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21 aprile, 2022

✝ Pensiero del 21 aprile 2022

    

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

La Pace, è il primo dono di Cristo Risorto, accogliere questo dono, significa accogliere la Sua Presenza, nell'anima, nella mente e nel cuore, perché se GESÙ, È IN NOI, NIENTE POTRTÀ TOGLIERCI QUESTA PACE.

Meditazione sul Vangelo di Lc 24,35-48

Testimoni di speranza.

I discepoli di Emmaus stavano ancora raccontando quel che era successo loro. Come si era riscaldato il loro cuore mentre quel misterioso compagno di viaggio, Gesù risorto, gli spiegava le scritture, affinché potessero iniziare a capire l’amore di Dio. È proprio in quel momento che Gesù si presenta in mezzo a loro, entrando nel cenacolo a porte chiuse. Egli rendendosi conto del loro timore, li rassicura: “non temete, sono io”. Gli apostoli predicarono il vangelo ispirati e fondati nella fede della resurrezione confermata da prove tangibili, non basate solo su un sepolcro vuoto. Gli apostoli sperimentarono la gioia che dà Gesù resuscitato. Le esperienze delle prime apparizioni furono molto forti. Tutto il brano evangelico lascia intravedere le difficoltà che vissero gli apostoli, dopo il momento tanto difficile e scandaloso della Crocifissione. Era difficile per loro riuscire a passare dal dolore profondo e sordo, dei giorni precedenti con l’inattesa e sorprendente esperienza che ora vedevano davanti a sé. Gesù deve ricordar loro: “queste sono le cose di cui vi parlavo quando ero ancora con voi… perché era scritto che il Cristo doveva soffrire e resuscitare di tra i morti al terzo giorno”. Da questo momento, i discepoli diventano testimoni di speranza, capaci di illuminare anche il dolore più profondo. Anche noi siamo chiamati ad essere araldi di questa nuova umanità, di questo terzo millennio. Non seguiamo un nudo crocifisso. Seguiamo un Dio che, per amor nostro, ha accettato la morte stessa ed è risorto per restituirci così la speranza nella vita eterna, cui Dio ci chiama fin da quando ci ha creati. Il tempo del dolore e dell’angoscia è passato, ora dobbiamo avere “volti da risorti”, un volto di gioia, fondati nella speranza di un amore – quello di Cristo – che non muore mai. È questa speranza che ci dà lo sprone per essere testimoni viventi di Cristo nel nostro ambiente.

Giovedì 21 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Anselmo; S. Corrado da Parzham
O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 8)
Rit: O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

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