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08 agosto, 2022

✝ Pensiero del 08 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 17, 22-27

Pellegrini, figli del Padre celeste.

Nella prima lettura il popolo di Israele è invitato ad amare Dio e a seguirne le vie. Non solo: riconoscendo di aver sperimentato per primo l’amore di Dio e di essere stato anche lui straniero in Egitto, si scopre chiamato dal Signore ad amare il forestiero.

Gesù, a proposito del giudizio finale, dirà: “Ero straniero e mi avete ospitato” (Mt 25,35). Quando una persona ha sperimentato sulla propria pelle la difficoltà di inserirsi in un ambiente, di farsi capire, di adattarsi a ciò che non conosceva, di superare dei pregiudizi o delle resistenze, diventa più facile scoprire cosa può vivere nell’animo il forestiero. Quando si avverte di essere per primi dei viandanti, dei pellegrini in questo mondo, di non possedere nulla davvero perché, in fondo, nulla è nostro e tutto è di Dio; quando si comprende che anche certe parti di noi, della nostra psiche e della nostra anima, sono per prime sconosciute a noi stessi e a volte ci spaventano, allora il cuore si apre con più facilità. Non si tratta della faciloneria con cui alcuni affrontano i problemi della sempre crescente immigrazione. Si tratta, invece, di vivere disposizioni interiori di fronte a chi non conosciamo; perché non è detto che il “forestiero” sia solo uno di un’altra nazionalità. Può essere chi vive la solitudine dell’incomprensione, della malattia mentale, dell’abbandono. Chiunque abbia bisogno di essere ospitato non solo in una stanza accogliente, ma tra braccia che amano. Il “trucco” sta nell’imparare a mettersi nei panni dell’altro, nel “camminare con le sue scarpe”. E questo non ci viene naturale. “Amare il forestiero”: amare dunque prima di giudicare, perché solo l’amore aiuta a vedere bene a ben valutare. Tutto diventa facile quando mi impegno ad amare l’altro perché, in fin dei conti, è come me, e mi sforzo di rispettare la sua dignità, come desidero sia rispettata la mia.

Lunedì 8 Agosto 
S. Domenico Guzman (m); B. Maria Margherita Caiani
19.a del Tempo Ordinario
Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 148)
Rit: I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

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