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10 giugno, 2021

Pensiero del 10 giugno 2021

Se amiamo DIO, dobbiamo amare il prossimo, con il Suo aiuto impareremo a perdonare come il Signore, perdona ogni giorno le nostre mancanze Guardiamo dentro di noi se il difetto notato nel fratello, lo abbiamo noi stessi.

Nella memoria, oggi iniziava l'agonia, del piccolo Alfredino Rampi

Meditazione sul Vangelo di Mt 5, 20-26

Riconciliarsi con il fratello.

Attraverso sei esempi, Gesù spiega ai discepoli ciò che ha appena affermato a proposito del compimento della Legge e dei Profeti che egli è venuto a portare. Dopo aver proclamato una norma della Torah (nel Vangelo di oggi si tratta del quinto comando del Decalogo, “non uccidere”), con autorità pari a colui che diede a Mosè le Dieci Parole, ne dà una nuova comprensione: “…fu detto… ma io vi dico. . . ”. In qualsiasi caso, per entrare nel Regno dei cieli e nella sua logica, si tratta di superare la giustizia degli scribi e dei farisei. Il termine “giustizia” esprime la volontà di Dio, salvifica e benevola verso l’uomo e dunque il suo modo d’agire per realizzarla. La giustizia dell’uomo è la sua risposta a questa volontà: “giusto” è chi collabora con Dio, obbedendo alla sua Parola e camminando nella via dei suoi precetti. I farisei e gli scribi si attengono alla legge scrupolosamente, ma sembra che a Gesù questo non basti. Cosa chiede al suo discepolo?

La parola di Gesù spinge il nostro sguardo alle radici del nostro agire e delle nostre relazioni. L’uccisione fisica di un uomo è solo l’ultimo anello di una catena che lega l’uomo al male e che si radica nelle profondità del suo essere. L’ira è l’omicidio del cuore: rompe il vincolo di fraternità con l’altro e stravolge ogni dimensione della relazione fraterna. Ma Gesù non si ferma qui. Se per la legge è sufficiente che ci asteniamo dal male nei confronti dell’altro, l’Evangelo oppone al male il bene, all’omicidio e all’ira il  perdono e la riconciliazione. Gesù aggiunge: «Se presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono e va’ prima a riconciliarti col tuo fratello». L’offerta cultuale è il tramite con cui il credente rinnova l’alleanza con Dio: ebbene, la riconciliazione col fratello, che  rinnova la relazione con lui coinvolgendo nuovamente la tua vita con la sua, ha ugual peso, addirittura priorità. Da notare: si dice che è il fratello che ha qualcosa contro di te. Ma quello che interessa non è stabilire chi ha torto o ragione: ciò che conta è che tu non perda lui! Colpisce l’attenzione quel “lì ti ricordi”: come fai a metterti davanti a Dio tuo Padre, a vivere la relazione con Lui, passando sopra a tuo fratello che è pure suo figlio? La preghiera, se è autentica, conduce sempre al ricordo dell’altro e a una relazione rinnovata dall’amore di Dio.

10 Giugno 

Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 84)
Rit: Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.


Allora di nuovo quella figura d’uomo mi toccò, mi rese le forze e mi disse: “Non temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfrancati”. Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le forze e dissi: “Parli il mio signore, perché tu mi hai ridato forza”.

(Daniele 10,18-19)

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