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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla creazione del mondo.
(Matteo 25,34)
Meditazione sul Vangelo di Lc 24,13-15
Una coppia in crisi. “Noi speravamo che…”.
Questa coppia di viandanti che va verso Emmaus è l’immagine consueta di due che stanno attraversando un brutto momento. È comune trovarsi in una situazione di crisi, nella vita: chi ne è esente? Li sentiamo umanamente molto vicini. Camminano, tristi, abbattuti, col morale sotto i piedi. Sono delusi, affranti. Il loro ideale di vita è crollato, e non hanno avuto la pazienza, la lucidità di aspettare e di pregare, per sapere che cosa Dio voleva da loro. Decidono di tagliar corto, andarsene via e tornare alla loro vita precedente: quel “noi speravamo…” è il loro motto.
Emmaus è sulla via del ritorno. Gli stessi che oggi se ne tornano angosciati e depressi, avevano percorso in senso inverso quella stessa pista, con la gioia entusiasta dei seguaci del Signore. Tornare indietro è duro. Significa riconoscere che ha vinto lo sconforto. È gettare la spugna delle responsabilità e tornare alla vita di prima: ''vita cristiana, con tutta l’esigenza che implicano, non sono facili. Tornare indietro, verso Emmaus, è sempre una grande tentazione. Tutto è cambiato radicalmente, da quando hanno sentito che il Signore è morto. Anche per noi, la vita e l’amore possono abbuiarsi. Ed è innegabile''. Ma cosa risolviamo tornando ad Emmaus, come se tutto quel che abbiamo vissuto fosse stato invano? Siamo disposti, per un fallimento od una sconfitta, a mandare tutto all’aria? Allora, è segno che non ci fidiamo di Dio, che non crediamo che Egli ha guidato con la sua Provvidenza la nostra vita. Siamo onesti, e ci renderemo conto che è più facile fidarsi di Dio. Ha saputo ricavare dall’orribile e inspiegabile morte di suo Figlio il bene più grande: la salvezza di tutti gli uomini. Come può essere che non venga alcun bene da quello che ora ci pare il nostro dramma? Ci sono ragioni che non si spiegano alla nostra mente razionale, ma che Dio ha previste. Quando Gesù cominciò a spiegare le scritture, a quella coppia in crisi, quando spezzò il pane, non diede “motivazioni” umane, ma evidenziò il piano provvidenziale di Dio. Quella rivelazione trasformò le loro vite ed oggi, è per noi un richiamo. Ognuno ha la sua personale via per Emmaus. Un posto dove il Signore spiegherà al nostro cuore ciò che non capiamo. Cristo si rivela a noi nella misura in cui sappiamo abbandonare il disfattismo e l’ottusità. Lasciamo che ci parli, avviciniamoci con fede all’Eucaristia.
Mercoledì 20 Aprile
Ottava di Pasqua – P
S. Aniceto; S. Agnese da Montepulciano
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore
At 3,1-10; Sal 104; Lc 24,13-35
Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».
(Salmo 117,24)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
«Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto».
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
«Su tutta la terra i suoi giudizi».
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento ad Isacco.
Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».
(Salmo 117,24)
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