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13 febbraio, 2022

✝ Pensiero del 13 febbraio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

La Beatitudine del Regno, è il Dono del Risorto affinché nella tribolazione, della vita riconosciamo la direzione giusta.

Meditazione sul Vangelo di Lc 6,17.20-26

Ancorare il cuore in Dio.              

Il Vangelo di oggi ci presenta la versione lucana del discorso della montagna. L’evangelista vuol far risaltare innanzitutto la fiducia in Dio, che presuppone l’essere coerenti. Nella prima lettura il profeta Geremia ci ricorda, per mezzo di una bella immagine, che solo Dio è degno di fiducia e che in lui dobbiamo riporre sempre la nostra speranza, poiché solo in lui possiamo trovare i veri beni cui anela il cuore umano.

Il Vangelo di oggi ci propone le beatitudini, una specie di sintesi della nuova legge che Cristo vuol promulgare per il cristiano. Il profeta Geremia ci offre un’interessante chiave di lettura per questo brano. La contrapposizione tra chi ripone la sua speranza in Dio e chi la fa poggiare sugli uomini calza perfettamente con il modo in cui san Luca ci presenta le beatitudini. In effetti, c’è una chiara tensione tra il presente ed il futuro. I felici sono quelli che ora sono afflitti per qualche ragione: avranno la loro ricompensa. I maledetti sono quelli che ora sono soddisfatti, perché non hanno più niente da sperare. Gesù ci invita a vivere la virtù della speranza. Non si tratta di un mero ottimismo umano, ma di riporre la nostra sicurezza in Dio. Al di sopra del denaro che possiamo avere sul nostro conto in banca, o dell’apparente stato di salute, o del vigore fisico della gioventù quando sboccia alla vita adulta, la nostra sola e vera sicurezza sta in Dio e nei beni celesti. La ragione è molto semplice: i beni di questo mondo sono tutti precari, e perciò possono crollare e crollano, come ci dimostra la nostra esperienza quotidiana. Questo non significa che per essere buoni cristiani si debba sottostare a innumerevoli privazioni, ma è un segnale di allerta per chi comincia a dimenticarsi di Dio, e costruisce la sua vita lontano da lui. Dio è la risposta a tutte le nostre necessità, la sua Provvidenza è la sicura garanzia che nulla ci mancherà di ciò che è necessario per arrivare al cielo. Rinnoviamo oggi la nostra fede nel destino finale della nostra vita, l’unico porto al quale ci interessa arrivare, l’abbraccio eterno con Dio.

Domenica 13 Febbraio 

6.a del Tempo Ordinario 

S. Martiniano; S. Benigno; B. Giordano di Sassonia
Beato l’uomo che confida nel Signore
Ger 17,5-8; Sal 1; 1Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26 

Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.

(Luca 6,23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 1)
Rit: Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
«Le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene».


Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.

(Luca 6,23)

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