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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Giovanni, ha visto e ha creduto che la vita ha vinto la morte.
Meditazione sul Vangelo di Gv 20,2-8
Le ali dell’entusiasmo.
Due discepoli corrono alla tomba di Cristo. Sono Simon Pietro e «il discepolo che Gesù amava», descrizione che la tradizione attribuisce a Giovanni. Quest’ultimo, forse perché più giovane, raggiunge il sepolcro per primo. Riconosce le fasce per terra, vede che qualcosa è successo, ma non entra nella tomba. Aspetta Pietro. Quando anche Pietro arriva, è lui, il primo degli apostoli ad entrare nel sepolcro. Giovanni è il secondo. Vede e crede.
Ma chi simboleggiano Pietro e Giovanni? C’è chi sostiene che essi siano la Chiesa ufficiale e quella dell’Amore. Come se Pietro non avesse dimostrato con il suo pentimento dopo il canto del gallo, un grande, vero amore per il suo Signore. E come se Giovanni, ricevendo il compito di occuparsi di Maria sotto la croce, non avesse avuto da Lui un compito ufficiale! Non potrebbero essere, invece, le due anime che albergano in ognuno di noi? Quando siamo toccati dal Signore – quando l’annuncio ci colpisce – allora partiamo… pieni di buoni propositi, buoni sentimenti, pieni di forza: siamo sicuramente i primi! E vediamo anche qualcosa. Diamo un’occhiata fugace, sbirciamo un po’: sembra vero quello che ci è stato detto! E qui il discepolo amato si ferma. La spinta iniziale è finita? Le pile si sono esaurite, l’entusiasmo che sembrava mettere le ali non c’è più? Oppure è il rispetto per Pietro che lo frena? O forse la paura? Noi conosciamo gli slanci di entusiasmo che veramente ci fanno “correre” e arrivare primi: nei piccoli e grandi gesti, nella solidarietà di qualsiasi genere, nella preghiera e nei propositi. E poi? Poi ci vengono i dubbi. Ci arrestiamo e aspettiamo che arrivi colui che è più saldo, più sicuro: Pietro, la roccia. Ma forse siamo anche un po’ intimoriti: e se in realtà non fosse tutto così come abbiamo creduto? Meglio far entrare Pietro per primo! È qui che ci possiamo perdere. Perché molti di noi, dopo la spinta iniziale, lasciano entrare Pietro e si dileguano. Se ne vanno semplicemente. Finita l’energia, finita la spinta iniziale, finita “l’ispirazione”, anche la fede svanisce come fosse stata una illusione. Eppure è così semplice. Abbiamo fatto una bella corsa: riposiamoci ora, seguendo i passi più lenti e sicuri di Pietro – il capo, la roccia, colui sul quale Gesù ha costruito la sua Chiesa. Quella scintilla che ci ha fatto scattare qualche momento prima, si riaccenderà poi presso il sepolcro, quando, seguendo Pietro, entreremo anche noi. E sarà quella scintilla, insieme alla presenza di Pietro, che ci farà vedere – e credere – che il Signore è realmente risorto, che la nostra vita è cambiata definitivamente.
27 Dicembre
S. GIOVANNI AP. EV. (f)
Ottava di Natale – P
Gioite, gioite nel Signore
1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.
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