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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Tu sei Pietro, e sarai come una PIETRA, su cui io, fonderò la mia CHIESA!
Meditazione sul Vangelo di Mt 16,13-19
Al dialogo dell’incomprensione del brano precedente segue il riconoscimento di Gesù come Messia e Figlio di Dio. Gesù non pone la domanda sul suo conto perché sta attraversando una crisi d'identità. Piuttosto, è dalla risposta personale a questa domanda che si definisce il discepolo. Lasciarsi interrogare da Gesù apre al suo mistero, perché la risposta di colui che ha deciso di seguire il Signore non può essere generica, o come quella che daranno gli altri. La risposta individuale costringe all’ascolto della Parola e coinvolge personalmente. Finalmente Pietro ed i discepoli riconoscono Gesù come colui che compie ogni attesa, e Pietro entra a pieno titolo nel Regno, diventa “ Pietra”, padre dei credenti come lo fu Abramo. La Chiesa si edifica su una “Pietra” saldamente legata al Dio dei viventi.
Gesù interroga i suoi circa l’opinione che la gente si è fatta di lui e raccoglie le risposte più varie, dalle più scontate a quelle più riflesse e colte. Solo che a Gesù non basta conoscere l’opinione generale, desidera sapere come la pensano coloro con i quali condivide l’avventura di ogni giorno. Pietro risponde e a lui Gesù dà le chiavi del regno, le chiavi di “casa sua”. Le chiavi di casa si danno ad una persona che è più che amica, si danno a qualcuno che si considera familiare. Gesù dà le chiavi del Regno dei cieli ad una persona che ha accolto profondamente non solo le sue parole, ma che ha condiviso la sua vita, la sua storia, i suoi sogni. Solo una persona così può essere a buon diritto custode dei beni del Signore; conosce le sofferenze nascoste d'ogni parola che Gesù ha pronunciato come anche la gioia profonda dei suoi successi, le motivazioni dei suoi fallimenti e sa che ogni gesto di misericordia ed è una chiave per l’ingresso nel Regno. Si entra nell’intimità che il teologo tedesco Karl Rahner descrive bene in queste poche battute che diventano preghiera: «Entrare e perdermi in te, sapendo che tu m’accogli entro al tuo cuore, che io posso incontrarti nell’amore, e dirti: tu, incomprensibile mistero della mia vita, perché tu sei l’amore. Nell’amore ti trovo, finalmente, mio Dio! Ed allora si apre la mia anima, allora m’abbandono e dimentico; ed il mio essere tutto si riversa oltre la stretta dei suoi confini, oltre l’angustia della mia propria affermazione, che mi tratteneva nella mia povertà. Con tutte le forze ti viene incontro la mia anima e non vuole ritornare più in se stessa, ma perdersi in te, che, nell’amore, sei il cuore del mio cuore, più intimo a me di me stesso».
CATTEDRA DI SAN PIETRO (f)
S. Pascasio; S. Margherita da Cortona
Il Signore è il mio pastore: «Non manco di nulla».
1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su d'essa.
(Matteo 16,18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 22)
Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a causa del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su d'essa.
(Matteo 16,18)
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