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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Sul Calvario GESÚ disse al ladrone: "Oggi, sarai con Me in Paradiso". " Oggi" e non fra cento anni I calcoli appartengono alla Terra e non al cielo e non alla gratuità dell'Amore Divino. Buon Sabato Santo La Chiesa oggi si astiene dal celebrare il sacrificio dell’altare, per raccogliersi presso il sepolcro. L’altare resta spoglio e il tabernacolo vuoto.
Dato che la liturgia non ci offre un Vangelo, prenderemo per la nostra meditazione l’immagine di Gesù tra le braccia di Maria, conosciuta come “la Pietà” di Michelangelo.
Dapprima fissiamo il nostro sguardo sulla figura di Cristo. È già un corpo senza vita, un cadavere steso tra le braccia di sua Madre, con lo sguardo perso nel cielo, le ferite nei piedi, nelle mani e nel fianco. Alcune ore prima, questo corpo agonizzava, vittima della tortura più crudele. Ora riposa in pace. Il suo epitaffio potrebbe benissimo essere: “missione compiuta”. Guardando Cristo, chiediamo anche noi a Dio la grazia di compiere la nostra missione fino alla fine, senza discussioni, senza calcoli né misure. Dio ci chiede di impegnarci con tutto noi stessi nell’operare sempre il bene, per non dover provare il rimpianto di aver perduto tali occasioni. Guardiamo anche Maria. Chi ha avuto l’esperienza di perdere un figlio può capire, in qualche modo, quel che dovette significare per il suo cuore di Madre, assistere alla morte di Cristo sulla Croce. Anche se il tormento della crocifissione è finito, Maria continua a vedere le sue carni martoriate, la sua fronte coronata di spine, la sua agonia sulla croce. Il Santo Simeone aveva profetizzato: “…e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35). Ora si compie questa profezia. Guardando Maria, impariamo anche noi a soffrire. Ella non trovò alcuna spiegazione umana al dramma che viveva, ma seppe soffrire con Cristo, unirsi alle sue sofferenze e offrirle al Padre. Non capiva, ma non si ribellava. Accettava tutto come venuto dalla mano di Dio. Ripeteva in silenzio: fiat, “avvenga a me quello che hai detto", "sia fatta la tua volontà”. Il volto di Maria, oltre al dolore, evoca la speranza. Sapeva bene che Dio è buono e misericordioso. Ripeteva dentro di sé ciò che scrive l’autore del Libro del Siracide: “Chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi ha invocato ed è stato da lui trascurato?” (Sir 2,10).
Nell’ora della tribolazione, invochiamo Maria affinché ci riempia di SPERANZA.
Sabato 16 Aprile
SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE
S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre
Alleluia, alleluia, alleluia
Rm 6,3-11; Sal 117; A: Mt 28,1-10; B: Mc 16,1-7; C: Lc 24,1-12
Il Sabato Santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore,
meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il
sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino
alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora
lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae
per cinquanta giorni.
In questo giorno si può dare la santa comunione soltanto sotto forma di
Viatico.
La Chiesa oggi si astiene dal celebrare il sacrificio dell’altare, per raccogliersi presso il sepolcro. L’altare resta spoglio e il tabernacolo vuoto.
Dato che la liturgia non ci offre un Vangelo, prenderemo per la nostra meditazione l’immagine di Gesù tra le braccia di Maria, conosciuta come “la Pietà” di Michelangelo.
Dapprima fissiamo il nostro sguardo sulla figura di Cristo. È già un corpo senza vita, un cadavere steso tra le braccia di sua Madre, con lo sguardo perso nel cielo, le ferite nei piedi, nelle mani e nel fianco. Alcune ore prima, questo corpo agonizzava, vittima della tortura più crudele. Ora riposa in pace. Il suo epitaffio potrebbe benissimo essere: “missione compiuta”. Guardando Cristo, chiediamo anche noi a Dio la grazia di compiere la nostra missione fino alla fine, senza discussioni, senza calcoli né misure. Dio ci chiede di impegnarci con tutto noi stessi nell’operare sempre il bene, per non dover provare il rimpianto di aver perduto tali occasioni. Guardiamo anche Maria. Chi ha avuto l’esperienza di perdere un figlio può capire, in qualche modo, quel che dovette significare per il suo cuore di Madre, assistere alla morte di Cristo sulla Croce. Anche se il tormento della crocifissione è finito, Maria continua a vedere le sue carni martoriate, la sua fronte coronata di spine, la sua agonia sulla croce. Il Santo Simeone aveva profetizzato: “…e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35). Ora si compie questa profezia. Guardando Maria, impariamo anche noi a soffrire. Ella non trovò alcuna spiegazione umana al dramma che viveva, ma seppe soffrire con Cristo, unirsi alle sue sofferenze e offrirle al Padre. Non capiva, ma non si ribellava. Accettava tutto come venuto dalla mano di Dio. Ripeteva in silenzio: fiat, “avvenga a me quello che hai detto", "sia fatta la tua volontà”. Il volto di Maria, oltre al dolore, evoca la speranza. Sapeva bene che Dio è buono e misericordioso. Ripeteva dentro di sé ciò che scrive l’autore del Libro del Siracide: “Chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi ha invocato ed è stato da lui trascurato?” (Sir 2,10).
Nell’ora della tribolazione, invochiamo Maria affinché ci riempia di SPERANZA.
Sabato 16 Aprile
SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE
S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre
Alleluia, alleluia, alleluia
Rm 6,3-11; Sal 117; A: Mt 28,1-10; B: Mc 16,1-7; C: Lc 24,1-12
Il Sabato Santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore,
meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il
sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino
alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora
lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae
per cinquanta giorni.
In questo giorno si può dare la santa comunione soltanto sotto forma di
Viatico.
Salmo responsoriale Salmo 103
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici
il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei
rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un
manto.
Egli fondò la terra sulle sue basi:
«Non potrà
mai vacillare».
Tu l’hai coperta con l’oceano come una
veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.
Tu mandi
nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto
abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.
Dalle
tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si
sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le
piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.
Quante
sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la
terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.
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