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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede
Venerdì – 19.a Tempo Ordinario
Meditazione sul Vangelo di Mt 19, 3-12
Tutti siamo chiamati alla santità.
Dopo aver dato le direttive per edificare la Chiesa come comunità nella quale i fratelli si amano e si perdonano, Gesù si rivolge ai singoli discepoli, prospettando loro le gravi esigenze della sequela. Poiché la maggior parte di essi sono sposati, è ai coniugi che il Maestro dirige il suo primo insegnamento. Gesù riafferma la santità originaria del matrimonio e partendo «da principio», fonda la conseguente indissolubilità del patto nuziale cristiano. Di fronte alle perplessità degli apostoli, il Signore afferma che, di fatto, possono vivere il matrimonio cristiano – cui aggiunge il celibato per il Regno – soltanto quelli che ne hanno ricevuto il carisma.
Un brutto proverbio recita: “Agosto, moglie mia non ti conosco!”, come se in questo mese di vacanza i valori cristiani, che fondano la Chiesa e la società stessa, fossero meno validi che in altri periodi dell’anno. E’ pur vero che le situazioni ambientali dovute al caldo e al nostro abbigliamento più succinto, fanno aumentare in modo esponenziale le tentazioni e le occasioni di peccato. Provvidenzialmente la Chiesa, da saggia “madre e maestra”, ci viene incontro proponendoci la lettura di questa impegnativa pagina di Vangelo. Le argomentazioni che usa Gesù sono le stesse che troviamo nelle lettere di san Paolo. Il Signore e l’Apostolo ci rimandano entrambi al progetto di Dio, così com’è narrato dalla Genesi. Se per Gesù la citazione dell’Antico Testamento rimanda al Dio creatore della prima coppia umana, per Paolo, invece, la coppia di riferimento è quella formata da Cristo e dalla Chiesa. Per l’Apostolo, il coniuge cristiano non può più giustificare i suoi comportamenti “adulteri” adducendo, come gli Ebrei, la “durezza del proprio cuore”. Da quando «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25) i coniugi devono – e possono per la grazia propria del sacramento! – amarsi reciprocamente con la stessa misura. Secondo Paolo, il matrimonio cristiano fonda la sua stabilità in Cristo, ma questo lo capiscono «solo coloro ai quali è stato concesso» dallo Spirito Santo. Ecco, allora, la necessità che i Pastori rievangelizzino il matrimonio, e per noi il dovere di pregare per le famiglie e in famiglia, così che anche oggi ognuno possa glorificare Dio vivendo in santità, sia da sposato “in Cristo”, che da “celibe per il Regno”.
Venerdì 12 Agosto
S. Giovanna F. de Chantal; S. Ercolano; S. Leila
19.a del Tempo Ordinario
Ez 16,1-15.60.63 opp Ez 16,59-63; Cant. Is 12,2-6; Mt 19,3-12
La tua collera, Signore, si è placata e tu mi hai consolato
Accogliete la parola di Dio, non come parola di uomini, ma, qual è veramente, come parola di Dio.
(I Tessalonicesi 2,13)
SALMO RESPONSORIALE (Isaia 12,2-6)
Rit: La tua collera, Signore, si è placata e tu mi hai consolato.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Accogliete la parola di Dio, non come parola di uomini, ma, qual è veramente, come parola di Dio.
(I Tessalonicesi 2,13)
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