La regola del discernimento è semplice; guardare sempre cosa produce un'azione e chiedere la grazia di saper distinguere il bene dal male.
Meditazione sul Vangelo di Mt 7,15-20
Dai loro frutti li potrete riconoscere.
Ci troviamo ormai in prossimità della conclusione del discorso della montagna, appena dopo il detto della porta stretta, simbolo di tutta la Parola ascoltata dalla bocca di Gesù. Il Maestro ci mette in guardia, perché dopo di lui verranno profeti, predicatori vestiti da pecore, che apparentemente appartengono al gregge del Buon Pastore, ma che in realtà sono lupi rapaci, mossi da secondi fini, intenzionati a rapire le pecore e rubare loro la vita.
Nella comunità matteana si sono infiltrati falsi profeti, predicatori itineranti, che si fingono discepoli di Gesù. Si ripropone dunque anche per la comunità dei discepoli del Signore la questione essenziale del riconoscimento del vero profeta da quello falso, che aveva attraversato la storia d’Israele (cfr. Ger 14,14-16; 23,16-17). Nell’Antico Testamento venivano forniti due criteri: fedeltà del profeta a Jahvè (Dt 13,1-6) e realizzazione dei fatti da lui annunciati (Dt 18,15-22). Il Vangelo si limita a un unico criterio: osservare la sua coerenza di vita. Entrambe le similitudini usate spingono in profondità il nostro sguardo. «Dentro sono lupi rapaci»: non basta fermarsi alle apparenze e alle parole, bisogna guardare il cuore. “Dai loro frutti li riconoscerete”: il fare rivela il cuore. Come l’albero cattivo produce frutti cattivi, così le opere cattive smascherano la doppiezza e la malvagità del cuore. E come dalla bontà o cattiveria del frutto si riconosce la qualità dell’albero, così solo chi fa la Parola rivela di avere il cuore del Figlio. Dunque, sguardo attento e capacità di prendere tempo, aspettando con pazienza di vedere maturare il frutto prima di dare credito a «qualsiasi vento di dottrina» (Ef 4,14). Notiamo che il testo dice “lupi rapaci”: i falsi profeti, testimoniando il falso, ci allontanano dalla via di obbedienza al Padre che traccia il Vangelo e ci rubano quel frutto di amore, gioia, pace, benevolenza, bontà (Gal 5,22), che essa produce. Se il discernimento è necessario per trovare la via della vita, altrettanto lo è per riconoscere la voce di chi ce ne vuole allontanare. Conoscere il cuore del Figlio e custodirne la Parola diventa per il discepolo del Signore la priorità assoluta.
23 Giugno
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto.
(Giovanni 15,4.5)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto.
(Giovanni 15,4.5)
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