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07 giugno, 2021

Pensiero del 07 giugno 2021

 La felicità, è un cammino a volte facile, a volte difficile, ma Dio non ci  inganna mai e chi lo accoglie scopre le beatitudini delle Sue Parole che rendono felice chi le mette in pratica.

Meditazione sul Vangelo di Mt 5, 1-12

Il programma della vita cristiana.

L’evangelista Matteo considera Cristo come il nuovo Mosè, colui che comunica la “nuova legge” sul Monte delle Beatitudini – la montagna – di cui è immagine anticipatrice il Sinai. Quello in esame è uno dei cinque grandi discorsi pronunciati dal Signore nel primo Vangelo e inizia con la proclamazione delle otto beatitudini del Regno. L’imminenza del Regno si fa appello alla conversione; la prospettiva escatologica, che sembra dominare la proclamazione delle beatitudini, si traduce in messaggio di salvezza e si risolve in imperativo morale poiché traccia un modello perfetto di vita cristiana.

Il Verbo Divino si rivolge a noi non più come in passato, attraverso intermediari, ma di persona, prendendo la parola, e con il suo insegnamento vuole restituire l’uomo a se stesso, vuole insegnare l’uomo all’uomo. La nuova legge che Gesù proclama sulla montagna inizia sostituendo l’orgoglio, triste retaggio del peccato originale, con l’umiltà, che è principio e condizione della beatitudine. Qui sta il paradosso che attraversa tutto il sermone delle beatitudini, quale vero codice di rinascita e libertà, rifiutato e disatteso da quello che Paolo indica come l’uomo naturale che è incapace di percepire le cose di Dio e vede nelle beatitudini il sovvertimento dei propri valori e la sconfitta delle proprie ambizioni. Le beatitudini evangeliche toccano l’agire e la sofferenza del credente, che riceve in eredità il titolo regale di figlio di Dio. Il discorso della montagna è una guida alla cui luce possiamo accostare la nostra vita. Forse vale la pena porsi alcune domande. Mi riconosco bisognoso nei confronti del Signore, considero me stesso, il mio cuore, la mia vita come una terra promessa da conquistare per il Signore? Sono davvero convinto che la povertà di spirito sia l’atteggiamento di colui al quale è riservato il possesso della terra promessa, fin da quaggiù? So vedere nella consolazione il dono messianico, il dono dello Spirito di Dio e nella giustizia l’adempimento della volontà divina? Credo che la misericordia sia l’elemento che qualifica il discepolo di Cristo? So vedere nel cuore puro, semplice, senza ipocrisie e doppiezze, la condizione della visione di Dio? Credo davvero nella pace, nell’operare la pace, quale frutto dello Spirito Santo, pegno della figliolanza divina? So vedere nella persecuzione a causa della giustizia, a causa del Figlio dell’uomo, il prezzo e il segno della testimonianza evangelica e il pegno della risurrezione e della gioia senza fine?

07 Giugno

Gustate e vedete com’è buono il Signore

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

(Matteo 5,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Coraggio, figlia!

(Tobia 7,17)

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