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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Meditazione sul Vangelo di Gv 13,16-20
Accogliere l’inviato di Gesù.
San Paolo, testimone e apostolo di Cristo si dedica alla predicazione senza risparmiarsi e con entusiasmo. Confuta gli errori e con l’esortazione conduce tutti quelli che avvicina alla fede in Gesù, il Cristo, il Messia Salvatore. Infiammato di santo zelo per la grazia ricevuta nell’incontro personale con il Signore e nel battesimo, ora ha la forza di procedere nel ministero senza mai esitare e di cogliere ogni buona occasione per testimoniare Cristo al mondo. Sorretto dallo Spirito Santo, Paolo ricorda ai suoi uditori tutti i brani biblici più importanti concernenti la loro salvezza, e narra di come il Dio dei loro padri li ha condotti all’alleanza con sé e di come, ora, quell’alleanza si realizzi in Gesù di Nazareth.
Gesù, in questo Vangelo, ci rivela il mistero della salvezza che ci raggiunge per mezzo dell’accoglienza dello Spirito Santo. Accogliere lo Spirito significa accogliere Cristo che, per mezzo della grazia, ci inserisce nella Sua vita di risorto e ci conduce al Padre, facendoci partecipi del Suo disegno di salvezza: dimorare in Lui, nella reciprocità del Suo Amore. Lo Spirito Santo e Gesù operano sempre insieme, l’Uno insegnando e ricordando tutto quello che Gesù ha detto e ha fatto; l’Altro conducendoci, rendendoci capaci di fruire del dono della salvezza. Lo Spirito Santo, una volta accolto, ci introduce poi nella verità tutta intera, ed eleva la nostra intelligenza alla comprensione del mistero del Verbo incarnato, fino ad accogliere con profondità di fede il mistero della sua passione, morte e risurrezione. Come è ben sottolineato nel vangelo, Spirito Santo ci viene offerto da Gesù quale dono gratuito del Padre, che chiede d'essere accolto appunto come dono, non come pretesa o diritto, ma con grande rispetto, gratitudine e profonda umiltà. Il dono di Dio va accolto in verità, con rettitudine di cuore e va cercato, invocato, atteso, pregato, e per esso si deve rendere grazie. È una risorsa d’amore portata da Dio in modo sovrabbondante nel nostro cuore, e occorre che sia generosamente accolta e donata a tutti quale partecipazione della sua carità.
Giovedì 12 Maggio
S. Pancrazio (mf); Ss. Nereo e Achilleo (mf); S. Leopoldo Mandic
4.a di Pasqua
At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20
Canterò in eterno l’amore del Signore
Gesù Cristo, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue.
(Apocalisse 1,5)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: Canterò in eterno l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza».
«La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”».
Gesù Cristo, testimone fedele, primogenito dei morti, tu ci hai amati e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue.
(Apocalisse 1,5)
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