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Mercoledì – 19.a Tempo Ordinario – SAN LORENZO, Diacono e martire – P
Meditazione sul Vangelo di Gv 12, 24-26
Lorenzo era il primo dei sette diaconi della Chiesa di Roma durante il pontificato di papa Sisto II, ed aveva l’incarico di amministrare le offerte e di distribuire ai poveri quanto raccolto fra i cristiani della città. La tradizione ci tramanda le vicende legate alla sua morte, al suo incontro con papa Sisto II condotto al martirio, al suo rifiuto di consegnare i “tesori” della Chiesa a lui affidati, e al supplizio sulla graticola, che è divenuto il suo motivo iconografico peculiare. ln effetti, sulla base del secondo editto dell’imperatore Valeriano, è probabile che Lorenzo sia stato martirizzato, per decapitazione, il 10 agosto, così come il papa Sisto, che come riferisce san Damaso papa, fu giustiziato in un cimitero (probabilmente le Catacombe di San Callisto) insieme a sei diaconi.
Un affare sicuro per l’eternità.
San Paolo invita i Corinzi a raccogliere del denaro a favore dei fratelli della Chiesa di Gerusalemme che si trovavano in necessità. Per l’Apostolo, il fondamento di questa colletta è l’amore di Cristo, che sta all’origine di ogni condivisione e che aumenta sempre più in chi dona con generosità e vive secondo giustizia.
Quando si ha a che fare con Dio, tutti i convenevoli umani saltano. Dovendo fare un investimento economico, di solito chiediamo ogni garanzia possibile e non ci muoviamo finché non ci sentiamo sicuri. Ecco: con Dio questa tipo di sicurezza non c’è, e nemmeno va cercata. Con Dio la sicurezza ha altre fonti: credere alla sua Parola e fidarsi dell’esempio di uomini e donne che, come san Lorenzo, hanno scoperto la verità di quanto diceva san Giovanni Crisostomo: «Le banche di Dio sono le mani dei poveri». E in queste banche i santi hanno lasciato i loro “averi”. San Paolo, invitando ad aprire il cuore ai poveri, scrive: «Dio ha il potere di far abbondare in voi ogni grazia, perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene». Chiede di “seminare con larghezza”, nella certezza interiore che Dio provvederà a noi. Il Signore non farà mancare nulla di necessario (non di superfluo!) a chi si priva di qualcosa per donare speranza al suo prossimo. Il Signore non farà mancare mai quello che ci è necessario per aprire sempre più il nostro cuore e le nostre mani agli altri. Noi di solito chiediamo a Dio cose per poter vivere con più serenità. Dio, però, vuole donarci anche ciò che serve per poter offrire serenità ad altri. Lui ci somministra il “seme” da donare e Lui lo “moltiplicherà e farà crescere i frutti della nostra giustizia”. San Paolo, però, fa un’ulteriore affermazione: il dono non deve essere forzato, deve essere vissuto nella gioia. Se ci si sente in qualche modo costretti, se il cuore non è ancora pronto a lasciare, se non si è più sereni per il timore di perdere troppo, meglio attendere. Dio non forza mai, non vuole incutere timore. Desidera che nel nostro cuore cresca una generosità libera e liberante.
Mercoledì 10 Agosto
S. Lorenzo (f); S. Blano; S. Agostino Ota
S. Lorenzo (f) – P
2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26
Beato l’uomo che teme il Signore
Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, dice il Signore.
(Giovanni 8,12)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 111)
Rit: Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
«Eterno sarà il ricordo del giusto».
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.
Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, dice il Signore.
(Giovanni 8,12)
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