Meditazione sul Vangelo di Mt 7, 1-5
La pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello.
Il Vangelo di oggi ci insegna che la nostra prima preoccupazione deve essere quella di correggere gli altri ma di migliorare noi stessi. Noi siamo come maestri esigenti e insuperabili quando sono in causa i difetti del nostro prossimo, ma totalmente accondiscendenti quando si tratta di noi. Ecco l’ammonimento di Gesù: preoccupati prima della tua perfezione, innanzitutto correggi te stesso! Questo di Gesù è un monito a sorvegliare le nostre parole e le nostre azioni e più ancora ad acquistare sempre più una serietà di mente e di cuore.
È facile dire: non giudicate! In realtà ogni pensiero umano è un giudizio! Nel momento stesso in cui l’uomo prende atto dell’esistenza di una realtà già la giudica. I giudizi umani possono essere giusti o ingiusti, approfonditi o superficiali. La morale considera peccato ogni giudizio avventato, non volto al bene del prossimo, specialmente se viene dato ad alta voce. Dunque, l’uomo non può fare a meno di giudicare, e la logica esige che si giudichi in modo imparziale; il Vangelo ci esorta ad astenerci da qualsiasi giudizio. Come risolviamo la contraddizione? Occorre distinguere le cose dalle persone. Le cose possiamo giudicarle; anzi, esse devono essere sottoposte all’analisi e messe alla prova. Anche le persone possono essere osservate ma Dio solo conosce il cuore umano e perciò l’ultimo giudizio sugli uomini spetta a lui. Nelle storie edificanti dei Padri del deserto egiziano si racconta di un abate che portava sulla schiena un grande sacco e ne teneva un altro, piccolo, legato davanti agli occhi. Richiesto di una spiegazione, diede la seguente risposta: “Il sacco grande rappresenta i miei tanti peccati e l’ho messo sulla schiena per non vederli; nel sacchetto piccolo ci sono i peccati degli altri, e lo tengo davanti agli occhi per piangere senza sosta per loro”. Psicologicamente siamo portati a notare meglio i peccati degli altri che non i nostri. Il prossimo ci sta davanti agli occhi, noi stessi invece, ci vediamo solo riflessi allo specchio. È quindi un saggio consiglio quello di cercare di guardare il prossimo come se guardassimo noi stessi. Attraverso gli altri possiamo prendere coscienza dei nostri comportamenti sgradevoli e tenercene lontani.
21 Giugno
Beato il popolo che Dio ha scelto come sua eredità
La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
(Ebrei 4,12)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)
Rit: Beato il popolo che Dio ha scelto come sua eredità.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
(Ebrei 4,12)
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