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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Cristo risorto dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Alleluia.
(Romani 6,9)
Meditazione sul Vangelo di Mt 28,8-15
La luce, solo per i cuori che amano.
Un sano dinamismo ha movimentato la vita dei discepoli e presto contagerà tutta Gerusalemme. Le donne hanno procurato la “causa” della situazione, ma col passare delle ore, perfino le autorità ebraiche devono affrontare l’accaduto: Gesù il Nazareno non è più nel sepolcro. Le guardie riferiscono il fatto inspiegabile, che si tenta di dissimulare con qualche sotterfugio. Ma è tutto inutile. Nessuno potrà nascondere questa valanga di Luce che Gesù Cristo-Dio ha fatto scaturire dalla sua resurrezione, perché il suo epicentro è dentro, nel più intimo recesso del cuore di ogni uomo che ama il Signore e crede nella sua divinità.
È passata alla storia la confessione del centurione romano che, vedendo morire Cristo sulla croce, esclamò: “Davvero costui era Figlio di Dio”. Al di là delle diverse versioni evangeliche riguardo alla frase attribuita al soldato, ciò che è univoco è l’atteggiamento di fondo di quest’uomo sincero. Nel momento più oscuro, quando le tenebre avevano coperto il Golgota e l’intera Gerusalemme, davanti al dissolversi di ogni traccia della sua apparente dignità – per non dire “divinità” -, e davanti allo scherno di tante altolocate personalità, un pagano romano – evidentemente alieno a qualsiasi concezione religiosa monoteista -, scopre proprio lì ciò che tanti ebrei credenti non potevano concepire: quello che aveva visto morire era il Giusto. Dà da pensare questa confessione di fede, perché mostra come la luce che promana da Gesù Cristo non è di ordine naturale, non si diffonde esteriormente, bensì nel cuore umano, accettando o meno di accoglierla. Se la luce della sua Divinità non è stata spenta neppure dalla morte, come si può pensare di occultarla nella Risurrezione? Come impedire ora quel terremoto, quella valanga di felicità e di gioia che ci pervade, da questo Gesù glorificato, qualsiasi sia la nostra attuale situazione? Forse, esteriormente, siamo proprio “pasquali”, ma interiormente soffriamo un Calvario di malattia, solitudine, tristezza, o angoscia per incomprensioni e divisioni. In ogni momento, Gesù sarà l’unico nostro sostegno. L’unico requisito è aprire il cuore. Il dolore ci rende irritabili e diffidenti, ma l’atteggiamento sincero davanti a Dio è quello del centurione, e delle donne che si lasciano illuminare e consolare. Egli ha voluto sperimentare tutto il dolore, per poter essere il nostro medico, la nostra gioia e la vera pace d'ogni anima.
Lunedì 18 Aprile
Lunedì dell’Angelo – Ottava di Pasqua – P
S. Galdino; S. Atanasia; B. Sabina Petrilli
Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».
At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15
Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».
(Salmo 117,24)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
«Nelle tue mani è la mia vita».
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».
(Salmo 117,24)
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