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27 maggio, 2022

✝ Pensiero del 27 maggio 2022

 

‎S. T. D. E DELLA B. V. M.‎‎ ‎

‎Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede‎

Portiamo già in noi, per il Battesimo, la novità del Regno che diventerà totalmente palese solo attraversando i dolori del tempo presente

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,20-23

Un lampo nel cielo dell’eternità.

Ieri abbiamo letto come Gesù parla della tristezza della croce e della gioia della risurrezione. Oggi il Signore mostra agli apostoli che, nel fondo, fra le due non c’è comparazione: la gioia è incomparabilmente più grande della tristezza. E per far arrivare quest’idea al cuore degli apostoli, che adesso sono tristi, usa l’immagine della donna che partorisce: i dolori del parto sono intensissimi, ma durano soltanto per un breve tempo. Il bambino che nasce è, invece, dono per sempre. In più, Gesù dice non solo che la donna, dopo il parto, ormai non soffre più, ma che addirittura “non si ricorda più dell’afflizione”, nel senso che i dolori del parto non sono più un ricordo angoscioso, ma quasi gioioso. Poiché dal suo sacrificio è scaturito un dono prezioso ed eterno, per il suo cuore, quelli sono dolori che valeva la pena patire. Lo stesso dirà più tardi san Paolo: “lo ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi”. Quando Gesù parla della gioia che “nessuno vi potrà togliere”, non parla più della gioia per la sua risurrezione, ma della vita eterna, del cielo. La vita è breve; a volte è colma di difficoltà e sofferenze, sì, ma è solo un lampo nel cielo dell’eternità. Trascorre fugace. Ciò che conta è l’eternità. E lì l’unica cosa che avrà importanza sarà quello che avremo fatto per Dio e per i nostri fratelli. Quanto più grande il sacrificio, tanto più grande la ricompensa. Da questa intima certezza origina la serenità che deve permeare la vita del cristiano fedele.

Venerdì 27 Maggio 
S. Agostino di Canterbury (mf); S. Restituo; S. Eutropio
6.a di Pasqua
At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a
Dio è re di tutta la terra

Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.

(Luca 24,46.26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Egli ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.

(Luca 24,46.26)

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