Meditazione sul Vangelo di Mc 12, 35-37
Di chi è figlio il Messia?
Terminate le dispute e ottenuto il riconoscimento di “Maestro” (cfr. Mc 12,34b), Gesù può ora parlare liberamente, presentando il suo insegnamento sull’identità del Messia. Questa volta è lui a formulare una domanda. Gesù si confronta con un versetto del salmo 110, facendo emergere una contraddizione tra quanto insegnano gli scribi e quanto qui viene affermato: come può il Messia atteso essere figlio di Davide, suo discendente, come essi affermano, se nella Scrittura Davide, a cui è attribuita la stesura del libro dei Salmi, lo chiama “mio Signore”? Di chi è figlio il Messia? A prima vista è una questione tecnica, per pochi esperti di Bibbia, ma Marco ci riferisce che «la numerosa folla lo ascoltava volentieri»: la sua domanda è per tutti. Gesù stimola una riflessione intelligente ed attenta a proposito di ciò che afferma la Scrittura. Il testo evangelico si ferma qui, non prosegue nella narrazione: ci mette in cuore questo interrogativo perché anche noi facciamo la fatica di confrontare questo brano con quanto l’intero Evangelo ci narra e con la nostra vita, per dare una risposta personale. Se avremo la pazienza di ripercorrere le pagine di Marco, scopriremo che la comprensione dell’identità di Gesù quale Messia e Figlio di Dio è cruciale: è la domanda che attraversa tutto il testo di Marco per trovare risposta piena solo alla fine. La sua identità di Figlio di Dio ci è annunciata fin dal primo versetto (Mc 1,1). Poco oltre, al momento del Battesimo di Gesù, quando il cielo “si squarcia” (così dice il testo originale), udiamo la voce stessa del Padre affermare: «Tu sei il Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). Il cielo è aperto: a ciascuno è dato di ascoltare e comprendere. Il lettore del vangelo di Marco, dunque, sa fin dall’inizio chi è realmente Gesù. Ma per arrivare a una conoscenza esperienziale e personale, che sappia dare risposta con la vita alla fede in Gesù, quale Cristo e Figlio di Dio, siamo invitati a percorrere la sua stessa strada: «Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8,34). Chi avrà deciso di seguirlo fino in fondo, imparando da lui a perdere la vita per causa sua e del Vangelo, avrà occhi per vedere e riconoscere il Figlio di Dio in quell’uomo che muore sulla croce. E, quasi alla fine del Vangelo di Marco, potrà confessare con il centurione romano: «Veramente quest’uomo era figlio di Dio»
04 Giugno
Loda il Signore, anima mia
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
ed il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
(Giovanni 14,23)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia.
Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
L’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un
castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.
(I Giovanni
4,17-18)
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