Translate

26 luglio, 2021

Pensiero del 26 luglio 2021

 Il seme e il lievito dicono la Potenza di DIO in noi. Dal nulla sa trarre frutti di vita eterna.

Meditazione sul Vangelo di Mt 13,31-35

Senape e lievito.

La parabola del granello di senape presenta il contrasto tra del seme e la grandezza della pianta che produce. La piccolezza del granellino sottolinea l’aspetto insignificante e addirittura deludente degli inizi dell’avvento del regno di Dio: la venuta di Gesù corrisponde ben poco alle attese che gli ebrei avevano nei confronti del Messia (cfr. Mt 3,13-14; 11,2-3). La parabola del lievito ci insegna che il regno di Dio è presente nel mondo come un fermento che lo trasforma totalmente.

Gesù continua a parlare del regno di Dio e lo paragona a un granello di senapa e al lievito. Questa parabola probabilmente rispondeva alla domanda dei primi ascoltatori di Gesù: com’è possibile che il regno dei cieli possa presentarsi in modo così stentato? Il granello di senapa è ritenuto il più piccolo di tutti i semi. Ma, una volta cresciuto, riesce a raggiungere l’altezza di due o tre metri e può accogliere tra i suoi rami anche gli uccelli. Gesù dice che avviene così per l’opera del Vangelo: all’inizio si presenta modesta, insignificante, debole, come la più minuta delle sementi. Ed è vero. Cosa c’è di più debole del Vangelo? È solo una parola che può essere disattesa, dimenticata, allontanata. Tuttavia, se è accolta e fatta crescere, diviene ben visibile e allarga il suo influsso oltre noi stessi. Questa lezione viene ripresa nella parabola seguente. Una donna vuole cuocere del pane. Alla massa della farina aggiunge una piccola quantità di lievito; impasta il tutto e poi lo copre con un panno e lo lascia fermentare tutta la notte. Al mattino, tutta la pasta è fermentata da quel pugno di lievito. Anche qui l’evangelista fa notare la sproporzione tra l’umiltà dell’inizio e la grandezza della fine. Così avviene con la Buona Novella. Questo brano ci insegna che non conta il piccolo numero o la quantità poco appariscente; il nostro atteggiamento, molte volte, è opposto a questo insegnamento, quando cerchiamo di esaltare l’apparenza più che la sostanza. Possiamo essere attratti da molte cose, che in realtà sotto il loro aspetto gradevole ed allettante si dimostrano superflue. Vi è un duplice rischio in questo atteggiamento legato all’apparenza. Da una parte si rischi di non soddisfare le vere esigenze del nostro corpo e dello spirito, e dall’altro vi è il rischio di diventare noi stessi succubi di tutto ciò che riempie artificiosamente la nostra vita. La libertà dell’uomo e la sua dignità così spesso proclamata, si perdono in una schiavitù che alla fine banalizza la vita stessa.

26 luglio 

Rendete grazie al Signore, perché è buono

Per sua volontà il Padre ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

(Giacomo 1,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 105)

Rit: Rendete grazie al Signore, perché è buono.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia, davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

Per sua volontà il Padre ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

(Giacomo 1,18)

Nessun commento: