Gesù risorto, è Colui che vede la nostra fame di giustizia, di felicità, di Misericordia, di gioia e di pace, e la sazia.
Meditazione sul Vangelo di Gv 6,1-15
Il segno del pane
La folla seguiva Gesù “vedendo” i segni di guarigione da lui compiuti sugli infermi. Il segno del pane costituisce un significativo allargamento di orizzonte: esso è infatti rivolto a tutti, sani e malati. Attraverso il segno del pane, Gesù chiama perciò tutti a condividere il bene più grande che ci possa essere: la fede in lui come l’inviato del Padre, colui che non si può comprare con il denaro, ma piuttosto seguire nell’amore.
Attraverso il segno del pane, dato a tutti, Gesù si presenta a tutti come costruttore di un nuovo tipo di comunione e di società: nell’antichità, infatti, i malati erano esclusi da tutto e da tutti, per motivazioni igieniche e religiose. Con il segno del pane dato a tutti, Gesù supera di fatto questa situazione e invita a “vedere” un altro mondo: un mondo dove l’essere l’uno accanto all’altro, l’uno insieme all’altro, l’uno unito all’altro, perché accomunati dalla condivisione di uno stesso pane, sia vera alternativa al mondo della separazione e della disperazione, al mondo della negazione della fraternità o della sua limitazione solo ai sani e a quelli che “stanno bene”. Si tratta del mondo descritto da Paolo nella seconda lettura, il mondo dove il principio animatore e la sorgente delle relazioni è lo Spirito che vincola alla pace. L’evangelista Giovanni, però, non si ferma qui: da “dove” viene questo pane? Che cosa sta alla radice del “segno” del pane? Non c’è il “comprare” e il “denaro”: in altre parole, non c’è l’uomo, dato che il comprare e il denaro sono il segno della sua attività e, in negativo, del suo modo di essere “tenebroso”. C’è invece un atto di condivisione, incomprensibile alla mente umana (“che cos’è questo?”) perché non segue la logica del “tanto” («che cos’è questo per tanta gente?»). Il profeta Eliseo aveva compiuto qualcosa di simile, come ci narra la prima lettura, ma qui, per Giovanni, c’è di più: l’atto di condivisione, incomprensibile alla mente umana, perché non segue la logica del “tanto”, è quello del Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Questa è l’origine del segno del pane, il suo «da “dove” viene»: è il farsi uomo del Verbo di Dio che permette la costruzione di un mondo “altro”, retto dallo Spirito e dalla fraternità, che si apre sull’eternità e la risurrezione dei morti.
25 Luglio
Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
Nessun commento:
Posta un commento