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26 giugno, 2021

Pensiero del 26 giugno 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 8,5-17

Sia fatto secondo la tua fede.


Al discorso della montagna, Matteo fa seguire il racconto di dieci miracoli (Mt 8-9) da leggere come dieci segni, capaci di rivelare l’agire potente di Dio nella nostra vicenda umana, attraverso il suo Messia. Gesù, nel Vangelo di Matteo, non è solo il nuovo e vero Mosè che consegna al popolo delle beatitudini la nuova legge del Regno; egli è il Salvatore venuto per strapparci al male che ci rende schiavi e la sua Parola potente compie ciò che annuncia. Tre episodi si offrono alla nostra meditazione odierna.


«Va’ e ti sia fatto secondo la tua fede»: il primo miracolo pone in luce che è la nostra fede a mettere in moto la potenza della Parola. Il centurione romano si rifà alla propria esperienza personale di soldato: sa che le sue parole per i suoi subalterni sono ordini, che muovono persone e cose. La parola del Signore è per


lui come un soldato che obbedisce agli ordini del suo padrone. E su di essa poggia con umiltà tutta la sua fiducia: «Signore, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito». Nel secondo quadro la scena è tutta per Gesù: vede la malata, la tocca e la risana. E la donna si alza (alla lettera, venne fatta “risorgere”). Gesù la fa passare dalla paralisi della malattia, che la lega al suo letto, alla vita e il segno della guarigione è il servizio immediato. Ma è nell’ultima scena, che ricapitola in poche parole l’opera di liberazione dal male che Gesù porta con sé al suo arrivo, che Matteo ci dà la chiave per leggere in profondità quello che sta  accadendo. «Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie»: l’evangelista cita il quarto canto del servo sofferente del libro del profeta Isaia e ci indica che il potere con cui Gesù opera i miracoli è quello del Servo di Jahvè, che si fa carico delle nostre malattie e dei nostri peccati, prendendoli su di sé. E un potere che si mette a servizio dell’uomo. È il potere del Crocifisso che dà la vita per noi, trasmettendocela perché anche noi possiamo vivere della sua stessa vita. Comprendiamo bene, allora, che il servizio a cui sono restituiti sia il servo del centurione che la suocera di Pietro diventa l’espressione concreta della salvezza che ci raggiunge, rendendoci partecipi della stessa vita del Cristo, Servo di Jahvè, che manifesta nel servizio la qualità profonda del suo amore per noi.

26 Giugno

Il Signore si è ricordato della sua misericordia

 Cristo ha preso le nostre infermità, e si è caricato delle nostre malattie.

 (Matteo 8,17)

Salmo responsoriale (Luca 1)

 Il Signore si è ricordato della sua misericordia.

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome.
Di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre.

Cristo ha preso le nostre infermità, e si è caricato delle nostre malattie.

 (Matteo 8,17)



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