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15 maggio, 2022

✝ Pensiero del 15 maggio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


Si tratta d'amare, come Gesù. Impossibile all'uomo, ma reso possibile da Dio stesso, con il Dono dello Spirito.


Meditazione sul Vangelo di Gv 13,31-33-34-35

Il comandamento dell’amore.

Il Giovedì Santo, nell’omelia della Celebrazione della Cena del Signore, la Chiesa indica ai sacerdoti di predicare sui tre doni che Cristo ci ha lasciato nell’Ultima Cena: l’Eucaristia, il Sacerdozio e il Comandamento dell’Amore. Oggi, il Vangelo raccoglie il momento in cui Cristo ci dà questo comandamento nuovo. Dopo che Giuda si allontana dal Cenacolo, Gesù prova una forte commozione e pronuncia un discorso che è dettato da una grande tenerezza, che possiamo paragonare a quella di un papà o di una mamma verso i propri figli, quando comunicano qualcosa di veramente importante per la loro vita.

Dice un canto liturgico che “il segno dei cristiani è amarsi come fratelli”. Le prime comunità cristiane erano caratterizzate da un’esperienza molto profonda di questo comandamento, tanto è vero che quelli che li circondavano dicevano: “guardate come si amano”. Sull’amore si possono fare molte riflessioni e, nel corso di questo mese, avremo opportunità di farlo. Oggi ci soffermiamo a considerare la specificità dell’amore cristiano. L’amore per i nostri simili, la solidarietà e la fraternità sono predicati in tutto il mondo, ma essi non rappresentano l’amore cristiano. Possono somigliargli, può darsi che rientrino nell’amore cristiano, ma non sono l’amore cristiano. L’amore cristiano, la carità, si distingue per due aspetti. Il primo è che di origine soprannaturale: noi cristiani ci amiamo in Cristo, in Dio, per Dio, perché Cristo ha voluto identificarsi col prossimo ed amando il prossimo, amiamo Dio. La seconda caratteristica propria dell’amore cristiano è la misura: si tratta di un amore, appunto, senza misure o, per meglio dire, con una misura divina: “… come io vi ho amati”. Così bisogna amare il coniuge, i figli, gli amici e anche i nemici, vedendo Cristo in loro, e amarli con la stessa delicatezza, attenzione, apprensione e generosità con cui Dio li ama. Un ultimo aspetto molto importante: non ci si deve aspettare ricompensa, non ci si deve aspettare reciprocità, perché neppure Dio lo fa: Lui ama così. Mettere in pratica il comandamento lasciatoci da Gesù significa iniziare a vivere il cielo sulla terra.

Domenica 15 Maggio 
S. Severino delle Marche; S. Isidoro contadino
5.a di Pasqua (anno C)
At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)


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