Cosa te ne fai d'una barca, se tutto l'anno la tieni ferma senza uscire mai? La vita è come una barca che devi cercare di saper guidare.......a volte la terra ed a riva. A volte uscirai e farai esperienze stupende, l'importante è osare.
Meditazione sul Vangelo di Mt 25,14-30
“A ciascuno secondo la sua capacità”.
Il brano evangelico di oggi ci ricorda che saremo giudicati in base all’impegno con il quale avremo messo a frutto i doni di Dio. Non verranno valutati tanto i risultati in assoluto, poiché i doni di Dio sono diversamente distribuiti. Risorgeremo, ma non tutti allo stesso modo e non tutti per uno stesso destino eterno. Dipende dalle opere che avremo compiuto, non per una predestinazione. Domandiamo al Signore che ci ottenga la grazia di servirlo fedelmente, senza pigrizia e incostanza, perché non sappiamo quando verrà il Cristo giudice che porrà fine a tutte le realtà terrene e vaglierà definitivamente tutti gli uomini.
Fino al versetto 18 compreso della parabola, si narra solo l’antefatto; ciò che conta viene dopo. E il versetto 19 è un richiamo alle precedenti parabole che parlano del “ritardo” della venuta del Signore. Ritorna, infatti, “solo dopo molto tempo”. Ma, appena tornato, egli chiede subito conto ai suoi servi, del denaro che aveva loro affidato “secondo le loro capacità”. Già questo dice che quel padrone tiene conto delle capacità di ciascuno e che non è uno che vuole esigere più di quello che i servi possono fare; ma dice anche che il ritorno segna la resa dei conti, il momento del giudizio e della ricompensa. I servi, dunque, dicono quello che hanno fatto e il padrone non prende per sé il denaro che hanno guadagnato, ma dà loro di più e li associa alla gioia della sua vita. Constatato questo, siamo ora in grado di capire quanto avviene con colui che aveva ricevuto solo una moneta d’oro. Qui risiede il culmine della parabola ed è centrato sulla sorte di colui che, pur avendo qualche capacità, non ha fatto nulla, si è solo preoccupato di conservare intatta la moneta ricevuta. Cerca di giustificarsi, e lo fa attaccando il padrone e accusandolo di essere un uomo duro. Ma noi sappiamo che non lo è stato con gli altri due. Infine, per scusarsi meglio, dice che ha fatto ciò perché preso dalla paura di lui. Il suo è davvero un atteggiamento da schiavo, egli non è mai riuscito a conoscere davvero il suo padrone. Ora, per chi non ha vissuto un’attiva attesa, per chi non è vissuto come terreno buono, c’è solo la condanna. E condanna è vivere lontani dal Signore, vivere fuori dalla Sua casa, vivere nei tormenti. E per l’ennesima volta, tale situazione viene descritta con l’immagine: “là sarà pianto e stridor di denti”.
28 Agosto
Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
ed il suo braccio santo.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.
Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
ed i popoli con rettitudine.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
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