La Verità, su Gesù è data alla Chiesa, in comunione, con Pietro e mai senza Pietro.
Meditazione sul Vangelo di Mt 16,13-19
Alla confessione del messianismo di Gesù riportata da Luca e posizionata da Marco proprio al centro del suo Vangelo, Matteo aggiunge quella della filiazione divina. Si tratta di un brano centrale, nel quale, dopo la figliolanza divina, segue la dichiarazione del primato di Pietro. Viene annunciato Gesù Figlio di Dio e viene posta la Chiesa di Cristo sul fondamento di Pietro, fino alla consumazione del tempo. La carne e il sangue rappresentano l’uomo nell’aspetto corporale e limitato della sua natura, in contrasto con il mondo dello spirito. Pietro è Kefa, la roccia, il nome con cui Gesù simboleggia il compito di Simone nella fondazione della Chiesa, la “sua” chiesa, nella quale Gesù inaugura la nuova alleanza mediante l’effusione del suo sangue. Le “chiavi del regno” indicano il potere di aprire e chiudere le porte della città del regno, che Gesù consegna al suo Pietro.
Pietro rappresenta il fondamento che ci permette di poggiare i nostri poveri piedi su terreno stabile. Mosè incontrò Dio molto da vicino, nel roveto ardente e sula cima del Sinai. Gli Ebrei sentirono la vicinanza di Dio nell’arca dell’alleanza e nel Tempio di Gerusalemme. Ma attraverso il mistero dell’Incarnazione Dio si identifica con l’uomo Gesù di Nazaret. Parlare con Cristo significa parlare con l’uomo e con Dio contemporaneamente. In seguito, Cristo per mezzo del suo Spirito si unisce ai suoi Apostoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Per mezzo degli Apostoli preghiamo allora con Gesù; e Pietro è Kefa la roccia della Chiesa che dura fino a che Dio porrà fine al tempo. E io, tu, noi, siamo in quella Chiesa, su quella roccia. E la lieta notizia del Vangelo. Eppure non accettiamo volentieri un intermediario umano con Dio, cerchiamo fondamenti che sembrano solidi: il testo scritto della Bibbia, delle leggi morali unificate, le conoscenze cristiane raccolte in un sistema coerente… Riconosciamo questi preziosi elementi della rivelazione cristiana. Ma l’ultimo stadio di essa rimane la sua volontà: Cristo vuol parlare con noi attraverso il contatto diretto con gli uomini con i quali si è identificato, che sono come roccia e fondamento della Chiesa, segno e organo della sua presenza unificante fra di noi. È difficile da capire, considerato con occhi profani, ma la forza dello Spirito Santo che santifica la realtà, illumina anche i nostri cuori per credere alla verità.
29 giugno
Il Signore mi ha liberato da ogni paura
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su d'essa.
(Matteo 16,18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su d'essa.
(Matteo 16,18)
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