L'ipocrita, ha sempre davanti a sé, il giudizio degli altri. Gesù, c'insegna insegna invece che ciò che conta è lo sguardo, il giudizio di Dio, che scruta il cuore, la mente e non giudica secondo apparenza.
Meditazione sul Vangelo di Mt 6,1-6.16-18
La gente non veda che tu digiuni.
La pietà giudaica sintetizzava ed esprimeva il “fare la giustizia” (così alla lettera le “opere buone” del testo evangelico) attraverso la preghiera, l’elemosina e il digiuno, i tre pilastri della religione che definiscono il rapporto con Dio, con gli altri e con le cose. Gesù ne ripropone la pratica, ma invita a porre attenzione all’atteggiamento con cui le viviamo, allo sguardo sotto il quale ci collochiamo: davanti agli uomini o nel segreto, sotto lo sguardo di Dio?
Il Vangelo ci chiama a una conversione profonda e radicale nel nostro modo di relazionarci a Dio, agli altri e persino a noi stessi. Gesù invita a collocarci sotto lo sguardo di Colui che vede nel segreto: qui sono esclusi gli occhi indiscreti, quelli degli altri certamente, ma soprattutto i nostri, perché i primi curiosi, preoccupati di valutare il guadagno e i meriti dei nostri atti, siamo proprio noi! Lo sguardo del Padre ci libera dal metro con cui ci valutiamo e ci rende capaci di gratuità autentica. Lui sa giudicare e pesare ciò che facciamo e ciò che siamo: conosce dove si nascondono le tenebre del cuore, ma sa anche far emergere quanto di buono, disinteressato, luminoso ci abita e che i nostri occhi non sanno vedere. Come vede il peccato e il limite, così vede i nostri sforzi e la nostra fatica. Per questo può darci la “giusta ricompensa”, quella che neppure noi sappiamo valutare per noi stessi. Sotto lo sguardo del Padre, ritroviamo quella dose di incoscienza che ci permette di non misurare la resa o la quantità dell’amore. Sotto lo sguardo del Padre possiamo entrare nella verità del nostro cuore, della nostra vita e trovare il coraggio di “chiudere la porta”, lasciando fuori le tante cose e persone che ci ingombrano, per rimanere soli, con autenticità, davanti a Lui. La preghiera, la camera con la porta chiusa, è il luogo dove impariamo la qualità del nostro rapporto con il Padre e a guardarci come ci vede lui. Sotto lo sguardo del Padre, infine, scopriamo la gioia e la bellezza dell’impegno di conversione: si digiuna per essere liberi, leggeri da ciò che appesantisce il cuore, protesi alla festa dell’incontro con chi si ama. Chi attende un volto amato al centro del proprio universo non colloca più se stesso, ma l’Altro e i suoi bisogni!
16 Giugno
Beato l’uomo che teme il Signore
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
(Giovanni 14,23)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 111)
Rit: Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
«Misericordioso, pietoso e giusto».
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
(Giovanni 14,23)
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