Meditazione sul Vangelo di Mt 13,44-46
Abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito.
Quasi per stemperare la paura provocata in alcuni uditori dall’immagine di un giudizio inappellabile che può concludersi con l’eterna condanna, Gesù propone due parabole che incentivano la gioia. Nella prima si narra d’un bracciante agricolo che, mentre sta lavorando, dissotterra “per caso” un tesoro, poi saggiamente (o astutamente) per divenirne legittimo proprietario, «vende tutto e compra quel campo [tesoro incluso] ». L’altra parabola riguarda un mercante di preziosi che dopo anni di perseverante ricerca, trova, finalmente, una perla d’inestimabile valore; perciò, «vende tutti i suoi averi e la compra» ed anche per lui inizia una vita completamente nuova.
Dobbiamo a due Apostoli, Pietro e Paolo, la più bella attualizzazione di queste due parabole. Ricordiamo anzitutto l’episodio che riguarda Pietro: quando “il giovane ricco” non ebbe il coraggio di «vendere i suoi beni” per seguire Gesù, il Maestro commentò con amarezza l’episodio. Pietro, allora, anche a nome degli altri discepoli, pose a Gesù una domanda che riecheggia le parole della parabola: «Ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?» Gesù dà una risposta che riguarda Pietro in quanto Apostolo, poi aggiunge per tutti i discepoli: «Chiunque lasci tutto per causa mia, riceverà il centuplo e la vita eterna». Ecco “la perla preziosa” che è data come premio a chi persevera nella sequela di Cristo. Così è successo a Pietro, ad Antonio abate, a Benedetto da Norcia, a Francesco d’Assisi, che hanno cercato il meglio e l’hanno trovato in una vita tutta dedicata al Signore. Possiamo, invece paragonare l’apostolo Paolo al bracciante agricolo che “per caso” s’imbatte in un tesoro. Quand’egli era ancora «fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore», venne bloccato da Gesù sulla via di Damasco, e da persecutore si “convertì” nel più fervente degli apostoli. Lo stesso Paolo, dopo alcuni anni, riandando col ricordo all’incontro di Damasco, scrisse: «Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo». Gesù, dunque è “il tesoro nascosto”, trovato “per grazia”, per cui vale la pena di lasciare tutto. Dopo Paolo, Agostino, Ignazio di Loyola, Camillo de Lellis e tanti convertiti hanno fatto lo stesso. Seguiamo dunque gli esempi dei grandi Santi, ed anche noi, mostriamo nella vita d’ogni giorno di credere davvero che Gesù è il nostro unico bene.
28 Luglio
Tu sei santo, Signore, nostro Dio
Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
(Giovanni 15,15)SALMO RESPONSORIALE (Salmo 98)
Rit: Tu sei santo, Signore, nostro Dio.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuèle tra quanti invocavano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato.
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio!
Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
(Giovanni 15,15)
Nessun commento:
Posta un commento