In una società, d'influencer il Vangelo, d'oggi ci riporta all'essenziale. Non preoccupiamoci, ma occupiamoci di quanto compete a noi, sapendo che tutto è Dono della Divina Provvidenza.
Meditazione sul Vangelo di Mt 6, 24-34
Cercate prima il Regno di Dio.
Il testo evangelico si apre con un “aut-aut”: Dio o mammona. Bisogna scegliere. “Mammona” traduce l’ebraico ma’amun, che ha la stessa radice verbale di emunà, fede: mammona è ciò a cui si dà fede, fondando in esso la propria esistenza. Dove fondi la tua esistenza? A cosa dai fede? A Dio o a mammona, cioè a tutto ciò che è “altro” rispetto a Dio? Gesù pone la scelta in termini radicali. Forse perché conosce il nostro cuore meglio di quanto lo conosciamo noi?
Per ben sei volte torna il verbo che l’italiano traduce con “affannarsi” o “preoccuparsi”. Il termine greco esprime l’idea dell’essere “spezzettati”, “frantumati” dietro a molte cose. Come a dire: chi non pone Dio al centro e al fondamento della propria esistenza, del proprio vivere quotidiano, dando a lui solo la sua fiducia, finisce per mettere al suo posto molti altri “signori” (le ricchezze, i beni, ciò di cui bisogna occuparsi giornalmente, come il mangiare o il vestire) e il suo cuore ne sarà irrimediabilmente diviso. Chi di noi, vivendo così, non ne percepisce le conseguenze? Aneliamo alla pace e alla serenità, ma siamo sempre soffocati, a corto di “aria”; lavoriamo molto, ma raccogliamo in modo insoddisfacente, con molta dispersione di energie; ogni tanto ci fermiamo per tirare il fiato, ma poi il resto della vita è una corsa. Nessuno è esente da questo rischio. Le due similitudini utilizzate (gli uccelli e i gigli) abbracciano tutti, uomini e donne: la semina e la mietitura dei campi si riferiscono al lavoro maschile, la filatura dei tessuti a quello femminile. Gesù, da vero sapiente, rimette ordine nella nostra quotidiana esistenza terrena. La fede nel Padre, a cui ci richiama ci libera il cuore, permettendoci di occuparci di tutto, ma senza preoccuparci di nulla e custodendo in noi la pace. E apre lo spazio alla gratuita libertà e iniziativa del Padre: quanto più smetteremo di preoccuparci per la nostra vita, tanto più lasceremo a lui la possibilità di occuparsi di noi, che gli chiediamo, con fiducia filiale: “Padre nostro, dacci il pane quotidiano”.
19 Giugno
Gustate e vedete com’è buono il Signore
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
(II Corinzi 8,9)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
(II Corinzi 8,9)
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