.
Mercoledì 29 Dicembre
S. Tommaso Becket; S. Davide
Ottava di Natale – P
Gloria nei cieli e gioia sulla terra
1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35
Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele.
(Luca 2,32)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Il Signore ha fatto i cieli;
maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.
Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele.
(Luca 2,32)
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