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11 agosto, 2022

✝ Pensiero del 11 agosto 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede 

"Non appoggiarti all’uomo: deve morire: Non appoggiarti all’albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!"

Parole di San Francesco D'Assisi a Santa Chiara D'Assisi.

Giovedì – 19.a Tempo Ordinario – SANTA CHIARA D’ASSISI 

Meditazione sul Vangelo di Mt 18, 21-19,1

Chiara nacque ad Assisi nel 1194. Di nobile e ricca famiglia, conquistata dall’esempio di san Francesco, appena diciottenne lo raggiunse alla Porziuncola. Indossò a sua volta un saio da penitente, si tagliò i capelli e finì col prender dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, restaurata da Francesco. Qui Chiara fu raggiunta prima dalle sorelle Agnese e Beatrice e, anni dopo, perfino dalla madre, oltre che da molte altre ragazze: in poco tempo raduno attorno a sé una cinquantina di consacrate. Fondò così l’Ordine femminile delle “Povere recluse di San Damiano” (Clarisse), a cui lo stesso Francesco dettò una prima Regola. Chiara scrisse poi la Regola definitiva, chiedendo ed ottenendo dal papa Gregorio IX il “privilegio della povertà”. Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano allo stesso tempo in Santa Maria degli Angeli, è stata scelta quale protettrice della televisione. Morì nel 1253, e fu proclamata santa due anni dopo, da papa Alessandro IV.

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Pietro pone a Gesù una domanda: “Fino a quando dovrò perdonare?”. Si sente già “a posto” proponendo il numero di sette. Ma Gesù gli chiede l’impossibile: continuare a perdonare sempre. Impossibile all’uomo, ma possibile all’uomo che resta unito a Dio.

 “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8). Il perdono che tante volte Gesù ci chiede nasce da questa consapevolezza: sapere che Cristo ha dato la vita non per uomini giusti ma per uomini peccatori. Quel “mentre” è importante. Dio mi chiama a sé mentre sono peccatore, Dio mi ama mentre sono peccatore, Dio mi cerca mentre sono peccatore. Dio mi offre il perdono mentre sono peccatore. Non aspetta la mia perfezione per donarmi tutto. Siamo dei perdonati a cui è stato condonato un grande debito. Chi siamo, dunque, per negare lo stesso perdono agli altri? Talvolta, invece, diciamo loro: “Paga quel che devi!”. Non è questione di denaro. È il ragionare matematico, rigido, lontano dalla misericordia, che ci fa dire: se hai sbagliato devi pagare, i cocci dei tuoi errori li devi raccogliere da solo. Non c’è dubbio: ognuno è responsabile delle proprie scelte, anche dei suoi sbagli. E non si tratta di negare l’evidenza. Ma non ci si può fermare qui, perché Gesù non si è fermato qui. Dalla croce non ci ha detto: “Paga quel che devi”, ma: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Mancando l’amore, Cristo ha “raddoppiato” l’amore. Il Signore non ci chiede di non provare certi sentimenti come il rancore, non è possibile. Ci chiede però di andare oltre, di non diventarne schiavi, di non fomentarlo. Alla base di ogni cammino di perdono, insieme al desiderio di perdonare, c’è il sapersi abbracciati, nelle nostre miserie, dal suo amore. Solo così possiamo anche noi avere “pietà” delle miserie altrui che a volte sono minori delle nostre. E quando non ce la facciamo a perdonare, perché in certi casi ci vuole tanto tempo, allora possiamo rivolgerci al Padre dicendogli: “Perdonali tu”.

Giovedì 11 Agosto 
S. Chiara d’Assisi (m); S. Cassiano; S. Rufino
19.a del Tempo Ordinario
Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21 – 19,1
Proclameremo le tue opere, Signore

Fa risplendere il tuo volto sul tuo servo ed insegnami i tuoi decreti.

(Salmo 118, 135)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 77)
Rit: Proclameremo le tue opere, Signore.

Si ribellarono a Dio, l’Altissimo,
e non osservarono i suoi insegnamenti.
Deviarono e tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.

Lo provocarono con le loro alture sacre
e con i loro idoli lo resero geloso.
Dio udì e s’infiammò,
e respinse duramente Israele.

Ridusse in schiavitù la sua forza,
il suo splendore in potere del nemico.
Diede il suo popolo in preda alla spada
e s’infiammò contro la sua eredità.

Fa risplendere il tuo volto sul tuo servo ed insegnami i tuoi decreti.

(Salmo 118, 135)

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