Meditazione sul Vangelo di Mt 10,24-33
“Non abbiate paura!”.
Gesù vuole che alla sua sequela ci siano solo discepoli coraggiosi; perciò, usando “il metodo preventivo”, avverte i futuri apostoli che essi subiranno il rifiuto e le angherie che lui stesso, loro Maestro, ha dovuto patire. Pur tuttavia egli li invita, per ben tre volte, a non aver paura degli uomini che «possono si uccidere il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». L’unico da temere è Dio, perché soltanto lui «ha il potere di far perire nell’inferno l’anima e il corpo». Il discepolo chiamato all’apostolato deve avere il santo timore di offendere Dio, rinnegando con le parole o le azioni suo Figlio. Un timore che può e deve unirsi alla fiducia filiale, perché per il Padre celeste «noi valiamo più di molti passeri», che pure egli nutre.
«Non abbiate paura!». Con quest’invito Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato in Piazza San Pietro. Il suo appello veniva da un figlio d’una Nazione e di una Chiesa allora perseguitata da un regime ostile al cristianesimo. Il grido del Papa polacco fu profetico, tanto che, anche grazie alla sua opera coraggiosa, quei regimi crollarono, ed ora nell’Est europeo le Chiese sono tornate ad essere libere. L’invito sempre attuale a non avere paura, non riguarda solo i cristiani perseguitati, esso si rivolge anche a noi che, pur avendo piena libertà religiosa, spesso omettiamo di compiere il bene e di testimoniare Cristo, perché ci lasciamo condizionare dal timore del giudizio degli altri. Quante discussioni su problemi morali o religiosi ci hanno trovato perdenti, perché non abbiamo avuto il coraggio della testimonianza evangelica! E, al contrario, quanti pettegolezzi, mormorazioni e maldicenze nei confronti della Chiesa e dei suoi Ministri, invece d’essere state stroncati dal nostro intervento, si sono prolungati con il nostro contributo attivo! Tutto ciò è stato reso possibile perché non abbiamo saputo vincere la nostra vigliaccheria. Per non cadere di nuovo in questo grave peccato, prendiamo sul serio la terribile minaccia di Cristo: «Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Perciò, pur consapevoli dei nostri limiti e dovendo confessare un’enorme distanza tra il credo che professiamo e il nostro comportamento quotidiano, impegniamoci a raggiungere la sufficienza “del discepolo diventato come il suo Maestro”, fino ad imitare l’audacia del profeta Isaia. Come lui lasciamoci purificare dal fuoco dello Spirito Santo, per rispondere all’appello del Signore dicendogli: «Ecco, manda me» a portare e vivere il Vangelo in famiglia, al lavoro, ovunque.
10 Luglio
Voi che cercate Dio, fatevi coraggio
Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi.
(I Pietro 4:14)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
«Su tutta la terra i suoi giudizi».
Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi.
(I Pietro 4:14)
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