Oggi, sono ventisette anni dalla Salita al Cielo di Padre Candido Mffeis, il sacerdote della Misericordia.
Il sacerdote della Misericordia
Le parole della Madonna a Candido
" Sì, egli si farà missionario secondo il mio Sacro Cuore". Con queste parole profetiche, il 14 maggio 1944, durante la seconda apparizione, la Madonna, attraverso la piccola Adelaide, confermava a Candido, ancor tredicenne, la sua vocazione sacerdotale e gli indicava, con grande chiarezza, una grande missione d'amore universale: essere testimone della Misericordia di Dio in mezzo agli uomini.
La formazione sacerdotale
Per rispondere alla chiamata del Cielo, nel 1945, con l'aiuto di padre Felice Murachelli, un generoso prete bresciano conosciuto a Ghiaie durante le apparizioni e diventato sua preziosa guida spirituale, Candido entrò al "Claretanum", collegio internazionale dei Missionari figli del Cuore di Maria, a Roma, dove affrontò una lunga e travagliata formazione. Le umiliazioni e le persecuzioni sopportate a causa della sua schiettezza e rettitudine, oltre a una grave malattia, lo portarono ad un pericoloso deperimento fisico. Ma Candido, nel rifugio sicuro delle mani immacolate della Madonna, pronto a testimoniare, anche col sangue, davanti al mondo e agli increduli, che proprio Lei, la Regina della Famiglia apparsa a Ghiaie, lo aveva veramente scelto per suo ministro testimone dell'Amore, resistette ad ogni prova.
La cura delle anime e il sollievo delle sofferenze.
Nel 1959 ricevette l'ordinazione sacerdotale; venne poi inviato a Palermo come vice parroco, e dopo un intervallo di due anni, dal 1963 al 1965, trascorso come insegnante nel nuovo Seminario di Lierna sul lago di Lecco, tornò alla cura d'anime, dapprima nella diocesi dell'Aquila, in seguito nella diocesi di Rieti e infine in quella di Lanciano, come parroco della piccola comunità di Ari dove rimase fino al 1988, per diciassette anni.
In questo periodo, nonostante l'isolamento e la solitudine, la figura di padre Candido cominciò ad essere conosciuta ed amata da tante persone per il suo zelo, i carismi ricevuti da Dio, la diffusione dei gruppi di preghiera e soprattutto per la sua dedizione verso tutti. Dalla sua "mano" sacerdotale colma dello Spirito di Dio molti hanno ricevuto grazie e benefici, tanto che alcuni pellegrini, diretti a San Giovanni Rotondo, da padre Pio, facevano tappa ad Ari per poterlo conoscere. Padre Candido aveva trasformato questa piccola parrocchia in un giardino profumato e accogliente, la canonica in una "casa della Salute", come egli stesso la chiamava per indicare la presenza costante della Madonna come "Madre della Misericordia" e aveva fatto ricoprire l'abside della chiesa con un grande affresco perché tutti potessero meditare, nella serenità e nella pace di questo luogo, sulla storia della salvezza e sulla Via che porta al Cielo.
Il sacrificio della vita
Era innamorato del Rosario e davanti all'Eucarestia spendeva notti intere in un'accorata preghiera di supplica in favore dei malati e dei più bisognosi, sempre accompagnato dalla voce di Cristo che gli ripeteva : "i ministri miei devono essere come me martiri d'amore e offrire al sole di Dio le piaghe del dolore". Per questo, al culmine di un itinerario di totale offerta di sé a Dio e al prossimo, padre Candido ha accettato di andare volontariamente incontro alla morte perché una famiglia colpita da un tremendo dolore potesse tornare alla gioia. Lo ha fatto quale vero testimone dell'amore di Dio per gli uomini, vero padre spirituale, capace di generare nuova vita, e vita immortale. Lo ha fatto anche, per testimoniare al mondo col suo sangue la verità dell'apparizione della Madonna a Ghiaie e l'autenticità della propria vocazione sacerdotale. Mosso da un'ardente Carità, incontrando, davanti alla cappella delle apparizioni di Ghiaie, sul volto di una madre angosciata per la gravissima malattia del figlio, il volto stesso della Madre Addolorata, toccato nel profondo dell'anima da sì grande pena, padre Candido ha pregato il Padre Misericordioso perché sul volto di quella mamma tornasse la gioia accettando di passare egli stesso per il necessario cammino del dolore. Quel giorno indossava l'abito bianco dell'Ordine di San Domenico, nel quale aveva chiesto di entrare per essere segno dell'Amore di Cristo, l'abito candido come il suo nome, candido come il suo amore puro.
La morte
Povero, com'era nato, il 7 aprile 1995, dopo una dolorosa Via della Croce, padre Candido lasciava questo mondo proprio nella sua tanto amata terra di Ghiaie, la terra benedetta dalle apparizioni della Regina della Famiglia. Ed è salito in Paradiso, accanto ai vergini, accanto all'Agnello Immacolato, accanto alla Madre Immacolata, per essere, ancor più di prima, nostro soccorrevole compagno ed amico.
Nessun commento:
Posta un commento