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16 luglio, 2021

Pensiero del 16 luglio 2021

Maria, canta in eterno la Misericordia che DIO ha avuto con Lei. Uniamoci al Suo canto perché anche noi viviamo per la Misericordia di DIO.

Meditazione sul Vangelo di Lc 6,1-5
Ritrovare il senso della vita.

L’Evangelo d oggi ci mostra Gesù che di sabato si trova nei campi insieme ai suoi discepoli i quali sentendo la fame «coglievano e mangiavano le spighe sfregandole». I farisei li accusano di compiere tre lavori sebbene il lavoro, inteso come creazione di qualcosa di nuovo, alla stregua della creazione primordiale di Dio, durante il sabato è vietato (cfr. Es 20,841; 34,21). Gesù, alla domanda dei farisei, risponde rifacendosi a un episodio narrato dal primo libro di Samuele: anche Davide trovatosi nel bisogno per sé ed i suoi uomini si nutrì dei pani dell’offerta riservati dalla legge a Dio e ai soli sacerdoti (ISam 21). All’autorevolezza di Davide e della Scrittura fa oggi eco quella di Gesù: egli, infatti, è il Signore del sabato.

 Il primo insegnamento di Gesù riguarda proprio il modo con cui leggere e interpretare la Scrittura. Gesù legge la Scrittura con la Scrittura, cercando in essa lo Spirito con cui è stata scritta. Ma la “chiave” che apre il testo sacro per noi è proprio Lui, Cristo, il Signore vivente: a partire dal Nuovo Testamento possiamo leggere e comprendere l’Antico Testamento, perché Gesù è il centro e il fine della Scrittura e della storia. Il secondo insegnamento entra nel merito della questione del sabato. Nel libro della Genesi si racconta che «Dio portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò» (Gen 1,29). Nel settimo giorno Egli dà senso al suo lavoro, rendendolo fecondo con la sua benedizione e, con il comando del libro dell’Esodo, invita l’uomo a entrare in esso, cioè a godere con Lui della benedizione che riposa sull’intera creazione, a mangiarne i frutti e a gioire della relazione con il suo Dio. L’uomo ritrova nella relazione con il suo Creatore il senso della sua vita, della sua fatica lavorativa e del tempo: anche gli altri sei giorni lavorativi acquistano il significato della condivisione, da parte dell’uomo, del ritmo di lavoro-riposo che abita la creazione perché abita Dio stesso, che riposa godendo nel creare e dare la vita fecondando. Ciò che conta dunque non è la legge, ma il riposo in Dio e la relazione con Lui: ora Dio è presente in Gesù e la legge che preparava a questo incontro, tutelando un tempo in cui si potesse sperimentarne l’anticipo, è compiuta, e l’uomo, per la presenza di Dio e il rapporto pieno e nuovo con lui, è nel “sabato”. Può godere della vita che gli viene da Dio sempre, nel lavoro settimanale come nel riposo sabbatico. Cade così ogni divisione legalistica e la frammentazione che segna la vita umana è ricondotta all’unificazione: l’uomo nel Figlio diventa signore della propria vita, del lavoro come del riposo. In questo modo i discepoli stanno vivendo il loro sabato: si nutrono dei frutti della terra che il loro Creatore e Signore sta dando loro in cibo e godono della sua presenza e della sua comunione.

16 Luglio

Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 115)
Rit: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)


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