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S. T. D. E DELLA B. V. M.Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede
Meditazione sul Vangelo di Lc 13, 22-30
La mensa del Regno.
“Entrate dalla porta stretta” (cfr. Lc 13,24). Cristo ci insegna sempre la verità: non nasconde il fatto che ci sono degli ostacoli sulla via della salvezza. La lettera agli Ebrei ce ne offre la prova: siamo figli di Dio, Egli ci corregge e ci forma fino alla perfezione perché ci ama. La Parola di Dio di questa domenica ci insegna che lo sforzo dell’evangelizzazione è sofferenza che conduce alla salvezza.
La domanda alla quale nessun vivente può dare risposta è: “cosa sarà di noi quaggiù, alla fine del nostro cammino?”. Questo è ciò che è stato chiesto a Gesù, l’unico uomo che ha visto Dio Padre, e perciò l’unico capace di dare risposta a questa attesa umana. “Sono pochi quelli che si salvano?”. Cioè: “che possibilità abbiamo?”. Quasi come se la salvezza eterna dipendesse dallo spazio a disposizione in cielo. Ma pur se così fosse, c’è un “posto” riservato in cielo per ogni singola persona che è venuta al mondo. Noi non siamo una statistica per Dio. Anzi, Egli ci crea col desiderio che arriviamo ad occupare la sedia vuota, quella che ha riservato a nostro nome nella sala del banchetto per i beati. La domanda dei discepoli porta a concludere, dalle parole e dalla dottrina di Cristo, che partecipare al banchetto celeste non è automatico né facile. Gesù non dice: “No, prendetevela comoda, non preoccupatevi, state tranquilli”, o “non avete capito bene quel che ho detto” … Egli, invece, ribadisce la loro affermazione: «sforzatevi di entrare per la porta stretta». Dovremmo interrogarci interiormente: il mio cristianesimo suonerebbe facile agli orecchi degli Apostoli? Cioè: se l’avessero posta a me quella domanda, l’avrebbero fatto timorosamente, o avrebbero invece pensato che il cielo poteva essere una facile conquista per loro? Come quelli della parabola: “abbiamo mangiato e bevuto alla tua tavola”. Andare a Messa, dunque, non è abbastanza. Alla fine, Gesù afferma che il Padre deve riconoscerci come figli suoi. Ci sono molti modi in cui possiamo far sì che questo accada. La continua e sincera richiesta di misericordia potrebbe essere un buon inizio. Meglio ancora: facciamoci riconoscere da Lui attraverso le buone opere che realizziamo, il nostro modo personale di incarnare il Vangelo.
Domenica 21 Agosto
S. Pio X (m); S. Ciriaca; S. Privato
21.a del Tempo Ordinario (anno C)
Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7,11-13; Lc 13,22-30
Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
(Giovanni 14,6)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
(Giovanni 14,6)
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