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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Far festa, per una strage, è a dir poco paradossale,....ma noi oggi, celebriamo l'Amore, pietoso di Dio, che associa gli innocenti martiri alla Passione dell'Unico Innocente.
Meditazione sul Vangelo di Mt 2,13-18
Gli innocenti di Betlemme.
Il Vangelo di oggi è sicuramente uno dei più sconvolgenti. Gesù viene portato in salvo dai suoi genitori, dopo che un angelo è apparso in sogno a Giuseppe. Vanno in Egitto, e rimangono lì fino alla morte di Erode. Ma i bambini di Betlemme e del territorio circostante, dai due anni in giù, invece vengono uccisi.
“È un’ingiustizia!”. Quante volte lo pensiamo. Quando non riusciamo a comprendere, per esempio, perché in un terremoto una famiglia perda tutti i figli, mentre un’altra li ha tutti salvi… ed è solo un caso in un lungo elenco che probabilmente tutti potremmo stilare, perché abbiamo conosciuto, personalmente o attraverso la TV ,tante di queste “ingiustizie”, di queste situazioni in cui non riusciamo a comprendere il ruolo di Dio e ci chiediamo: “dov’è la giustizia divina”? Nel Vangelo di oggi l’ “ingiustizia” divina sembra eclatante: per salvare suo Figlio, Dio permette che siano uccisi i figli di tutti gli altri, i coetanei di Suo Figlio. Una scena del genere risulta veramente inspiegabile agli occhi umani. Senza dubbio per questa sofferenza sembrano non esserci ragioni, se non nella fede. Per noi cristiani la morte, seppure dolorosa in quanto ci toglie gli affetti, è l’ingresso alla vita eterna. I bambini di Betlemme non sono perduti: sono entrati nella vera vita. Questa è la prima consolazione che possiamo offrire ad un genitore privato del proprio figlio. E ancora: non possiamo sempre comprendere perché Dio agisca in un determinato modo, ma sappiamo che Lui ci ama. Più delle mamme di Betlemme che amavano i loro piccoli. Accettare questo significa accettare che i piani di Dio – per il nostro bene, per amore nostro – sono diversi dai nostri. Significa saper lasciare quello che ci è più caro, più vicino, più amato perché Colui che è vero Amore, ce lo chiede. Iniziò Abramo con suo figlio Isacco – seppure in questo caso, il figlio fu risparmiato -, e completò il dolore dei genitori che perdono un figlio, Dio Padre stesso, che permise che suo Figlio morisse, non per la sua, ma per la nostra colpa. I bambini di Betlemme morirono per Gesù. Abbiamo festeggiato santo Stefano come primo martire cristiano, ma forse dovremmo festeggiare loro, i bambini coetanei di Gesù, quali primi martiri. Hanno perso la loro vita per la cattiveria degli uomini – di un uomo – per salvare quel bambino che avrebbe, da grande, spalancato le porte del cielo a tutti noi. Credere nel Signore che ci ama, non significa solo cantare “dolce Natale”, ma anche accettare la sequela di Cristo, che fin dall’inizio significa anche l’accettazione della Croce.
28 Dicembre
SS. INNOCENTI MARTIRI (f)
Ottava di Natale – P
Chi dona la sua vita, risorge nel Signore
1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama la candida schiera dei martiri.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 123)
Rit: Chi dona la sua vita risorge nel Signore.
Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
«Egli ha fatto cielo e terra».
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama la candida schiera dei martiri.
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