Quello d'oggi, è un Vangelo ricco di lacrime, ma soprattutto ricco di Vita: «La Forza che esce da Gesù, il Comando della Sua Parola, quella Parola che anche oggi, si fa vicino a noi nei Sacramenti».
Meditazione sul Vangelo di Mc 5,21-43
Sii guarita dal tuo male.
Il Vangelo di oggi parla della fede che salva la donna inferma da ben dodici anni: una fede così ardente che è stata capace di appropriarsi della stessa forza di Cristo. Senza la fede nessun rapporto con Gesù è possibile. La fede è la luce di Cristo. Ed è proprio la fede la prima condizione richiesta al fine di stabilire un’intimità con lui, il cui grande mistero è quello di essere il Figlio di Dio, inviato dal Padre. Solo chi crede si mette in relazione salvifica con Gesù e diviene capace di ottenere, come Giairo, il miracolo di una risurrezione. Tali guarigioni sono il segno che in Cristo, si avvera la figura e l’opera del Messia.
La forza guaritrice che Gesù possiede non è qualcosa di magico. Essa non si trasmette perché lo si tocca, ma solo perché Lui lo vuole e la trasmette a chi vuole. Gesù si è accorto della fede della donna malata da dodici anni la quale, superando a modo suo ogni tabù culturale, si è avvicinata a Lui, dopo aver udito e accolto l’annunzio su di lui. Gesù non poteva dire di no, e lei si sente guarita: la sua fede l’ha salvata e proprio per la fede essa è ora parte della comunità di salvezza, davvero purificata e libera da tutti i tabù della legge. Gesù non è solo un liberatore dai mali fisici: è il Salvatore e come tale cambia radicalmente le persone, le mette in comunione con sé e le rende annunciatrici di salvezza. Così ha fatto con questa donna, che di nuovo ha ritrovato se stessa e uno scopo per vivere. Anche in casa di Giairo Gesù agisce con autorità. Le risa dei presenti dicono la loro mancanza di fede nella sua parola e danno a noi la certezza che la fanciulla è veramente morta. Se Gesù dice che dorme, il motivo è che Lui non vede la morte come una realtà definitiva: tale è la fede di Israele (Is 26,19) e se ciò è vero, si può parlare di sonno e non di morte. Lui agisce normalmente: entra come fa, ogni mattina, un padre o una madre, nella stanza della figlia e compie quei gesti e preferisce quelle parole che la ragazza si sente dire ogni giorno. Gesù è umano, e l’unico segno di autorità è nell’espressione: “Io ti dico”. Qui, egli si rivela vincitore della morte e donatore di vita e, quindi, il vero Salvatore. Tale notizia, però, non è per l’oggi. Adesso egli ha solo ridonato la vita a una giovane che dovrà ancora morire. Solo nella sua Pasqua vincerà definitivamente la morte e allora i testimoni da lui scelti potranno raccontare totalmente l’inizio del Vangelo di Gesù.
27 Giugno
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 29)
Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
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