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Canzano Barbara
Meditazione sul Vangelo di Lc 6,39-45
Un cieco non può guidare un altro cieco.
Tutti abbiamo bisogno di guide. Soprattutto oggi, in una società “liquida”, che sembra aver perso i punti di riferimento sui quali ancorare l’esistenza. Ma non perché manchino i messaggi, anzi essi si sono moltiplicati; sono venuti a mancare i veri maestri.
A volte, ci sentiamo anche noi smarriti e perduti, come ciechi in compagnia di altri ciechi. Camminiamo senza un orientamento, senza una meta, sperando che ci capiti qualcosa che possa riempire di senso la nostra vita; oppure affidiamo al primo salvatore di turno le nostre attese di felicità. Dobbiamo essere attenti a chi consegniamo la nostra esistenza, smascherando i falsi maestri – predicatori del nulla – che propongono facili scorciatoie e miraggi di salvezza. Noi sappiamo a quale scuola siamo stati chiamati, chi è il vero Maestro di cui possiamo pienamente fidarci, in grado di mostrarci la via, di farci accostare gradualmente alla verità tutta intera, di rivelarci il vero significato del vivere e del morire. È l’unico maestro che può condurci alla gioia piena. Essere sedotti dal suo amore è la condizione che permette alla nostra vita di non rimanere bloccata dalla paura di fronte a scelte impegnative e coraggiose. Perché non ci avvenga di sperimentare l’amarezza o il rimpianto per aver trascorso invano la nostra esistenza, non trovando il coraggio di vivere e di osare. Come è capitato a quel George Grav di cui E. L. Masters nell’Antologia di Spoon River ci fa leggere la lapide posta sulla tomba: “E ora so che dobbiamo innalzare la vela e cogliere i venti del destino ovunque essi guidino la nave. Dare significato alla vita può sortire follia, ma la vita senza significato è la tortura dell’irrequietezza e del desiderio vago – è una nave che anela il mare eppur lo teme”. Siamo stati chiamati ad essere discepoli, per diventare anche noi, “come il maestro”, capaci di accogliere, condividere, giustificare e perdonare, senza mai ergerci a giudici dei nostri fratelli, anch’essi viandanti e compagni di viaggio. Comprendendo che per diventare maestri e guide credibili occorre essere innanzitutto testimoni coerenti. Come ci ha ricordato Paolo VI nella bellissima esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni».
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